Capitolo 12

26.2K 315 5
                                    

Balzai dal divano quando sentii squillare il telefono,era mia madre,mi parlò delle continue donazione anonime che riceveva,e della sua convinzione di trovare il gentile donatore,era andata a pensare che potesse essere mio padre,ma smentii immediatamente questa sua idea,lui non aveva mai fatto niente per me.
Aveva quasi finito di saldare il suo debito,questo era l'importante,mancava poco,e finalmente avrebbe potuto stare tranquilla e sarebbe stata libera di fare ciò che voleva,
Era troppo ingenua,la cosa mi faceva sorridere,ma le dovevo tutto,malgrado avessimo avuto sempre pochi soldi,non se ne lamentava mai,e non mi aveva mai fatto mancare niente,anche a costo di fare tre lavori insieme,meritava di stare bene.
Attaccai la chiamata con un sorriso,mi mancava,stare lontana da lei inizialmente mi aveva fatto sentire una persona adulta e autonoma,ma ora mi rendo conto che mi manca la sua cucina,mi mancano gli abbracci e la sua voce,e certo,non abitavamo troppo lontane,ma non avremmo più avuto quella complicità come quando abitavamo tutte e due sotto lo stesso tetto.
Suonarono il citofono,andai a prendere la pizza margherita che avevo ordinato,pagai e appoggiai il cartone caldo sul tavolo.
Avevo una fame da lupi,non mangiavo spesso la pizza sebbene fosse il mio piatto preferito,la tagliai a spicchi e iniziai a mangiare.
Passai il pomeriggio in casa,mi riposai,pulii un po' in giro,di uscire non mi andava,come sempre era brutto tempo e anche se mi andava di andar a correre le previsioni dicevano che avrebbe piovuto,quindi dovetti rinunciare.
Guardai un film d'azione che trasmettevano quando ero più piccola,e quando finii guardai l'ora: 16:30
Questa sera avevo un cliente,quindi avevo ancora molto tempo a disposizione.
Chiamai Amy,la mia migliore amica,non avevo molte occasioni per uscirci quindi approfittai,e almeno se avesse piovuto potevamo stare al coperto.

Da Aurora ad Amy
Hei Amy devo fare un pó di shopping, ci sei oggi?

Da Amy ad Aurora:
Certo tesoro ci vediamo al centro commerciale tra mezz'ora.

Pettinai in fretta i capelli, mi sistemai il trucco, indossai un top bianco con dei jeans neri.
Mi ricordai delle uscite insieme,ripensai ad Anna,a quanto ci divertivamo insieme prima che andasse a letto con il mio ragazzo,non volevo pensarci,ripensare a quei momenti mi trasmetteva emozioni contrastanti,e non mi piaceva affatto.
Uscii di casa e presi un taxi per il centro commerciale,Amy mi corse in contro e mi abbracciò quasi facendomi cadere
<<D-dio Amy piano!>>
Mi guardò male, anche con il muso era bellissima.
<<Auri cazzo mi sei mancata>>
Questa volta l'abbracciai io
Entrammo nel centro commerciale,era molto affollato,mentre Amy mi raccontava della scuola io osservavo le vetrine dei negozi.
Il primo negozio in cui decidemmo di entrare fu quello di intimo,prendemmo vari capi e ci andammo a cambiare.
Provammo tutti i capi che avevamo portato nel camerino,e ogni volta che qualcuna provava qualcosa usciva dal camerino per farsi vedere dall'altra.
Finito di provare tutto quello che avevamo preso uscimmo dallo spogliatoio
<<Tesoro devi comprarti quegli ultimi due baby-doll  che hai provato,stavi benissimo>>
Li presi tutti,concordando con Amy che gli ultimi due fossero i migliori.
Entrammo in un altro paio di negozi,comprai anche un abito blu niente male,lei invece comprò una gonna e una giacchetta mimetica.
Il tempo passó in fretta,chiacchierammo tanto, tra meno di un'ora avevo un cliente
Lei sorrise.
<<Edoardo mi ha detto che non rispondi mai ai suoi messaggi,probabilmente si è stancato di segarsi>>
Ridemmo insieme
<<Amy ora vado,ti scrivo appena sono libera.>>
Le baciai la guancia e andai verso l'uscita,chiamai un taxi che mi portò a casa.
Arrivata a casa,il trucco e i capelli erano già in ordine,mi cambiai e indossai degli short decisamente corti e un top con dei tacchi.
Dovevo vedermi con Roy,era un ragazzo di vent'anni per niente male,arrivai a casa sua con venti minuti di ritardo ma non sembrò accorgersene.
<<Hei Aurora come stai? >>
<<Bene e tu?>>
<<Benissimo,é da tanto che non ci vediamo,che fine hai fatto?>>
Alzai il sopracciglio.Mi infastidivano le domande,era come se la mia vita privata fosse nettamente distaccata dal mio lavoro,quasi fossero due vite diverse,e avrei preferito lo fossero.
<<Varie cose>>
Sfoggiai un falso sorriso
<<Iniziamo?>>
Chiesi impaziente,fece un cenno con la testa,andammo in camera,lui non si mosse,così mi spogliai da sola:mi tolsi la canottiera buttandola a terra, e tolsi gli short rimanendo in intimo.
Mi accarezzai il seno togliendo lentamente il reggiseno,mi fissava,mi girai,mi piegai e mi tolsi lentamente il tanga.
Vidi un ringonfiamento spuntare dai suoi jeans.
<<Ehm.Siediti sul divano>>
Disse lui poco convinto.
Mi sedetti sul divano di pelle bianco appoggiato al muro della camera.
Si spoglió anche lui finalmente,una volta nudo si avvicinò a me,prese le mie cosce e le allargó bene per vedere le mie intimità.
Prese in mano la sua erezione e si segó davanti a me,mentre con un dito mi allargò le labbra dell'intimità la guardò come se non ne avesse mai vista una.
Si avvicinò e venne sulla mia pancia poi prese un fazzoletto e mi pulí.
Mi fece abbassare e prendere in bocca la sua erezione,succhiai un pó la punta.
Mi fece mettere a pecora sul divano e mi penetrò con forza,mi ero eccitata a vederlo segarsi anche se non aveva fatto nessun 'lavoretto ' a me.
Non era un brutto ragazzo,ma era un pó strano.
Mi strinse il seno con forza mentre continuava a penetrarmi,gemette e quasi mi face male a stringermi tanto,diede una spinta più forte e venne dentro di me.
Si scusó in mille modi,che patetico.
Fortunatamente prendevo la pillola,ma mi dava fastidio che non fosse riuscito a controllarsi
Mi diede i miei soldi,più un supplemento per ''l'errore'' e me ne andai.
Almeno era durato poco, ce l'aveva così piccolo che facevo fatica a sentirlo.
Tornai a casa ridendo.
Notai che Cristian mi aveva scritto.

Da Cristian ad Aurora
-Hei bellissima,ti andrebbe di andare al Mayn's domani sera?

Non era giusto continuare così,sia per me che per lui.
Doveva sapere cosa facevo,il mio lavoro.
Gli risposi:

Da Aurora a Cristian:
-Certo.

Rispose subito dopo.

Da Cristian ad Aurora
-ti passo a prendere io alle 9.30

Dovevamo finirla,sarebbe stata un'occasione perfetta per parlargli.
Scommettevo che dopo avergli detto del mio 'lavoro' non avrei avuto più occasione di vederlo e
Forse era meglio così.

Ciao a tutti! Se trovate delle parti poco correnti mentre leggete é perché sto risistemando la storia, e non solo eventuali errori ortografici! Scusate del problema!

La storia di un'escortDove le storie prendono vita. Scoprilo ora