capitolo 20

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Continuavo a guardarmi intorno e fuori dal finestrino,il tempo sembrava non passare mai,l'uomo accanto a me mi guardava quasi ossessivamente,dove mi stavano portando?
I due davanti bisbigliavano tra loro qualcosa.
<<Dove mi portate? Vi denunceró sappiatelo>>
Cercai di intimidirli ma con poco successo,avevo la voce tremolante,e non ero riuscita a convincere neanche me stessa,avevo solo una gran paura e non riuscivo a pensare ad altro.
I due davanti scoppiarono a ridere,l'uomo accanto a me mi guardò ancora una volta e mi disse
<<Lo vedrai presto piccola.>>
Mi rigirai a guardare il finestrino piuttosto che guardarli,non riuscivo a calmarmi,muovevo freneticamente il piede.
A un tratto la macchina si fermò,i due davanti scesero facendo un segno all'uomo accanto a me.
L'uomo mi prese per un polso e mi tiró fuori dall'auto con forza,il mio cuore accelerò i battiti,riuscivo a sentirlo quasi in testa,iniziai a tremare e a pregare che tutto andasse per il meglio,che qualcuno sarebbe riuscito a trovarmi,che non mi avrebbero fatto nulla.
Era buio e si vedeva poco e niente,mi sembrava una fabbrica abbandonata o qualcosa del genere,c'era una specie di entrata,ed erba incolta tutt'intorno.
L'uomo mi teneva stretta al polso,uno stava davanti a me e l'altro dietro,non sarei riuscita a scappare neanche volendo,forse per ora era meglio stare calma e aspettare.
Ci stavamo avvicinando all'entrata dell'edificio abbandonato,altri ragazzi ci aspettavano all'entrata.
Mi guardavano ridendo,prima dell'entrata puntai i piedi e mi fermai,avevo paura,non volevo entrare li dentro,cosa mia avrebbero fatto?
L'uomo mi strattonó obbligandomi a entrare e quasi inciampai,camminammo per un lungo corridoio costeggiato da alcuni macchinari,in fondo proveniva della luce, e più mi avvicinavo più l'ansia saliva.
Il polso oramai mi doleva,quel coglione continuava a tirarmi e a stringere.
Dalla stanza uscì un ragazzo,lo riconobbi,ero sicura che venisse a scuola con me,non ricordavo il suo nome,mi sentii quasi sollevata nel riconoscerlo,ma non avrei dovuto esserlo.
Mi spinsero nella stanza e chiusero la porta dietro di me per negarmi l'uscita,dientro vi erano due ragazzi,che come l'altro,avevo già visto.
<<Ora mi spiegate che cazzo sta succedendo prima che io chiami la polizia.>>
Mi feci avanti,l'uomo finalmente mi lasciò il polso.
<<Oh tu non chiamerai proprio nessuno,vedrai ci divertiremo.>>
Mi girai e provai ad aprire la porta
<<Voglio andarmene,non ho motivo di restare qui,se non volete avere guai lasciatemi adesso! Giuro che non chiamerò nessuno>>
Uno di loro sorrise e si avvicinò a me con un coltellino in mano,sbiancai.
<<Siediti a terra >>
Feci un passo indietro e mi trovai con le spalle alla porta,questi ragazzi erano pazzi,non poteva star succedendo davvero.
Vedendo che non ubbidivo mi diede una spinta che mi fece sbattere contro il muro.
<<Cazzo>>
Imprecai massaggiandomi la schiena.
Cosa voleva farmi?
Non riuscivo a dire nulla mentre loro continuavano a fissarmi e a ridere.
<<Spogliati>>
Guardai a terra,dovevo andarmene,in fretta.
Pensai di provare ad urlare ma c'era qualcuno oltre a noi? Non credo proprio.
Guardai di nuovo i due ragazzi e improvvisamente mi ricordai di loro,quello con il coltellino era il ragazzo che mi aveva detto di piacere a un suo amico e quello affianco a lui uno del suo gruppetto.
Volevo dirgli che li avrei denunciati,che sarebbero andati in carcere e che gliel'avrei fatta pagare ma non mi sembrava il caso farli arrabbiare,dovevo pensare a qualcosa e in fretta.
A un tratto entro un'altro ragazzo,uno con i capelli neri,quello a cui piacevo,quello che mandò il suo amico a dirmelo.
Si avvicinò a me e mi accarezzó il viso,diedi uno schiaffo alla sua mano schifosa.
<<Non mi toccare.>>
Mi diede uno schiaffo in faccia.
<<Perché mi avete portato qui?Per maltrattarmi?Perché non mi piace uno sfigato del genere?Fate pena>>
Il ragazzo mi tiró un'altro schiaffo,mi scese una lacrima mentre sentivo la guancia in fiamme.
<<Non ti preoccupare,faremo di peggio se non la smetterai. >>
Guardai in basso,le mani mi tremavano.
<<Ok spogliati>>
Li guardai implorante,poi mi alzai in piedi tenendomi al muro.
<<Spogliati,non te lo ripeteremo ancora>>
Mi tolsi le scarpe,le pantacalze e infine la felpa
Iniziai iniziai a piangere,non c'era via di fuga,chi mi avrebbe trovato in un posto del genere? Pensai a mia madre,avrei voluto urlare,mi sentivo confusa e in panico.
<<Allora vuol dire che il resto te lo togliamo noi>>
Indietreggiai coprendomi con le mani.
<<No!>>
Fu l'unica cosa che riuscii a dire
<<Allora,se ti comporterai bene non succederà nulla, se farai qualcosa di sbagliato noi tre abbiamo entrambi un coltellino,è una promessa,tu fai quello che diciamo e noi in cambio non ti facciamo del male>>
Non mi sembrava dire aver scelta, le lacrime non cessavano di scendere,sentivo il viso umido,le lacrime sembravano bruciare.
Il ragazzo dai capelli neri mi baciò il viso livido dove prima mi aveva tirato due schiaffi.
Quanto avrei voluto andarmene,non essere qui.
<<Questo toglilo.>>
Mi ordinò aiutandomi a sfilare il reggiseno,strinse il mio seno sinistro con la mano
<<Mmh non pensavo le avessi tanto grosse>>
Disse e gli altri risero.
Cercai di non pensare a cosa stesse succedendo,cercai di immaginarli come clienti normali,mi prese per il braccio e mi spinse verso gli altri
<<Fai vedere quanto sei bella,spogliati.>>
Volevo morire.
Mi abbassai e tolsi l'unica cosa che mi restava,ii tolsi il tanga, sentii suoni di approvazione provenire da loro.
<<Vedi?Ti conviene far la brava,ci guadagniamo entrambi>>
Mi sussurrò un ragazzo all'orecchio,che non vidi perché avevo gli occhi chiusi.
Non volevo aprirli,uno di loro mi baciò i seni e la pancia poi,sentii gli altri parlare,non riuscii a capire il significato delle loro parole, lo sentii scendere in basso verso la mia intimità,feci un passo in dietro,il ragazzo dietro di me prese i miei fianchi e toccò il mio sedere.
Cercai con tutta me stessa di stare il più ferma possibile,pensavo ad altro,o almeno ci provavo.
Aprii gli occhi,notai con disgusto che anche gli altri due cominciarono a svestirsi,mentre quello dietro lo era già.
<<Abbassati>>
Mi prese per il braccio facendomi inginocchiare a terra,due di loro si avvicinarono e portarono il loro membro davanti alla mia bocca.
<<Dai>>
Disse uno di loro.
Mi disgustavano.
<<Perfavore>>
Loro risero.
<<Sei stata una stronza>>
Rise.
<<Ora come ti senti puttanella? Ti senti superiore?>>
Mi sentivo umiliata,gli altri presenti continuavano a ridere e a parlarmi,provai a non ascoltarli.
Il ragazzo davanti a me mi tirò un'altro schiaffo,poi entrò un'altro ragazzo
<<Ragazzi dobbiamo parlare,subito cazzo>>
Rimasi a terra mentre uno a uno con la faccia allarmata uscirono dalla stanza,ringraziai che per ora l'avessi scampata,ora potevo cercare una via di fuga. Rientrò un ragazzo,che si sedette su una sedia vicino a me.
<<Io sto qui a controllarti,per cui vedi di far la brava>>
Decisi di aspettare,era la scelta migliore,dopo una decina di minuti si alzò in piedi e iniziò a fare avanti e in dietro mentre parlava al telefono.
Guardai la porta,non era chiusa a chiave,prima non avevo sentito il rumore della serratura,forse avevo una possibilità,una sola,e non dovevo sprecarla.
Aspettai ancora,quando si girò continuando a parlare al telefono mi alzai di scatto e corsi verso la porta,ma appena sfiorai la maniglia il ragazzo mi spinse a terra
<<Ci hai provato puttana>>
E mi sferrò un calcio in pancia.

Mi svegliai, nella stanza non c'era nessuno, sentivo un gran dolore ovunque.
Mi alzai lentamente,non c'era nessuno,camminai fino ai vestiti che mi ero tolta la sera scorsa,stavo tremando,infilai la felpa e mi passò un brivido quando trovai il telefono dentro alla tasca,non l'avevano tolto!
Sentii un rumore,mi girai dando la schiena alla porta e scrissi velocemente un messaggio a Cristian,pregando che lo leggesse,non potevo chiamarlo,temevo mi avrebbero sentito,non so perché scelsi di mandarlo a lui,mi avrebbe aiutato,o almeno speravo.
Il freddo mi era entrato nelle ossa,cercai di scaldarmi,la testa mi girava,tossii,e notai la mano sporca di sangue.
Mi appoggiai al pavimento sentendomi esausta,incominciai a vedere tutto nero.

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