capitolo 14

22.6K 305 5
                                    

Casa mia fortunatamente non era lontana e arrivai prima di congelare,dopo quindici minuti che camminavo con degli stupidi tacchi.
Cristian continuava a chiamarmi.
Continuava a passarmi per la testa quell'immagine,gli facevo veramente schifo?..come può aver detto una cosa simile?
Aprii la credenza e ne tirai fuori una bottiglia di vodka alla pesca che mi feci fuori in pochi minuti.
-Fanculo tutti
Dissi a mó di brindisi e mi attaccai alla seconda bottiglia.
So che l'alcol non era un rimedio,ma in questo momento volevo solo non pensare a Cristian.
Chiamai Amy e le dissi di arrivare in fretta.

Amy.
Aurora mi aveva chiamata,uscii dalla discoteca,il segnale prendeva poco e avevo sentito a spezzoni ciò che aveva provato a dirmi,,sembrava ubriaca.. cos'era successo?
Arrivai in fretta a casa sua ed entrai,la porta era aperta.
Era a testa in giù sulla poltrona con le gambe poggiate sullo schienale,risi per la scena.
-Heii Amy,Ciao!
Disse buttando a terra la bottiglia vuota che per miracolo non si ruppe.
Era ubriaca marcia.
-Aurora cazzo conbini?
Continuava a ridere.
-Oh Cristian mi ha detto che gli faccio schifo e sai cosa?Sto di merda
Si era ridotta così per un ragazzo?
La sua etica non era mai più stare male per un ragazzo?
-Cosa ti ha detto?!
-Che gli faccio schifo!
La presi per mano e la alzai.
-Ora io vado da lui e lo infamo,come cazzo sta ?
Presi una giacca e gliela tirai,non si reggeva in piedi,mi girava vagamente la testa.
Avevo promesso a me stessa di proteggerla,da quando si era lasciata con Lorenzo era diventata un'altra persona,non avrei permesso a qualcun'altro di ridurla uno straccio,mai più.
-No,io non vado li non lo voglio vedere
Quasi inciampó alzandosi.
-Tu resti in macchina,non fare storie.
Continuava a parlare di cose senza senso,la presi per il braccio facendo attenzione a non farla cadere,presi le chiavi,chiusi la porta e prendemmo l'ascensore
Dopo dieci minuti riuscii a farmi dire dove abitava.
Le legai la cintura e partii.
Arrivai in fretta al palazzo,la chiusi dentro all'auto malgrado le sue proteste.
Spero non faccia casini ma in ogni caso non sarebbe riuscita a uscire.
Entrai nel palazzo,il suo appartamento era il numero 5.
Salii in fretta le scale e bussai alla porta,la presi a calci a dire il vero,ero sempre stata impulsiva,e la cosa si accentuava di smisuratamente se qualcuno faceva del male a lei,Aurora era come una sorella,ne avevamo passate tante insieme,é spesso mi é stata più vicino persino dei miei genitori.
Dalla porta spuntó un ragazzo,alto,occhi azzurri,muscoloso,viso dai tratti marcati,notai che aveva indosso solo dei boxer.
Doveva essere lui lo stronzo,non dovevo permettere a sto bel faccino di fottermi.
-Mi spieghi che cazzo fai?Sono le cinque del mattino!Ci conosciamo?
Cercai di dargli una spinta.
-Sei solo uno stronzo cazzo!
Mi trattenne con facilità,non capiva.
-Sono l'amica di Aurora!Come hai potuto dirle questo?
Il suo sguardo si fece cupo,la testa mi girava,non dovevo bere in discoteca.
-Se sei qui per difenderla puoi anche andartene.
Ma che cazzo di persona era?come poteva importargli di lei se diceva così?
Non capivo.
-Quindi l'hai usata solo per scopare?
-Può darsi.
Gli tirai uno schiaffo,vidi la sua guancia arrossire come la mia mano.
-Piombi a casa mia alle cinque,mi rompi il cazzo e mi dai pure uno schiaffo?puoi andartene ora
Sorrise.
-Dio ma ti senti?Puoi essere bello quanto vuoi ma sei solo un'idiota
Chiuse,e io diedi un'altro calcio a quella porta.
Mi faceva male la gamba,probabilmente domani mi sarebbero comparsi tutti i lividi,ma ne valeva la pena,Aurora aveva fatto così tanto per me.
-Fanculo
Dissi e me ne andai.
Mentre scesi sentii una mezza cosa del tipo: Io l'ho cercata.... volevo trovarla..
Non sentii bene perché piangevo,piangevo per Aurora,non volevo vederla così, non di nuovo.
Quando ritornai in macchina piangeva anche lei,la lasciai sfogare,probabilmente restammo un'ora in quell'auto a parlare finché non gli venne sonno e poi la riaccompagnai a casa.

Aurora
Mi svegliai sul mio letto,avevo un gran mal di testa e ricordavo davvero poco della sera prima,ma quello successo con Cristian sfortunatamente lo ricordavo chiaramente.
Cristian.. chissà se lo avrei mai rivisto,se avrei sentito i suoi caldi baci sul mio collo,avevo un vuoto nel petto da quando me ne ero andata da casa sua,non volevo stargli lontano,ma a lui facevo schifo ora.
Mi preparai in fretta dovevo andare da Edoardo,mi stressava ormai da un mese per vederci.
Andai a casa sua.
-Hei bellezza,ti piace farti pregare eh?È da un bel pó che non ci vediamo.
Mi disse mentre andavamo in camera sua.
-Scusa ho avuto degli impegni.
Chiusi la porta della sua camera,gli tolsi la maglia e mi abbassai.
Gli sbottonai i pantaloni e tirai giù i boxer.
-Hai fretta di succhiarmelo amore?Ti mancava il mio cazzo?
Non risposi nemmeno, il solito coglione.
Ce l'aveva già duro,con la lingua ne sfiorai la punta,lo sentí fremere.
Presi in bocca la cappella e iniziai a succhiare.
Gemeva e io continuavo a fare su e giù,mi spingeva la testa per farlo arrivare fino in fondo.
Mi alzai e lo tirai fino al letto,mi spogliai e mi misi a cavalcioni su di lui,sentivo la sua erezione sotto di me,ci mettemmo nella posizione 69.
Lo presi ancora in bocca mentre lui mi leccó l'intimità,non era bravo come Cristian ma mi piaceva lo stesso.
Mi prese mi fece mettere in piedi vicino la sponda del letto,mi fece appoggiare con le braccia al materasso.
Aprì le mie gambe e continuò a stimolarmi il clitoride e con l'altro il buchino dell'ano.
Forse si accorse che la posizione era scomoda perché mi appoggiò al muro,prese in mano la sua erezione e con un colpo secco entró in me facendomi urlare.
Mi penetrava velocemente,mi faceva male,entrava e usciva con forza da me,mi prese il mio seno e lo strinse
-Dio che tette Aurora non mi ci stanno in mano
Gemeva,mi allargó bene il sedere e venne riempendomi.
-Che bella scopata ci stava proprio,spero di averti fatto male così impari a non rispondermi per un mese.
-Dai coglione muoviti a pagare.
Andò a prendere i soldi e me li porse.
Mi vestii e senza parlargli uscii di casa sua,mi maledissi per esserci andata.

La storia di un'escortDove le storie prendono vita. Scoprilo ora