Capitolo 13

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Quella notte non dormii molto,ero preoccupata,non volevo chiudere con Cristian ma era giusto che sapesse la verità,non meritava una situazione del genere e io non dovevo portarla più avanti,perché più la facevo durare,più avrebbe fatto male a entrambi.
Non potevamo continuare a vederci e a fare sesso ogni volta come se niente fosse,mi persi ripensando al suo volto perfetto e i suoi capelli biondo cenere,era troppo bello,e per me sarebbe stato meglio starci lontano,avrei evitato tutto questo se solo avessi smesso di vederlo prima.
Chiamai Amy,ma non rispose,decisi di non riprovare,mi avrebbe chiamata sicuramente appena avrebbe guardato il telefono.

La giornata passò lentamente,mi annoiai,non trovai niente da fare a parte pulire in casa e alla tv non trasmettevano nulla di interessante,spolverai i mobili canticchiando ripetutamente Ready or Nor,che ultimamente non riuscivo a togliermi dalla testa.
Per la serata indossai un vestito blu elettrico con delle décolleté dello stesso colore,rossetto rosso e eyeliner.
Arricciai i capelli torturandoli per farli stare come volevo,e alla fine il risultato fu quello che speravo,ritornai un paio di volte davanti allo specchio,ero nervosa senza una logica motivazione.
Guardai dalla finestra dell'edificio,era già di sotto!
Indossai la giacca,presi le chiavi e la borsa,chiusi la porta e mi precipitai dalle scale.
Aprii il portone e scesi i tre scalini,lui vedendomi abbassò il finestrino della sua lucida auto nera e mi sorrise.
<<Hei tesoro>>
Adoravo quando mi chiamava così
<<Hei>>
Salii in auto e chiusi lo sportello,la macchina profumava di colonia,della sua colonia,un misto di menta e qualche altro odore che non conoscevo.
<<Mi sei mancata>>
Mi baciò castamente,sentivo il calore delle sue labbra sulle mie,mi accarezzó la guancia poi si staccò e si soffermó un attimo a guardarmi.
<<Andiamo allora>>
Si scostò da me e partì.
Il locale era vicino e lo raggiungemmo in fretta, parcheggiammo,scendemmo dall'auto,era molto grande,diviso su due piani,non vi erano muri,solo vetrate,da fuori si potevano scorgere alcune persone e la scalinata.
Entrammo,il posto era davvero carino, le luci erano soffuse,c'erano dettagli argento sparsi per la sala e i piccoli tavoli erano poco affollati.da quel che sapevo anche molto costoso.
Una ragazza dietro a un bancone illuminato ci accolse con un gran sorriso
<<Salve signori,benvenuti>>
Guardò Cristian poi me
<<Signore il vostro tavolo è già pronto,devo accompagnarvi?>>
Lo guardai fare un cenno di negazione con la testa,mi prese per un fianco e ci accomodammo a un tavolo appartato,lontano dagli altri,sul tavolo c'era un mazzo di rose e qualche candela.
Si passò una mano tra i capelli.
<<È davvero stupendo>>
Lui mi sorrise.
<<Sai già cosa vuoi da bere?>>
Disse osservando la cameriera che stava arrivando.
<<Quello che prendi tu,è indifferente.>>
Sforzai un sorriso,non volevo fargli spendere troppo,probabilmente gli sarebbe costato un occhio della testa.
Currugó la fronte,volevo che lo rifacesse,era così carino,la cameriera arrivò dando un pó troppe attenzioni a Cristian non togliendo per neanche un secondo,lo sguardo da lui.
-Io sono Keisy e sarò la vostra cameriera,cosa
posso portarle signore?
Sorrisi del fatto che Cristian non la calcolasse minimamente e continuava a guardarmi,come se non esistesse malgrado lei si stesse riferendo esclusivamente a lui,quasi io non esistessi e lui fosse da solo al tavolo.
Vedi?Gira il culo e portaci da bere,avrei voluto dirgli,spero lo capisse da come la stavo guardando,mi trattenni a fatica per non dar voce ai miei pensieri.
Giuro che se avesse continuato a fissarlo in quel modo gliel'avrei detto.
-Allora vorremmo due quattro bianchi grazie.
Sorrise annuendo e se ne andò.
-Che hai?Ti vedo triste,se non ti piace il quattro bianchi puoi ordinare quello che vuoi,non farti problemi
Mi guardava.
-Oh nulla davvero, sono solo stanca,è così bello qui,grazie per avermici portata.
Sorrise e mi accarezzó la coscia da sotto il tavolo.
Mi guardai intorno,la musica di pianoforte aleggiava in tutto il locale.
-Ho un regalo per te.
Tiró fuori un pacchettino di raso nero dalla sua giacca e me lo porse.
<<Non avresti dovuto>>
Presi il pacchetto,sfilai il nastro bianco e lo aprii.
Dentro vi erano due splendidi orecchini di oro bianco,
La cosa stava andando troppo oltre,non doveva,e io non dovevo accettarli.
-Dio grazie ma non posso accettarli!Quanto li hai pagati?
Si poggió un dito sulla bocca come per dirmi 'fa silenzio'.
La cameriera tornò con i nostri drink, notai che si era abbassata la maglietta, quella scollatura andava verso l'indecente.
Lui come prima non la guardò nemmeno.
Aveva un'aria così innocente.
-Com'è?
-Mi piace.
Basta che sia alcool,non ero pretenziosa su questo genere di cose,non mi intendevo di alcolici ne di drink.
Dopo il terzo drink decidemmo che era ora di smettere,anche perché il quattro bianchi non era proprio qualcosa di leggerissimo.
Forse l'alcool mi avrebbe dato il coraggio necessario per dirglielo,in ogni caso dovevo farlo.
-Ti fermi a casa mia piccola?
-Se non do fastidio si.
Risi,l'alcool mi rendeva di buonumore.
-Come potresti?
Mi sollevò il mento con un dito e mi baciò.
Cristian pagó e uscimmo dal locale,andammo a casa sua in macchina.
Entrammo in casa,chiusi la porta lo presi per mano sfilandomi le scarpe diretta verso camera sua
<<Vai dritta al dunque tu>>
Mi disse seguendomi.
<<Sempre>>
Mi spinse contro il muro,con uno slancio mise le mie gambe intorno ai suoi fianchi,sentivo il freddo della parete,mi baciava il collo,premette l'inguine contro le mie intimità,il vestito mi era già salito fino all'ombelico.
Mossi il bacino contro il suo membro e mugolai quando si staccò da me per spogliarmi,mi sfiló l'abito in fretta,era impaziente,si vedeva e lo ero anch'io.
Volevo dargli piacere,mi ossessionava questa cosa,la confessione poteva aspettare ancora qualche ora.
Mi chinai gli sfilai i pantaloni e i boxer,lo sentii trattenere il fiato,presi in bocca la sua erezione ne leccai la punta,lo stavo facendo impazzire, lo vedevo,lo presi in bocca il più possibile e lui gemette.
Mi prese la testa e me lo mise in bocca,dopo poco mi alzai,aveva ancora il fiato corto e la mascella serrata.
Gli tolsi la maglietta e lo spinsi verso il letto.
Salii a cavalcioni su di lui e mi tolsi l'unica cosa che mi era rimasta addosso:Il reggiseno.
Lui voleva avere in mano la situazione,mi fece stendere dolcemente sul letto,mi aprii le gambe e mi morse l'interno coscia,rabbrividii.
Lo guardai mettersi il preservativo,sfilandolo dal suo involucro argento.
Non volevo aspettare oltre,lo tirai su di me mugulando
-Fammi tua
Mi strinse i fianchi e non se lo fece ripetere.
Non dovevo dirla questa frase.
Mise le mi cosce sui suoi fianchi ed entró in me.
Ansimai,lui entrava e usciva da me lentamente,io ero sotto di lui,gli graffiavo la schiena muscolosa dal piacere.
-Cristian..
Mi tappó la bocca con la mano e continuò a penetrarmi.
Inarcai la schiena raggiungendo l'orgasmo.
Questa volta é l'ultima,giurai a me stessa.
Aumentó il ritmo,,non riuscivo a smettere di gemere,non capivo più nulla,mi faceva provare troppo piacere.
Mi strinse,mi baciò e mi toccò il seno.
Mi strinse ancora i fianchi.
Uscì da me.
-Dio, sto per venire
Mi inginocchiai sul letto, sfilò il preservativo,presi in bocca il suo membro,sentii il liquido caldo scendermi per la gola.
Aveva i capelli leggermente spettinati e le guance arrossate,so infilò un paio dai boxer e si stese accanto a me.
Dovevo dirglielo ora.
-Devo parlarti
Mi girai sul fianco verso di lui,aveva ancora il fiatone.
-Andiamo di la a bere qualcosa e poi puoi dirmi tutto.
Chissà cosa si aspettava che gli dicessi,forse non dovevo farci sesso prima di dirglielo,non era stata una buona idea.
Presi il lenzuolo e mi ci avvolsi.
Lo seguii in cucina,prese della birra dal frigo mi porse il bicchiere ma io rifiutai,l'acool di prima era già troppo per me,si appoggiò al bancone in attesa di sentirmi parlare
Presi fiato,dovevo dirglielo adesso.
-te lo dirò in modo diretto,non rimanerci troppo male,io non voglio continuare con questa storia,per il bene di entrambi,tu sei così perfetto..
Mi guardò con aria interrogativa.
-Cristian io faccio l'escort,scusa se non te l'ho detto ma non pensavo che continuassimo a vederci e che la cosa si facesse così seria,insomma non me l'aspettavo,e non ho avuto l'occasione di dirtelo e..
Scattò non sapendo che fare
-Cosa?
Strinsi la coperta che avevo avvolto intorno al mio corpo.
-Scusa,te l'ho detto solo perché ci tengo a te..
Mi guardò
-Ci tieni? A me sembra di no!Dovevi dirmelo subito cazzo,non sarei arrivato fino a questo punto
Cominciò a imprecare,andò in bagno e tirò un pugno a qualcosa,sentii delle boccette di plastica cadere.
Andai in camera,indossai una maglia che trovai sul letto per coprirmi e corsi in bagno da lui.
Prese il mio viso tra le mani
-Dimmi che non è vero cazzo,dimmi che non sei una puttana,Aurora potevi essere quella giusta.
Mi lasciò il viso.
-Mi fai solo schifo.
Mi tenni al muro per non cadere,non poteva dire sul serio.
Sentivo le lacrime scendermi dagli occhi,lui era girato dall'altra parte,non mi guardava.
Mi faceva male il petto,non dovevo piangere, mi ero affezionata in così poco tempo?Che stupida,sapevo dall'inizio che non era la cosa giusta da fare e ora ne subivo le conseguenze come giusto che sia.
Andai in camera e velocemente presi la mia roba,non volevo più vederlo,uscii di casa sua stando attenta a non farmi sentire.
Era freddo ma era troppo tardi per chiamare un taxi,le strade erano vuote.
Avevo indosso soltanto la sua maglia e i tacchi con in mano il mio vestito, dovevo andare a casa e chiudere questa storia definitivamente,stavo veramente male.
Fortunatamente la sua maglia era larga e lunga e mi copriva abbastanza.
Sentii il suo profumo che mi provocò un altra fitta allo stomaco,dolorosa come la prima
-Smettila di pensarci
Dissi a me stessa trattenendo una lacrima

La storia di un'escortDove le storie prendono vita. Scoprilo ora