capitolo 1

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Elise si stava stufando di stare in camera sua senza far nulla. Però le avevano proibito di uscire per la neve. Aveva smesso di nevicare e c'era il sole ma la neve bloccava addirittura la porta di ingresso dell'orfanotrofio quindi lei non poteva fare proprio nulla per uscire: la sua finestra era troppo alta per saltare e la sua camera troppo piccola per fare dei tiri e divertirsi un po'. Mentre pensava cosa fare per ingannare il tempo una palla di neve colpì la sua finestra, poi ancora e ancora. Aprì la finestra e una palla la colpì in piena faccia. Imprecò e guardò giù.
-Enea!- esclamò vedendo l'amico moro proprio sotto la sua finestra.
-pensavo che ti avrei trovata già qui fuori.- disse lui giocando con un po' di neve che aveva in mano.
- certo, come no, adesso faccio un salto di 10 metri per beccarmi il fine settimana in classe. Scordatelo! - gli urlò lei fredda come sempre. Il loro orfanotrofio assomigliava molto a quei collegi per ragazzi cattivi: studiavano, lavavano, facevano il bucato, cucinavano e tutto il resto. L'unica cosa buona era che ognuno di loro poteva scegliere un corso di sport a suo piacimento: lei aveva scelto il calcio; ci giocava sempre con suo fratello quando aveva ancora una famiglia, quando ancora riusciva a fidarsi delle persone al primo impatto. L'unico che la capiva era Enea che aveva una storia simile alla sua. Si aiutavano a vicenda.
- io l'ho fatto, che vuoi che sia. Ci siamo già nell'inferno, un giorno più in quel fuoco di classe non ci traumatizzerà a vita- scherzo a lui. Sia lei che Enea erano molto, se così si può dire, filosofici. Gli piaceva paragonare l'orfanotrofio all'inferno e cose del genere. Solo che quando ne parlavano non c'era mai stata una goccia di tristezza, la prendevano a scherzare e pensavano fosse meglio così.
- e va bene, mi preparo.- si arrese lei. Cominciò a prepararsi ma prima lanciò il pallone dalla finestra e quest'ultimo finì in testa al suo migliore amico facendolo imprecare. Poco dopo era pronta e nonostante il salto fosse tanto, atterrare non fu un problema. Cominciarono a calciare il pallone e a giocare quasi per un'ora finché una voce urlò dalla finestra della camera di Elise:- cosa ci fate fuori voi due?- era la direttrice dell'orfanotrofio che, come al solito, strillava come una strega.
- ci stavamo annoiando.- rispose Enea.
- e siamo scesi dalla finestra.- concluse Elise come se fosse una cosa da nulla.
- vorrà dire che tutt'e due passerete il fine settimana in classe a studiare. - disse la direttrice gesticolando furiosamente ma ottenne solo le risatine dei due amici. Rientrarono da una finestra e, prima di salire ognuno nelle proprie camere, la direttrice si rivolse a loro. - due famiglie sono venute ieri dall'Inghilterra. Sarebbero interessate ad adottarvi. Entrambe le famiglie sono molto ricche e questo è un bene. Siamo felici che usciti da qua avrete una vita nel lusso.-
- sono come tutti i ricchi, snob alla massima potenza?- domandò Enea che non aveva mai avuto peli sulla lingua.
- come tutti i ricchi.- rispose la direttrice volendo apparire indispettita dalla domanda. In realtà la donna aveva sempre amato questa caratteristica del ragazzo. Poi però cambiò discorso: - quelli che vogliono adottare Elise, i Beacons, hanno due figli di cui uno adottivo, entrambi più grandi di te. - disse guardando la bionda. Poi guardò Enea. - la famiglia che vuole Enea, gli Underwooth, ha una bambina.-
Per tutta risposta i due sbuffarono all'unisono. Nonostante tutto la prospettiva di essere adottati non era poi così bella.
- Enea può farmi compagnia per mezz'ora?- chiese Elise e la direttrice parve pensarci su, poi acconsentì. Salirono e appena arrivati in camera Elise sì sdraiò sul letto e Enea sulla poltrona, entrambi in silenzio. Fu lei a romperlo:- ci vogliono adottare.- sospirò lei come se se ne stesse accorgendo in quel momento.
- speravo almeno che sarebbero state persone umili e non straricchi schifosi.- rispose il moro frustato. Enea provava un odio profondo per i ricchi: suo padre lavorava per un uomo del genere ma poi venne licenziato, lui era troppo piccolo perché i suoi genitori gli potessero spiegare il vero motivo; divennero poveri e suo padre si ammalò, muori qualche mese dopo. Sua madre non sopporto il dolore e raggiunse il marito lasciando Enea da solo.
- a me non va di andare lì, è la prima volta che riconosco questo posto come la mia vera casa.- disse la bionda guardando il soffitto. Enea annuì con la mascella serrata. Elise pensò al viaggio che avrebbero dovuto intraprendere: non voleva andare a vivere lontano dalla sua Italia, lontano dal suo amato orfanotrofio. Solo in quel momento capiva che le sarebbe mancato quel posto. Ritenne una fortuna il fatto che Enea sarebbe stato ancora al suo fianco. - secondo te come saranno i nostri futuri fratelli?-
- mia sorella è una bambina e non può essere chissà quanto cattiva. Ma dei ragazzi più grandi di te? beh, c'è la probabilità che siano insopportabilmente insopportabili.- affermò il moro facendola scoraggiare ancora di più.
- e se facessimo delle ricerche?- disse la bionda alzandosi a sedere.
- non mi va di sapere quanti soldi gli escono dal culo ogni giorno.- rispose il moro con un tono che non ammetteva repliche. Ma Elise sentiva quel tono da 9 anni ormai e aveva imparato a prenderlo con le buone.
- magari troviamo qualcosa di interessante, il loro carattere ad esempio.- disse quindi mentre accendeva già il portatile, quindi il ragazzo si arrese promettendosi però che, prima o poi, sarebbe riuscito a non farsi convincere da quella acida biondina manipolatrice. Elise cominciò a cercare arrivando sul sito di un giornale che riportava la cronaca dell'apertura di una nuova fabbrica del signor Beacons e cose poco interessanti. Poi trovò un giornalino scolastico che riportava la seguente cronaca:
FRATELLI IN COMPETIZIONE
Il torneo di quest'anno sembra molto più competitivo di quelli degli anni precedenti. Il motivo? Beh, noi della redazione pensiamo che siano i capitani a essere in competizione. Non pensate che aumenterebbe la voglia di vincere se il vostro rivale fosse proprio vostro fratello, o comunque il vostro fratellastro come in questo caso? A nostro parere sì. Da una recente dichiarazione di Gazzelle Beacons, il fratello più buono tra i due, si potrebbe dedurre il contrario, ma sappiamo tutti che il giovane capitano della Diamond Dust è una delle persone più buone di questo mondo e non ammetterebbe mai di voler stracciare il fratello nella prossima partita.
"non mi da fastidio dover ammettere che ho voglia di vincere ma il fatto che mio fratello sia un mio avversario non cambia in nessun modo le cose."
L'avversario, spavaldo e orgoglioso come lo conosciamo tutti, ha invece ammesso:" è normale che io voglia vincere soprattutto perché Gazzelle è mio fratello". E voi per chi tifate?

-almeno Gazzelle non è come il fratellastro- disse il moro buttandosi nuovamente sulla poltrona.
- già! Guarda tu chi mi doveva capitare. -sbuffò Elise mentre spegneva il computer. Notò che aveva già fatto buio fuori. Stranamente nessuno venne a chiamare Enea dopo mezz'ora e così ne approfittarono per rimanere a chiacchierare. Entrò la direttrice dopo qualche ora.
- la mezz'ora è finita.- esordì la donna con uno sguardo che voleva imporre ai due di non replicare. Nessuno dei due lo fece dato che erano stanchi. Prima che Enea potesse uscire dalla stanza la direttrice parlò di nuovo - domani verranno i Beacons e gli Underwooth per conoscervi. Dipende tutto da come vi comporterete.-
- quindi se ci comportiamo male non ci adottano?- chiese Enea con un velo di speranza negli occhi e nella voce.
- prima o poi ve ne dovrete andare e seguire la vostra strada. Questa è un'ottima occasione. Adesso buonanotte a entrambi. - disse gesticolando come sempre. La direttrice che gesticolava sempre quando qualcosa la rendeva nervosa. I due ragazzi si salutarono e Enea si chiuse la porta della camera di Elise alle spalle.
Elise andò a dormire e prima di chiudere gli occhi pensò: farò di tutto per restare qui! Poi cadde nel sonno.

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