Capitolo 31

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Torch notò che i suoi amici si erano distratti dalla discussione: guardavano alle sue spalle corrucciando le sopracciglia. Si girò un secondo prima che Elise gli arrivasse addosso, spinta da Enea che sbuffava. I quattro ragazzi continuavano a guardare prima Elise, poi Enea, aspettando che uno dei due parlasse. Enea guardava Elise, che sembrava essersi dimenticata come si usasse la lingua.

-sul serio, Elise? Ti è preso il mutismo selettivo? - chiese Enea sbuffando ancora. Elise gli rivolse un'occhiata che a nessuno degli altri ragazzi sembrò diversa dal solito, ma Enea capì. –Torch, andate in bagno- intimò al rosso. Quest'ultimo sorrise incredulo e si rivolse alla sua ragazza.

-se vuoi fare sesso basta dirlo- scherzò indossando il ghigno che lei detestava. Elise ed Enea lo trucidarono con lo sguardo.

-vuoi per caso che ti castri, Beacons? - chiese il moro spegnendo quel ghigno. –vacci e basta! E sarà meglio che sia ancora vergine quando uscirete- intimò poi.

Gli altri tre ridevano sotto i baffi, ma smisero dopo un'occhiataccia di Torch. Elise prese un grosso respiro e guardò Enea.

–tranquilla, preparo il plotone- le sussurrò all'orecchio, poi indicò il bagno a Torch e lui, titubante, prese la mano di Elise e la trascinò dentro. La bionda era tesa come una corda di violino e ciò non tranquillizzava affatto il ragazzo dai capelli rossi.

-mi dici che succede? - chiese dopo un po' e Elise ebbe un piccolo sussulto, ma non parlò. Torch si appoggiò al lavandino e le prese la mano, per poi attirarla verso di lui. Appena i loro visi furono a pochi centimetri, lui le accarezzò la guancia delicatamente. –Elise, parla. Odio doverti tirare le parole di bocca- disse sorridendole dolcemente.

-lo so, ma non è semplice- sospirò lei. Lo guardò negli occhi: erano sinceramente preoccupati, come i suoi. La preoccupazione, però, era ben diversa. Elise sospirò ancora e cercò di lasciar fuori le emozioni, per concentrarsi su ciò che aveva da dire. Si allontanò da lui e distolse lo sguardo dagli occhi gialli che sembravano essere l'unico ostacolo tra lei e la verità. –ieri sera è successa una cosa che non ti ho detto- riuscì a dire dopo essersi massaggiata le tempie per un po'. Torch si irrigidì ma si trattenne dal dare di matto. –hanno fatto una scommessa ad Edward- balbettò e Torch si rimise in piedi: sapeva che la parte peggiore doveva ancora venire perché lei non lo guardava. –e lui mi ha baciata- disse poi tutto d'un fiato, sperando che lui captasse meno parole possibili. Ma non fu così.

-che cosa ha fatto? - ringhiò Torch, le mani che si distendevano e si stringevano a pugno convulsamente.

-io l'ho allontanato subito e gli ho dato anche uno schiaffo. Non volevo mettere nessuno nei guai, Torch, ma non potevo portarmelo dentro, non potevo mentirti ancora- disse Elise tutto d'un fiato con la voce che tremava. La bomba era stata gettata, ma lei non si pentiva di aver bombardato quella città.

Torch non disse altro, spalancò la porta facendola sbattere e attirando l'attenzione di tutti i presenti. Neppten, Xavier e Dvalin guardarono Gazelle e Jordan. Tutti e cinque sapevano che il volto di Torch in quel momento significava solo una cosa: avrebbe cercato di uccidere qualcuno.

-Brown! - ringhiò mentre a grandi passi si diresse verso il salone. I ragazzi lo bloccarono qualche metro prima che arrivasse al gruppo dei ragazzi più piccoli.

-dimmi che succede- gli intimò Neppten.

-ha baciato la mia ragazza- ringhiò ancora il rosso, senza però cercare di liberarsi dalla stretta degli amici. Perché non ci provò? Perché sapeva benissimo che, dopo quella frase, non lo avrebbero bloccato ma affiancato.

-il branco di lupi- sussurrò Heat a Edward quando vide la formazione militare che avevano formato quei ragazzi. Il suo tono non era impaurito, però: avrebbe difeso il suo amico nonostante tutto.

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