Capitolo 30

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Le labbra gonfie, le gambe di Elise avvinghiate alla vita di Torch che per di più le circondava con le sue mani. Inoltre Elise aveva un succhiotto rosso sul collo, di cui nessuno dei due si era accorto. Fu questo tutto ciò che Icer vide in meno di 10 secondi. A suon di tacchi che sbattevano sul pavimento, si diresse verso di loro urlando: -tu non sei stata invitata-

Spinse Torch via dalla bionda conficcando le unghie, lunghissime a causa della ricostruzione, nel braccio del rosso.

-mi hai invitata tu- disse Elise interdetta. Poi tirò fuori il biglietto dalla borsa.

-questo è falso- urlò Icer indicando il biglietto.

-ma se c'è la tua firma- rise Elise indicando la firma sul biglietto. Torch si ritrovò a pensare che Elise stesse recitando davvero bene. Fuori dalla porta erano arrivati gli altri che cercavano di guardare la scena senza attirare l'attenzione della festeggiata.

-hai architettato tutto alla perfezione, perfida e lurida orfanella! I tuoi genitori non ti hanno insegnato le buone maniere prima di abbandonarti per strada? - sbraitò la ragazza dai capelli viola. Il fiato si mozzò in gola a tutti gli ascoltatori. Gli occhi di Elise si incendiarono.

-povera Icer- disse Enea divertito fuori dalla stanza.

-credi che dovremmo intervenire? - chiese retorico Gazelle ridendo.

-no, lasciamola fare- rispose Enea osservando fiero la sua migliore amica. Poi si ricordò un piccolo particolare. –Edward, David- disse rivolgendosi ai gemelli che si stavano godendo la scena -credete che nel piano avremmo dovuto contemplare il corso di lotta libera che Elise ha seguito all'orfanotrofio?- chiese ai gemelli. I gemelli, come tutti gli altri ragazzi, spalancarono gli occhi impauriti e ritornarono a guardare la bionda.

-lotta libera?- esclamarono i due gemelli.

Elise scese dalla scrivania con un'eleganza invidiabile, superando Icer di alcuni centimetri e disse con una calma straziante: -e cosa vorresti fare? Tirarmi i capelli, forse? -

Torch si allontanò un po': quello sguardo, quel ghigno malefico sul viso della sua ragazza gli metteva un po' di timore.

-perché non credo che tu sia capace di farlo- disse ancora la bionda. La stava istigando, cercava di farsi attaccare in tutti i modi. Icer cadde nella trappola e afferrò la lunga coda di cavallo bionda, tirandola verso il basso così forte che avrebbe potuto staccargliela. Elise si piegò urlando di dolore, poi, quando le unghie della gallina le si stavano conficcando nel collo, ruotò su sé stessa e, con un calcio sulle gambe, fece cadere Icer a terra con un tonfo. Le salì a cavalcioni e la bloccò completamente con gambe e braccia. –la prossima volta che osi solo pensare di poter aprire bocca su di me o sulla mia famiglia, ricordati di stasera- ringhiò sulla faccia di Icer. Poi la lasciò andare e si alzò, si sistemò il vestito e sorrise ai suoi amici trionfante. Torch ricambiò con un sorriso divertito.

Fu un attimo: Icer afferrò di nuovo la coda di Elise, poi la spinse e lei andò a sbattere con la schiena contro il legno della scrivania, urlando di dolore. Mai voltare le spalle all'avversario, fu l'unica cosa che riuscì a pensare Elise. Si rialzò accorgendosi che Icer stringeva ancora la sua coda tra le mani e le assestò un pugno nello stomaco, ricevendo un calcio nel fianco con il tacco. Elise urlò di dolore un'altra volta, ringraziando il cielo che quel tacco non fosse a spillo. Icer si sbilanciò ed Elise colse l'occasione: afferrò i suoi capelli, li tirò indietro e circondò il suo collo con un braccio per bloccarla, mentre la ragazza cercava di liberarsi. Icer continuava ad urlare insulti, così Elise strinse il braccio intorno al suo collo mentre con l'altra mano le fermava le mani che continuavano a graffiarle il braccio.

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