capitolo 12

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C'era silenzio, solo il rumore delle loro labbra che si toccavano. Si staccarono per mancanza di fiato e Torch appoggiò il suo mento sulla fronte di Elise, sfruttando la differenza di altezza, per evitare di guardarla negli occhi.
-non pensavo che mi avresti ricambiato, voi ragazze non capite che non deve fare tutto il ragazzo.- si lamentò, tanto per restare se stesso anche in una situazione del genere.
-non hai fatto tutto tu, sei proprio scemo. Ti facevo più furbo, Beacons.- rispose lei spavalda.
–modera i termini! scema tu non io!- rispose ironicamente offeso. Risero. Poi, però, quasi improvvisamente, Elise si fece seria.
-che hai?- chiese, quindi, lui.
-stavo pensando a Gazzelle- disse guardandolo negli occhi.
–odierà me, non te. Che problemi ti fai? - chiese lui quasi ridendo. Elise non rispose e abbassò lo sguardo. -tranquilla andrà tutto bene- la rassicurò mettendole una ciocca di capelli dietro un orecchio.
-litigherete di nuovo- sbottò lei.
-sì sicuro- disse divertito.
-non voglio mettere la guerra tra voi due.- disse lei quasi arrabbiata, come se la colpa fosse di Torch.
-non siamo mai andati d'amore e d'accordo.- rise il rosso. Quest'ultimo, in quel momento, non poteva essere più felice e non gliene poteva fregare niente di suo fratello.
–appunto- disse lei seccata. Lui stava per tranquillizzarla per l'ennesima volta quando sentirono un telefono squillare. Elise prese il cellulare in tasca ma non era il suo. Torch inarcò le sopracciglia e tirò fuori il telefono. Roteò gli occhi sbuffando.
-è Mark?- chiese lei poco prima che lui potesse accettare la chiamata.
–no, peggio! Scusa- disse, improvvisamente di malumore, e mise il telefono all'orecchio, poi andò alla finestra e controllò fuori. Rispose e una voce un po' troppo stridula si sentì all'altro capo.
-non hai più il diritto di sapere cosa faccio e cosa no ... e allora? ... intanto calmati ... sì ... sì ... sono affari miei ... fammi il favore di lasciare in pace Bellatrix ... no! - urlò lui all'improvviso facendo saltare Elise sul posto. -non posso uscire e non voglio vederti. Ciao. - attaccò come se volesse rompere il telefono con un dito e si buttò sul letto con fare stanco coprendosi gli occhi con un braccio, d'un tratto arrabbiato. Elise si sedette sul bordo del letto, gli chiese se stava bene e lui annuì assente. Gli chiese chi era ma lui in un primo momento non rispose. Non le voleva dire chi era al telefono perché non voleva che fraintendesse, voleva solo averla accanto e sentire il suo profumo. Quel profumo che sembrava lo stesse abbracciando. Ed era vero: lei si era coricata accanto a lui e gli aveva messo un braccio sul ventre e la testa nell'incavo della sua spalla. Ora erano tutti e due in paradiso.
-posso sapere chi era?- chiese di nuovo lei dopo un po'.
-perché sei così curiosa?- chiese lui sbuffando.
-hai cambiato umore appena hai visto la chiamata.- rispose lei scuotendo la testa.
-era la mia ex- rispose lui guardandola per vedere come avrebbe reagito e sperando di non aver mandato a monte i progressi fatti fino a quel momento: Elise alzò la testa dalla sua spalla e lo guardò come per cercare spiegazioni.
-calma, ci siamo lasciati un mese fa.-
-e perché ti chiama?- chiese lei cercando di non arrabbiarsi.
-lo sa lei, mica io.- disse lui ironizzando. Lei lo guardò senza convinzione e poi rimise la testa su di lui. Quest'ultimo, però, le alzò il viso con una mano e le disse:-è finita, ok?-
-ok, tranquillo non sono arrabbiata.- disse interrotta però dal suono del campanello. Elise lo guardò con la fronte corrucciata. Torch fece spallucce e le disse di restare lì, poi si alzò e uscì. Lei aspettò meno di 30 secondi e poi uscì senza fare rumore. Si affacciò dalle scale ma non riusciva a vedere niente così scese qualche scalino e lo vide aprire la porta ma non vedeva oltre di essa.
-ciao amore!- urlò una voce femminile molto stridula, forse anche più stridula di quella della mamma di Torch. Una ragazza saltò al collo di Torch: aveva i capelli viola lunghi, era molto bassa e con occhi rossi magnetici.
–Icer, levati!- sbottò il rosso cercando di togliersela di dosso.
-ti amo quando fai lo scontroso ma ora basta, torniamo insieme!- disse lei stringendolo ancora di più.
-no, non voglio tornare con te.- disse facendo roteare gli occhi con aria stanca.
-che cosa?- quasi urlò lei.
-non voglio tornare con te, chiaro?- disse lui facendole lo spelling con le mani ai lati della bocca.
-è per quella puttana che è venuta ad abitare qui? Elise, giusto?- disse lei con le mani sui fianchi, alzando un po' troppo i toni per i gusti di Elise.
-non sono affari tuoi.- rise lui pensando che in quel momento fosse patetica e, in cima alle scale, lo pensava anche la bionda. Icer si mise le mani ai lati della bocca e urlò: -hey tu, puttanella! Vieni qua, invece di nasconderti! - e fu il colpo di grazia, Elise aveva ascoltato troppo. Scese le scale velocemente.
-a chi hai dato della puttana?- disse Elise in modo dolce con un sorrisetto che non prometteva niente di buono.
-a te, mia cara.- rispose l'altra sorridendo di rimando.
-pensa per te che ti sei ridotta a venire fino a casa di un ragazzo a supplicarlo di tornare con te. Sei ridicola con la R maiuscola.- rise Elise.
-ma guardati: con quei capelli biondi tinti sei patetica.-
-non sai nemmeno distinguere dei capelli naturali da dei capelli tinti, non farmi ridere per favore, la tua è solo invidia.- disse lei senza dimostrare rabbia, mentre Icer sembrava sul punto di esplodere.
-non ho niente da invidiarti visto che sono la ragazza di Torch.- disse spostandosi una ciocca di capelli ma non sapeva che Elise non aspettava altro che questa frase.
–piccolina, oltre ad essere ridicola sei anche ritardata, quella attuale ce l'hai davanti.- disse fintamente dolce scompigliandole i capelli. Icer non trovò le parole per ribattere. Torch, invece, era rimasto come un idiota all'ultima frase. Poi però si riprese. Stava per scoppiare a ridere: - Icer vattene- suonava più come un consiglio che come un ordine, quasi le stesse consigliando questo perché sennò chissà che altre brutte figure avrebbe fatto.

-va bene- disse lei guardando la bionda in modo soddisfatto. Poi si girò di scatto e baciò Torch che rimase ad occhi spalancati. Si staccò sorridente e salutò Elise come si saluta un'amica.

Quest'ultima era senza parole. Era arrabbiata ma lasciò comunque che la tappetta uscisse dalla casa.
–Elise, ti prego io...- Torch non riusciva a scusarsi ma Elise lo rassicurò:-non c'entri nulla tu, è lei la troia.- disse facendolo scoppiare a ridere.
-sei stata ... Wow, nessuno l'ha mai spenta in quella maniera.- poi cercò di baciarla ma lei lo fermò. Gli passò un dito sulle labbra come se fosse sporco:-non bacio le labbra macchiate della sua saliva.-
-la sai una cosa?- chiese lui tirandola ancora di più a sé.
-cosa?- chiese lei mettendo le braccia dietro il suo collo.
-adesso sei la mia ragazza.- disse fiero, poi la baciò.

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