capitolo 8

1K 91 5
                                    

-per lui non ero una cosa bella- ne rise amaramente lei.

-lui non ha mai capito un cazzo di ragazze davvero belle. - ne rise amaramente anche lui. Elise si stupì del fatto che quella frase, nonostante non lo sembrasse, le apparisse così dolce. Torch le teneva ancora il mento e lei non si voleva muovere. Quel tocco era delicato, il rosso non voleva farle male.

-quindi sarò nella stessa scuola di quel ...- disse lei ma non continuò sennò le sarebbero uscite le parole peggiori. -io non voglio. - disse obbligando a sé stessa di non piangere ma cominciò a lacrimare involontariamente.

–smettila, non sei il tipo di persona che si mette a frignare. - quella frase era uscita spontanea dalle labbra di lui. La ragazza guardò il giallo dei suoi occhi. -perché mi fai questo effetto, ragazzina? - chiese lui rendendosi conto di ciò che stava dicendo in realtà solo dopo averlo detto.

-effetto? In che senso? - chiese a sua volta Elise confusa. Torch si rese conto di quanto apparisse tenera in quel momento: il trucco colato per le lacrime e la faccia confusa. Come una bambina che aveva solo bisogno di qualcuno che la stringesse per farla sentire di nuovo bene.

- nulla, lascia perdere. - disse lui alzandosi. Ma Elise non lasciava mai perdere e la prima cosa che odiava erano le frasi lasciate a metà.

-no, adesso parli- disse lei fermandolo da un braccio. Torch si chiese perché non riusciva mai a tenere la bocca chiusa e perché lei non poteva rimanere nel dubbio. -ho detto parla. -

-non riesco a toglierti gli occhi di dosso, contenta? - disse velocemente Torch sperando che la ragazza afferrasse il meno possibile. Lei balbettò qualcosa di incomprensibile -sei qui da meno di due giorni e già piaci a tutti. - rise Torch amaramente. Era difficile per lui ammettere una cosa del genere.

– a tutti? - chiese lei più confusa di prima.

-secondo te perché Gazz mi ha picchiato? Perché aveva voglia di fare a botte? - chiese lui cercando di nascondersi dietro al tono di scherno.

-cosa? Gazelle?- chiese ancora lui.

-non fare finta di non aver capito. - disse lui seccato di dover spiegare cose a cui non voleva nemmeno accennare.

-io non volevo...- disse lei sinceramente.

-tu non volevi fare nulla, intanto lo hai fatto! - disse lui come se avesse lei la colpa. -ma perché? Perché non volevi? - Elise, nel frattempo, stava capendo tutto piano piano e tante, troppe, domande stavano alleggiando nella sua testa.

-quando ti ho conosciuto pensavo fossi come lui. - fu l'unica cosa che le venne in mente di dire.

-lo ero l'anno scorso ma ora non lo sono più. - affermò lui come se volesse difendersi da ciò che lei poteva pensare. La conversazione non gli stava piacendo proprio per nulla.

-che vuol dire? - chiese lei avida di sapere.

-non capiresti. - disse sperando che lei non gli chiedesse più nulla.

-se non me lo spieghi non posso capire. - disse Elise sempre più interessata.

-il punto è che non te lo voglio spiegare. - disse lui cercando ancora di farla stare zitta. -mi odieresti come odi lui. - continuò lui a voce infinitamente bassa. Elise, però, che aveva le orecchie aperte come dei portoni spalancati, afferrò tutta la frase.

-sarebbe una brutta cosa per te se ti odiassi? - chiese allora lei facendolo ridere.

-ti ho appena confessato che mi piaci, secondo te sarei felice se mi odiassi? - disse ridendo come se non fosse nulla di che. Ma per lui ammettere una cosa del genere era pesante, anche se non lo dava a vedere. Elise rimase senza fiato. A Torch non poteva piacere lei, era più grande e aveva sicuramente visto ragazze migliori nella sua vita, era tutta una balla. A distrarli fu il telefono di Torch che squillava: -parli del diavolo e spuntano le corna- disse il ragazzo e girò il telefono in direzione di Elise. Mark Krueger lo stava chiamando e lui non sembrava tanto felice. Strisciò il dito sul cellulare per rispondere e si sentì una voce parlare all'altro capo. Elise rabbrividì. Sentiva solo la voce parlare ma non distingueva le parole. Torch strinse i denti, questo dimostrava che qualcosa non andava: -non ho quello che vuoi, chiaro? Lasciami in pace. - sbottò. La voce parlò di nuovo e il ragazzo cambiò espressione: spalancò gli occhi e poi si rattristò. -va bene, arrivo-chiuse il telefono e notò che la ragazza lo guardava sprizzando curiosità da tutti i pori. -devo andare. - disse lui solamente facendo per andarsene. Lei però gli afferrò il braccio: -dove vai a mezzanotte passata? - chiese la bionda.

è solo un gioco?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora