capitolo 6

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-che cosa vuoi? - chiese più acida che mai.

-dove vai? - chiese lui come se lei non avesse parlato.

-i tuoi amati genitori non ti hanno insegnato che non si risponde a una domanda con un'altra domanda? - chiese di nuovo lei.

- e a te non l'hanno insegnato? - rispose lui arrogante.

- si, a differenza tua- rispose Elise che adesso era pure arrabbiata.

-beh non sembra- disse lui guadagnandosi lo sguardo stupito di lei - ti ho chiesto " dove vai?" e tu hai chiesto "i tuoi amati genitori non ti hanno ... "- iniziò il rosso con tono da femminuccia ma lei lo interruppe.

- so quello che ho detto, okay? E comunque se proprio vuoi saperlo vado al campo da calcio con Enea, contento? Ora mi puoi anche contare i passi. - disse più arrabbiata che mai. Era il secondo ragazzo che la faceva arrabbiare in quel modo e con il primo era anche finita male.

-mi hanno detto che hai conosciuto Bellatrix. - l'unica cosa che Torch voleva era cercare di parlare con lei con qualsiasi argomento e non riusciva a spiegare il motivo a sé stesso.

-sì, sembra che in questa famiglia tu sia l'unico insopportabile e arrogante. - lo punzecchiò lei.

-stare troppo con Gazelle ti fa pensare cose stupide. - rispose lui.

-vorresti dire che non sei arrogante? O insopportabile? - lo provocò ancora lei. Lui, per farla stare zitta, le rispose: - alcune persone non mi reputano così. - ma lei aveva la risposta già pronta.

-in effetti per altre persone sei pure un puttaniere. -

-che hai detto? - chiese tra l'arrabbiato e il divertito lui abbassando la testa per arrivare all'altezza della bionda e guardarla dritto nel verde dei suoi occhi.

-mi hai sentito benissimo: sei arrogante, insopportabile e puttaniere. -

-e tu sei ...- ma non riusciva a continuare, non la conosceva -dimmelo tu che cosa sei. Come ti reputa la gente? - fece il suo solito sorriso diabolico e tornò in posizione eretta, incrociando le braccia con aria da vincitore.

-la gente che non mi conosce fino in fondo mi reputa stronza, menefreghista, a volte irritante, fredda, alcuni mi reputano addirittura strana, chissà perché. Solo con le persone come Gazelle e Bellatrix faccio vedere la vera me, perché ho imparato che a questo mondo se mostri come sei fatto veramente tutti ti fanno del male, mentre se ti metti una maschera come la mia la gente cattiva nemmeno si avvicina. - disse con gli occhi pieni di odio. Torch rimase senza parole. Capì che la ragazzina doveva essere stata ferita da qualcuno in passato e stranamente gli venne voglia di picchiare a sangue quel qualcuno. Da quando l'aveva vista aveva un'inspiegabile bisogno di stare dove era lei, di guardare per ore quegli occhi che assomigliavano a un prato in primavera, di sentire quel profumo meraviglioso quando gli passava accanto. Era una droga, anzi meglio.

-adesso devo andare. - disse lei sorpassandolo. Lui non fece niente per fermarla, si limitò a ghignare. Elise scese e trovò Enea pronto: -andiamo? - chiese lui. Lei annuì e cominciarono a camminare.

Intanto in camera di Elise entrò Gazelle che si stupì di trovare il rosso invece che la bionda.

-che ci fai qui? Dov'è Elise? - chiese sospettoso temendo il peggio.

-è andata al campo- disse prendendo il libro dal letto della ragazza.

-cos'è? - chiese Gazelle tranquillizzandosi e concentrando la sua attenzione su quel libro.

-un libro- rispose semplicemente Torch.

-questo lo avevo capito. - disse seccato Gazelle. Torch gli rivolse uno sguardo rapido pensando che suo fratello era molto più acido da quando Elise viveva con loro. I due ragazzi guardarono la copertina azzurra del libro e poi Torch la aprì. La scritta " Colpa delle stelle" al centro dominava la pagina scritta in corsivo da computer, tutt'intorno c'erano delle frasi scritte a penna. Torch ne lesse qualcuna e poi si girò verso il fratello. -legge cose del genere? - disse quasi schifato.

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