bussai.
Thomas aprì la porta e squadró Levi.
"Sei cinque minuti in ritardo,Girard"
"da quando mi controlli?"
"da quando ti sei messo con la mia migliore amica"
"b-beh..non è ancora..ufficiale insomma.."
"sì..stiamo..uscendo insieme"
"esatto!" e ci allontanammo,guardandoci in giro nervosamente.
"meglio..Sasha è solo mia" e mi tiró a fianco a sè poggiando la mano sul mio fianco,che subito mi fece pensare a quanto mi batteva forte il cuore quando lo faceva Levi,solo lui.
"ah e così lo dici a tutte?" comparve Carolina,con un aria vagamente alterata.
sentii Thomas ingoiare la saliva e poi rivolgerle un sorriso al quanto affascinante.
"tu sei l'unica a cui lo dico nel vero senso della parola,Sasha..beh la sto proteggendo dalle grinfie di quel lurido bastardo,sto sospettando che tu sia un vampiro lo sai Levi?"
"beh scusa se ogni notte mi svegli per raccontarmi i sogni erotici che fai su te e la tua ragazza!"
spalancai la bocca ridendo mentre Thomas nascondeva il viso nell'incavo del mio collo.
so che avrebbe voluto replicare,magari anche Levi si immaginava..cose che non sarebbero mai successe.
ma non lo fece,e non potevo essergli più grata.
quella sera io e Lina facemmo una scorpacciata di film d'azione.
più che altro io cercavo di seguirli mentre lei blaterava su quanto era figo questo o quell'attore.
ma era la mia migliore amica,e la nostra amicizia funzionava in quel modo.
di sicuro non avrei fatto nulla per cambiarla.
io no..ma mio padre..
scossi la testa alla sola idea,lui era in prigione.
e lì doveva rimanere.
"sasha? sasha mi senti?"
"eh cosa?" girai la testa verso di lei,che mi porgeva il telefono.
"Levi non riesce a fare a meno di tee" mi canzonó ridendo,mentre correvo in bagno per rispondere al suo messaggio.
"mi manchi,principessina"
sbuffai.
da sasha;a levi
"lo sai che odio quando mi chiami così"
mi guardai allo specchio,non aspettandomi che rispondesse subito.
e invece dopo qualche minuto il mio telefono vibró di nuovo.
da levi;a sasha
"se odi quel nomignolo tanto quanto odi me finirai con l'amarlo tra qualche mese"
sogghignai.
da sasha;a levi
"scommetti?"
da levi;a sasha
"scommetto un minuto di sosta non vietata per la mia mano su una tua tetta che mi dirai 'ti amo' tra meno di un mese"
mi morsi il labbro arrossendo.
da sasha;a levi
"e io invece scommetto un minuto di sosta del mio calcio sulle tue palle che non sarà così"
da levi;a sasha
"ci sto,principessina.
buonanotte ps:mettiti l'anima in pace che perderai"
da sasha;a levi
"non toccherai mai le mie tette Levi,mai"
detto questo uscii dal bagno,lasciando il telefono sul lavandino.
"cosa voleva? cosa voleva?"
"guai."
roteai gli occhi sedendomi sul letto.
"uuh"
le raccontai tutto e lei rise.
poi arrossì e,districandosi i capelli con un pettine sussurró.
"non è così male sai..? quando ti toccano.."
"ma no! non voglio che lo faccia! e ora tieni i tuoi pensieri erotici lontani dalla mia aura"
feci finta di tirare sù una cerniera tra lo spazio che ci divideva,lei continuó a parlare di quanto poteva sembrare prominente il rialzo nei pantaloni di Levi mentre io già mi chiedevo cosa avrebbe fatto il giorno seguente.
mi raggiunse a pranzo,mentre discutevo con Thomas della grafica dell'ultima edizione di un videogioco.
"siete tutti invitati al compleanno di Cloe"
Cloe Evans.
la ragazza perfetta.
la rivale perfetta.
cosa voleva fare? istigarmi?
pensai fosse una prova,che avesse macchinato qualche specie di trabocchetto e accettai,con forse una nota troppo accentuata di entusiasmo.
e mentre mi recavo al cestino sentii il suo respiro sul collo.
"casa sua è molto molto grande Sasha,sono sicuro che troveremo un posto per noi due."
agii d'impulso e mi girai,facendo scontrare la mano con la sua guancia.
mi guardó sopreso,come il resto delle persone dentro quella stanza,mentre si teneva una mano accanto alla ferita.
"io..scusami..t-tanto.."
sussurrai con la voce tremante e poi corsi via,nel solito posto.
"PERCHÈ NON MI HAI PROTETTO MAMMA?!"
tirai un pugno alla corteccia verdognola dell'albero nel cortile principale.
"perchè..mi hai lasciato con lui?" sussurrai,accasciandomi a terra.
lo apettai,ma Levi non arrivó.
pessimo come primo giorno della scommessa.
i giorni continuavano a passare,io lo evitavo e lui evitava me.
il primo accordo che avessimo mai preso.
il primo che avessimo mai rispettato.
mi mancava.
di certo non sarei stata io,perô quella a scusarmi.
la sera della festa era arrivata,e fummo tutti trascinati nella grande e sfarzosa villa di Cloe Evans.
il vialetto era cosparso di pietre colorate,ebbi l'impressione che fossero diamanti.
ne sarebbe stata capace.
sul giardino campeggiavano due palloncini,ritraenti il numero diciassette.
numero degli anni che compiva.
decine e decine di persone avevano già preso posto sulla veranda,sull'erba del giardino,in casa.
ma solo uno mi colpì.
un ragazzo dai capelli neri e gli occhi indecifrabili stava accanto all'ingresso,con un bouquet di rose bianche in mano.
"questo é il meglio che sai fare,Giard?"
non disse nulla,corse a perdifiato verso di me e sussurró milioni di volte scusa prima che io potessi prenderlo per il colletto e tirarlo verso di me,facendo scontrare le nostre labbra.
"dove sei stato tutto questo tempo?"
sussurrai,non volevo di certo che qualcuno si intromettesse nella nostra vita. anche se la maggior parte delle persone che erano presenti in veranda pendevano dalle nostre labbra.
"io.."
"shh" posai un dito sulle sue labbra,volgendogli il mio migliore sguardo provocante.
"ti sei solo giocato punti per la scommessa"
e detto questo entrai,immergendomi in quel disgustoso mix tra fumo,alcool e baci che è una festa di sedicenni.
immersi il naso nei fiori,percependone l'odore e sorrisi.
"e così Girard ha perso la testa per te.."
mi girai di scatto,un ragazzo alto,coi capelli color rame e due occhi espressivi si stava avvicinando a me.
"potrei risponderti se sapessi il tuo nome"
"sono Tadashi Rupert,della scuola rivale della vostra"
ma certo..avevo sentito parlare di lui!
era il capitano della squadra di basket della President High School,l'avevano nominato Levi e Thomas in uno dei loro discorsi.
"Sasha.."
"Kroskij,molto lieta"
sorrise stringendo la mia mano.
"memorizza il suo nome Rupert,perchè è l'ultima volta che le parlerai."
sentii la pressione della sua mano sul mio fianco e capii che forse era meglio andare.
arrivati al terrazzo mi sorrise.
"non ci credo"
"cosa?"
"non..non mi hai risposto di potercela fare anche da sola,non ti sei arrabbiata tu..."
"beh ci tieni così tanto..ho pensato che non mi avresti sopportato per un mese e mezzo se avessi voluto solo sesso"
"ed è così" sussurró sulla mia guancia,prima di poggiarci le labbra.
"v-voglio solo una vita normale Levi.."
"e l'avrai. te la prometto. avremo tutto,insieme"
annuii passando una mano sulla sua schiena mentre mi faceva sedere sul cornicione.
mi teneva stretto a sè,quasi come avesse paura che me ne sarei andata.
ma non l'avrei fatto.
STAI LEGGENDO
|La sottile linea tra amore e odio|
RomanceLei non era la classica ragazza. E lui non era il classico ragazzo. Erano così diversi dal resto del mondo che non potevano non innamorarsi. Erano matti,matti da legare. Lei dedicava la vita agli altri,senza sapere chi fosse. Lui la prendeva nel be...