11 Settembre

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Scusate ma questo non è un capitolo, ma solo un pezzetto di ricordo che non lascerà la mia mente e, spero con tutto il cuore, neanche la vostra.

Stamattina ho trovato quest'immagine a colore ma ho deciso di postarla in bianco e nero perché che senso ha dare colore a questa foto se ogni sfumatura si è assopita insieme migliaia di anime, vittime della catastrofe?
Ci pensate?
Un attimo prima è tutto parole, voci, sorrisi, risate, baci, abbracci, strette di mano, azzurro, giallo, verde, rosso e arancione.
E un attimo dopo è tutto urla, lacrime, pianti, sirene dell'ambulanza e  della polizia.
È tutto bianco e nero.
Magari qualcuno era felice, dentro a quegli uffici.
Magari in quel momento qualcuno festeggiava per un buon affare andato a termine.
Magari qualcuno era incazzato.
Magari c'era qualcuno che aveva litigato con la persona che amava e voleva solo tornare a casa per risolvere e aggiustare tutto.
Solo che non uscirà più da quell'edificio.
Non risolverà più niente.
Perché non esisterà più, se non nella memoria dei suoi cari.
Forse c'era qualcuno che non vedeva l'ora di tornare a casa e urlare un "sono a casa!" per poi abbracciare i suoi figli, che gli sono corsi in contro, e baciare sua moglie.
Solo che non tornerà più a casa.
Non abbraccerà più i suoi figli e non bacerà più la donna che gli ha fatto battere così forte il cuore solo al primo sguardo.
Può darsi che ci fosse anche qualcuno che aveva dei sogni.
Solo che quei sogni sono rimasti intrappolati fra quelle quattro mura, ormai rase al suolo, o volate via in mezzo ai nuvoloni di fumo.
E adesso, gli artefici di tutto, non hanno sulla coscienza solo la fine di migliaia di vite, ma anche i colori strappati dalle vite di chi, quelle persone, le amava.

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