Run Away.

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Il suono della mia mano sopra alla guancia di Michael risuonó per tutto il campeggio, facendolo gemere dal dolore.

"Che cazzo! Fai piano!" gridò, massaggiandosi la parte arrossata del suo viso, dove vi erano presenti le cinque dita della mia mano.

"E tu Michael, tu ci sei andato piano con i miei sentimenti?" lo attaccai, avvicinandomi al suo corpo cosiché potesse vedere i miei occhi ormai lucidi. Forse, magari, avrebbe capito il dolore che ho provato.

"I tuoi sentimenti? Quali, Carly?"

"Delle volte mi chiedo se tu sia cieco Michael!" portai le mani al viso, esasperata da tutta questa situazione.

Che poi, é davvero stupida come situazione, sinceramente.
Conosco Michael da pochissimi giorni e mi ha provocato più dolore lui che una ginocchiata sul naso mentre facevo una capriola.

Ha smosso ogni emozione presente nel mio corpo, distruggendo la barriera difensiva che mi ero costruita con il tempo.

Ho sempre tenute le difese molto alte, anche perché non volevo innamorarmi, non volevo soffrire, ecco, perché sapevo che se lo avessi fatto, avrei avuto un attacco di cuore.

E quell'attacco di cuore, mi si é ripresentato davanti in un inevitabile pacchetto nero, chiamato anche Michael Clifford.

"Hai una notte piena di emozioni con me e poi te ne vai con un'altra, facendomi credere che di me non te ne importa nulla. Invece tu, ti sei mai chiesto come in poco, mi importi così tanto di te?

Cerco di parlarti, ma per te é tutto normale, tutto buttato all'aria, una notte insignificate. Ma chiedimelo Michael, quanto é stata importante per me quella serata?

Poi mi vieni a parlare: ti scusi con me, dici di aver bisogno di me, che ti devo accettare per come sei, ma io lo so, só benissimo che tu non smetterai di farmi male.

Michael, io non sono usa e getta. Provo forti emozioni in questo momento che nessuno potrebbe reggere assieme" feci un profondo respiro, quasi pentita delle parole che stessi per pronunciare, "voglio essere felice, ma ho capito che qui, con te, non lo sono"

"Cosa vuoi dire con questo?"

Gli presi le mani, guardandolo finalmente nei suoi occhi verdastri. Mi scappó un sorriso, era inevitabile sorridere quando guardavo il paradiso dentro quel paio di occhi "chissà se ci rivedremo" dissi ridacchiando, allontanandomi da lui.

"Aspetta, Carly!" sentii la voce spezzata di Michael chiamarmi, facendomi così girare verso la sua direzione.

"Spero troverai un'altra ragazza alla mia altezza per le tue lezione di chitarra. Ciao Michael" finalmente mi congedai, rifugiandomi nella mia piccola tenda.

Spero sia un addio il nostro, Michael.

-

Tra le lacrime continuavo a ripiegare i miei vestiti nella media valigia nera, bagnando leggermente qualche felpa .

Mi sarebbero mancati i ragazzi e mio fratello, insieme a quel pizzico di libertà che trasmettevano alla gente. Ho imparato tanto in così poco e, forse, ancora non sono pronta ad una vita simile alla loro, spericolata fino alla fine, anche se l'idea mi elettrizzava.

"Carly?"

"Si?" mi asciugai in fretta e furia le lacrime, prima che mio fratello entrasse.

Il sorriso che aveva stampato sul volto si trasformó ben presto in un'espressione di panico "Che cazzo stai facendo?"

"Metto gli ultimi vestiti in valigia"

"Haha divertente, dai, ora toglili" disse divertito, pensando che stessi ironizzando tutto, ma, quando vide i miei occhi arrossati, capì che non era un gioco. Volevo andarmene sul serio.

"Carly, togli quei vestiti" mi tolse di mano la t-shirt piegata, buttandola a terra.

"No Ty, voglio andare via!" la ripresi, cominciando a ripiegarla di nuovo, insieme agli altri capi. Ma nulla, continuava a disfare tutto.

"Perché? Ti stavi divertendo!" urló lui, tenendo stretta tra le mani la mia felpa nera.

"No, tu ti stavi divertendo, io stavo solo male!" urlai a mia volta, cercando di trattenere le lacrime.

"Io non ti accompagneró" disse, guardandomi con aria di superiorità, non sapendo che già mi ero organizzata con la mamma.

"Ed é per questo che ho chiamato mamma che" non finii in tempo la frase che la lampo della tenda si aprì, lasciando entrare le figure dei ragazzi. C'erano tutti, tranne Michael.

"Cosa succede? Dio, si sentono le grida da fuori" disse Luke, spalleggiato dagli altri.

"Me ne vado" risposi freddamente io, chiudendo definitivamente la valigia.

"Cosa?!" dissero in coro.

*spazio autrice*

Tiratemi ciò che volete ma ultimamente non sto affatto bene, ('cause i'm not fine at all) il mondo ce l'ha con me, non vuole che io sia happy e che scriva capitoli altrettando belli e happy. ew ╮(╯3╰)╭

Grande banana, se mi stai ascoltando, dije all'amici tua che ho delle fanfiction da portare avanti, e me so rotta definitivamente i cojoni, duh

*okay basta, era uno sfogo, ora la smetto. Scusatemi, iniziamo da capo♡

Heyy cari lettori✨

Si lo so, il capitolo é leggermente corto, (forse fà anche schifo) ma c'era poco da dire, insomma. Dal prossimo capitolo, alcuni di questi saranno tratti dal diario di Carly, quindi non saranno tanto lunghi :3

Cercheró comunque di renderli interessanti❤

ANYWAY
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E
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Grazie per esserci sempre
Vi voglio bene
(FRANZONED, solo una persona capirà)
☆ミ ☆彡

-Giulss

Wrapped Around Your Finger ➵ m.cDove le storie prendono vita. Scoprilo ora