Eighteen.

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"TANTI AUGURI TESORO" urlarono i miei, non appena varcai la soglia della porta della cucina, particolarmente assonnata.

"Emh cos.. ohw, grazie" risposi, dirigendomi verso il tavolo di legno, dove vi era appoggiato un piatto di pancakes fumanti, "Wow mi hai fatto i pancakes, oggi nevica!" esclamai dopo, afferrando forchetta e coltello per tagliarne uno.

"Bhe non capita tutti i giorni di compiere diciotto anni, perciò ho deciso di preparare un qualcosa che non mi capita di cucinare tutti i giorni" disse mia madre, accarezzandomi dolcemente la guancia candida, sfoggiando un piccolo sorriso fiero, "la mia bambina".

Si donna, ora molla le mie guance che sto cercando di mangiare.

"Carly, dobbiamo dirti una cosa..."quasi sussurró mio padre, sedendosi al mio fianco.

"Emh, si?" chiesi distrattamente, addentando una fetta di pancakes, assaporandone la consistenza di cui non ricordavo affatto il sapore.

Le cose ingiuste della vita.

"Non ci saremo per tutta la mattinata" disse tutto d'un fiato papà "perché dobbia.."

"Va bene" lo interruppi io, rimanendo il più seria possibile, anche se in realtà volevo solo urlare.
Non potevano lasciarmi da sola, non anche oggi!

"Quindi per te non é un problema?" scossi la testa, cercando si trattenere quella marea di lacrime che stavano per uscire dai miei occhi marroni.

"No, non lo é"

"Allora noi, andiamo. Buon compleanno, Carly" disse mia madre, scoccandomi un bacio sulla guancia, leggermente sporca di sciroppo d'acero.

"Buon compleanno un cazzo" esclamai, non appena udii la porta chiudersi.

-

"BUON COMPLEANNO PICCOLA GRINT!" urlarono i ragazzi dall'altra parte del mio telefono, facendomi imprecare leggermente per il tono di voce usato.

"Vorrei arrivare ad ottanta anni con un udito stabile, grazie" ridacchiai, sorridendo in effetti. Erano stati davvero carini a preoccuparsi di me, anche se avrei potuto perdere la sensibilità all'orecchio destro.

"Alloooora festeggiata, cosa farai oggi?" mi chiese mio fratello, seguito da tutti gli altri che magari aggiungevano un 'eh esatto' oppure un 'farà bordello si'.

"Me ne staró in camera mia, fingendo di non esistere" borbottai io, cercando di imitare la vice di Daniel Radcliff in Harry Potter E La Pietra Filosofale.

"Non sai imitare Daniel Radcliff amore!" esclamó Calum, facendo ridere di gusto tutti i ragazzi, me compresa.

"Come sarebbe a dire? Non festeggi con mamma e papà?" chiese dubbitoso mio fratello.

"Lavoro lavoro lavoro"

"Infami" sputó Ty. Ed era vero, magari non infami, certo, ma non pensavano mai alla nostra felicità, piuttosto alla loro.

Cos'é per loro la felicità? Soldi.

"Carly, ora dobbiamo andare" sospiró mio fratello, intento a chiudere la chiamata ancora aperta.

Non posso credere che sto per farlo.

"Aspetta Ty" lo fermai immediatamente, mordendomi la lingua per evitare di parlare, ma purtroppo, fu tutto più forte di me.

"Mh?"

"Dov'é Michael?"

"É tornato a casa"

Wrapped Around Your Finger ➵ m.cDove le storie prendono vita. Scoprilo ora