L'anima gemella esiste davvero?
Possono una ragazza e un vampiro essere destinati ad amarsi?
Può la ragazza rinunciare a tutto per lui?
Numero 5* in classifica 27/05/2017
Era passata una settimana da quando Trevor aveva portato Mar nel regno dei vampiri e purtroppo, lui era stato molto occupato con i suoi doveri di principe e non aveva potuto passare molto tempo con lei, ma quella sera era diverso. "Trevor sul serio, dove mi stai portando?" chiese Mar confusa. Trevor era ritornato al castello nel tardo pomeriggio ed era subito corso da lei per trascinarla chissà dove. "Trevor!" lo ammonì Mar quando si ritrovarono nel giardino del castello. "Abbi un po' di pazienza" disse Trevor Il giardino era enorme, pieno di fiori di ogni tipo, colore e profumi immaginabili.
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Era semplicemente magnifico. "Eccoci" disse Trevor fermandosi davanti ad un cespuglio pieno di rose rosse.
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"Cos'è tutto questo?" chiese Mar notando un piccolo tavolo apparecchiato per due. "È stata una settimana impegnativa per me, ma ora ho finalmente un po' di tempo libero e volevo passarlo con te" disse Trevor avvicinandosi al tavolo per scostare una sedia, facendole segno di accomodarsi. "Io...beh sono sorpresa. Non credevo riuscissi a trovare del tempo per me" ammise Mar sedendosi e subito dopo lui la imitò, sedendosi di fronte a lei. "Per te farei di tutto" disse Trevor sorridendo mentre lei arrossì leggermente. "Ho fatto preparare dai cuochi il tuo piatto preferito" disse Trevor sollevando il coperchio dal vassoio davanti a loro. "Pizza!" esultò Mar euforica facendolo ridere. "Allora, com'è andata la tua settimana?" chiese Trevor mentre sistemava nei loro piatti alcune fette di pizza. "Bene. Tua madre mi ha portato a visitare il regno e devo dire che è molto diverso da ciò che mi aspettavo" ammise Mar ripensando a qualche giorno prima. Il regno dei vampiri, confinava con quello delle streghe e quello dei licandropi (già esistevano anche loro). E per quanto assurdo potesse sembrava, quel mondo parallelo assomigliava moltissimo alla terra. C'erano negozi, scuole, casa, musei e perfino ristoranti. I vampiri, nonostante la loro alimentazione era per lo più a base di sangue ricevuto dai donatori umani, adoravano il cibo della terra e lo mangiavano quasi ogni giorno. Alex l'aveva portata a fare shopping ed era stata una vera sorpresa per Mar, scoprire che molti stilisti erano dei vampiri che si erano trasferiti sulla terra. Zander nonostante fosse un re molto impegnato, aveva trovato tempo per raccontarle un po' della storia del loro regno. Insomma in quella settimana Mar aveva imparato molto di quel mondo. "Sono felice di sapere che ti trovi bene qui. In fondo, questa è anche casa tua" disse Trevor. "Casa mia" sussurrò rattristandosi per un secondo. Trevor mise una mano sopra quella di lei. "Ehi" la richiamò lui preoccupato notando quanto fosse triste. "Sto bene, devo solo avere un po' di pazienza giusto?" chiese Mar tirando indietro la mano dalla presa di lui.
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"Certamente. Non appena sconfiggerò Vince ridarò la memoria hai tuoi genitori" disse Trevor serio. "E la tua settimana com'è andata?" chiese Mar cambiando discorso. Parlare dei suoi genitori la faceva diventare triste nonostante, sapesse che era una situazione temporanea. "Oh il solito. Incontri con il consiglio, pratiche da sbrigare, paesani da incontrare" disse Trevor scrollando le spalle.
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"Tutto questo sembra terribilmente noioso" disse Mar sincera. "Lo è ma devo farlo. Insomma sono pur sempre il futuro re di questo regno" disse lui. "Sei molto affezionato a questo posto" notò Mar. "È casa mia. Qui è dove sono nato, dove sono diventato ciò che sono, dove..." lei lo ferma. "Dove un criceto d'india ti ha morso" disse Mar sarcastica. "Dovevi proprio ricordarmelo?" chiese Trevor esasperato, ma quando senti la risata di lei non poté far altro che sorridere.
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"Scusami, ma è troppo divertente. Tu sei un vampiro. Sei forte, veloce, riesci a controllare le menti umane, ma hai paura di un criceto" disse Mar divertita. "Ehi quelle palle di pelo sono terrificanti" disse Trevor fra il serio e divertito facendola ridere ancora.
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Passarono molte ore in quel giardino a parlare e ridere. Erano felici come non lo erano da tempo e tutto questo soltanto perché erano insieme.