Cap.36

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Era passata un altra settimana, praticamente un altro mese da quando io e Cam non stiamo più insieme.

È difficile vederlo ogni giorno e non potergli parlare, non poterlo baciare, è difficile. Troppo.

Oggi è domenica. Fra tre giorni tornano i miei. Non sono poi così tanto felice, certo sino comunque i miei genitori, ma mia mamma non mi capisce e mio padre lavora sempre.

Non faccio altro che pensare a lui. Ma a quanto vedo, a scuola e in giro, a lui non importa più nulla di me, non ero poi così importante.
Questo mi ferisce ancora di più, certo, ma devo andare avanti, devo lasciarlo andare. Ed è proprio quello che farò.
Vado bene a scuola, ma vorrei aumentare un po' la mia media, per cui cercherò di distrarmi con lo studio e la scuola.

Sono solo le 16:30 di pomeriggio, chiamo Nash.

Conversazione telefonica.

''Pronto?''
''Ehi Nash, ti va di uscire un po'?''
''Sì okay. Ti passo a prendere tra cinque minuti.''
''Okay ti aspetto. A dopo.''
''A dopo.''

Fine conversazione telefonica.

Nel frattempo che aspetto mi strucco, visto che avevo il trucco rovinato e mi rimetto un po di mascara e lucidalabbra.
Prendo una sacca della Vans e ci metto il cellulare, il portafoglio, le cuffiette e i fazzoletti.
Questa mattina mi sono messa dei leggins blu scuro e una canotta bianca della Vans con scritto Vans Of The Wall poi mi sono messa la mia felpa nera e le mie immancabili converse.

Suonano al campanello e vado ad aprire a Nash.

''Ehi.'' Dico con un sorriso.
''Ehi.'' Mi risponde lui.
Ci abbracciamo di slancio. Lui lo sa bene quello che sto passando e anche senza parole sa quello che mi serve, sa quando ho bisogno di una spalla su cui piangere, sa quando ho bisogno di un abbraccio e quando ho bisogno di stare sola, e sa che quando lo dico non è mai la verità.
Lui sa quando mento e vede nei miei occhi la verità, la tristezza, la felicità e la delusione. Lui conosce ogni angolo di me. Sa tutto di me.

''Mi manca.''
''Lo so. Ma tutto si aggiusterá.''
''Okay.''
''Andiamo a prendere un gelato?'' Mi chiede Nash.
''Okay, vada per il gelato.''

Siamo alla gelateria, io ho già preso il mio gelato, cono con stracciatella e fragola, ma Nash ancora non sceglie.

''Pistacchio.''
''No no aspetti, nocciola.''
''No fermo, voglio cioccolato.''

In poche parole continua a cambiare gusti.
''Dai Nash. Prendi quello che prendi sempre.''
''Sì hai ragione, allora un cono con pistacchio.''
Il commesso sospira di sollievo. Certe volte Nash è peggio delle ragazze malate di shopping quando fanno i saldi a Tally Weil.
Non sa scegliere. Ma non sempre, solo su certe cose. Ma io gli voglio bene così com'è. È semplicemente Nash. È se stesso ed è una cosa di lui che ammiro, che riesce sempre a rimanere se stesso, non finge per piacere alla gente, se piace bene, altrimenti se ne fa una ragione.

Camminiamo fino ad arrivare al parco lì vicino alla gelateria. Ci sediamo su una panchina e cominciamo a parlare del più e del meno. Scherziamo e ridiamo come dei bambini, quello che siamo sempre stati, dei bambini.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 18, 2015 ⏰

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