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  Seduti al tavolino, aspettando gli altri che si stancassero di pattinare, davanti a una cioccolata calda, raccolsi i pensieri e spiegai ad Andrea di Stefania, di Emi e tutto il resto.
"Il mio ragazzo si chiama Emiliano. Oddio chiamarlo il mio ragazzo è un po' strano. Quando l'ho conosciuto la nostra amicizia era altalenante perché a volte era simpaticissimo e altre era un vero cafone. Stefania era la sua ragazza, si insomma, si lasciavano e rimettevano insieme fino al momento in cui Emi disse che si erano lasciati definitivamente. Io stavo con Lorenzo e sembravamo una coppia perfetta, eravamo sempre sereni e simpatici con tutti. Lorenzo mi veniva dietro da sempre, a un certo punto mi era sembrata la cosa più bella del mondo essere la sua ragazza. Fino al giorno in cui Lorenzo è andato con i suoi genitori nella casa in montagna. Doveva raggiungermi per capodanno e invece ha trovato una scusa per non partire. Lui stesso poi si era pentito e mi aveva confidato di avere avuto una relazione con una ragazza della sua compagnia in montagna. A dire il vero anche io avevo avuto il mio momento di confusione con Emiliano la notte di capodanno, ma non ci eravamo spinti oltre il bacio. Tornati a Milano avevo deciso di chiudere con entrambi. Non aveva più senso stare con Lorenzo, al quale era bastata una settimana lontani per farlo cedere con un'altra ragazza, ne aveva senso iniziare una relazione con una mente instabile come Emi.
Poi, l'ultimo giorno prima della partenza le cose con Emi erano diventate finalmente chiare. Per scaramanzia non dico che mi ama, però è qualcosa di molto simile. E per me è lo stesso."
Raccontai tutto in un fiato ad Andrea quello che non ero riuscita a fare in tutti quei momenti divertenti che avevamo avuto e lui mi disse che non ero obbligata a farlo ma a questo punto capiva la situazione e cercò di consolarmi come poteva.
"Tiffany, non devi sentirti in colpa. La vita non sai mai quel che ti riserva e devi imparare a gestire le situazioni senza farti prendere dai rimorsi. Guarda me! Chi l'avrebbe detto che sarei venuto a Milano a terminare l'ultima fatica del liceo? Eppure..." disse cercando di farmi sorridere aggiungendo: "... invece ho trovato degli ottimi amici e inizio ad ambientarmi. E questo anche grazie a te."
Gli sorrisi e decisi di non aggiungere altro. Avevo parlato fin troppo. In silenzio aspettammo gli altri cambiarsi e per tornare a casa.
L'indomani trascorsi una mattina pensierosa, al punto tale che più di una volta la prof di latino mi disse di tornare sulla terra.
Ripensavo alle cattiverie che mi aveva buttato addosso Stefania e a tutte le risposte che non ero riuscita a spiattellarle in faccia.
Uscii decisa a correre a casa per prendere un'aspirina perché la testa ormai mi scoppiava forte e avvisai Chiara e Francesca che sarei scappata via.
"Eilà, quanta fretta. C'è qualcuno che ti aspetta?" la voce sembrava proprio quella di Emi.
Mi girai di scatto e come un sogno lui era li. Indossava dei jeans militari ed era tutto coordinato, era bellissimo e con quel viso serio sembrava ancora più bello e dannato.
"Emiiii, che sorpresa! E come sei bello vestito così! Che devi andare in guerra?" gli chiesi tutta sorridente e lo baciai con trasporto.
Lui mi baciò di impeto e mi tolse quasi il respiro. Mi prese sottobraccio e mi disse: "possiamo andare? Oppure devi aspettare qualcuno?"
Risposi che avevo già avvisato le mie amiche che sarei scappata di corsa e quindi non avevo problemi.
"Ma che bella sorpresa Emi. Sei scappato via per me?" chiesi tutta contenta.
"Si...in un certo senso..." e ancora mi baciò lasciandomi senza fiato.
Andammo a casa sua e pensai di preparare qualcosina per pranzo.
Magari una pasta al tonno. La cosa più veloce che mi veniva in mente.
Emiliano non mi fece neppure togliere il giubbotto che mi abbracciò.
Mi prese per mano e sempre abbracciato mi portò verso il divano.
"Ei non scappo...son qui" gli dissi sorridendo. Anche lui sorrise ma non riuscivo ad incontrare il suo sguardo.
Avevo aspettato tanto il momento di stare ancora insieme e così lo aiutai a spogliarsi e continuammo a baciarci.
Continuava a stringermi forte e mentre facevamo l' amore continuava a chiedermi le stesse cose.: "sei mia?" - "si sono tua" rispondevo emozionata..."e tu sei mio" continuavo a ripetergli.
I suoi baci erano dolorosi e anche il modo di amarmi era aggressivo. Lo bloccai e gli dissi: "amo che succede? Mi spaventi. Lo sai che per me è tutto nuovo e così non ce la faccio, non riesco a capirti" gli dissi tutto di un fiato e a quel punto si rilassò e cercò di essere più delicato.
Il mal di testa tornò subito a farsi sentire così che mi addormentai e persi la cognizione del tempo.
Quando mi svegliai Emiliano aveva preparato dei toast e della spremuta, aveva messo delle tovaglie americane e mi aveva dato una maglietta delle sue da indossare.
Aveva ancora lo sguardo triste, avevo paura che se avesse parlato non sarebbe stato niente di bello. Forse voleva lasciarmi per l'ennesima volta?
Non l'avrei sopportato. Non questa volta.
"E' così Tiffany? E' come con Lorenzo? Io non ci sono e tu fai nuove esperienze? Già non ti basto più? Io ci avevo creduto in questa cosa e anche il fatto di andare a Roma e pensare ad un futuro è stato ancora più chiaro da quando siamo insieme. Lo volevo per Noi...da solo non so che farmene, sarebbe un futuro in bianco e nero."
Tutto questo lo disse con un tono a volte sprezzante, altre incazzato e altre ancora troppo triste.
"Non capisco cosa vuoi dire? Che centra Lorenzo adesso? Che centra che non mi basti più? Io non ti capisco" domandai allarmata.
Ero letteralmente disorientata. Cosa stava succedendo? Mi ero persa qualcosa? Più ci pensavo e più non mi veniva in mente niente, nelle nostre telefonate, nei nostri dialoghi, nei lunghi silenzi, non trovavo nessuna parola che avesse potuto farlo dubitare e cambiare umore.
Aprì il telefono e mi mostrò una galleria fotografica.
Erano tutte foto scattate a me ed Andrea.
Andrea mentre mi accarezzava la guancia. Andrea che mi teneva per mano. Andrea seduto al mio fianco che mi parlava dolcemente. Andrea che mi toglieva della cioccolata dal naso...Andrea che mi abbracciava e sembrava che mi baciasse.
Adesso capivo tutto. L'arrivo improvviso di Emiliano. Quell'odioso silenzio che si creava tra noi. E quel suo modo di fare l'amore...disperato...
Ero arrabbiata. Con me stessa per non aver capito. Con Stefania. E con lui.
Come aveva potuto dubitare. E come aveva potuto fare l'amore con me avendo il cuore pieno di rabbia. Non riuscivo a crederci.
Mi ero ripromessa che non avrei più pianto per lui ma quello era troppo, mi faceva troppo male. Il pensiero che Emi aveva dubitato di me. E peggio ancora non mi aveva detto nulla prima...
Eppure le lacrime iniziarono a scendere senza che potessi fermarle.
Sapevo che Emiliano si imbarazzava davanti ad una persona in lacrime così mi strappai la maglietta di dosso e gliela lanciai addosso.
"Non potevi semplicemente chiedermelo? Non potevi essere sincero con me invece di portarmi a casa tua? Sei contento adesso? Ti sei fatto la sveltina con la povera scema ed ora sei tutto contento? Volevi vendicarti...Ci sei riuscito?" intanto mi ero rimessa i miei vestiti.
Emiliano aveva capito che me ne stavo andando e cercò di fermarmi ma ormai era troppo tardi.
"Sei una merda Emi. Tu e la tua ex siete degni uno dell'altra. Lo sai perché hai subito pensato male di me? Perché pensi che sono come te!...."
Sbattei la porta e lo lasciai lì...impacciato nei suoi boxer e con il suo telefonino in mano...  


La Storia di Tiffany. || Emis KillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora