capitolo 33- cuoco

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Mi svegliai in prede alla nausea e mi affrettai ad andare in bagno a buttare furi tutto. Erano passati pochi secondi quando Daniel si materializzó accanto a me, mi teneva i capelli e mi accarezzava la schiena. Era possibile che lui fosse sempre cosí fottutamente perfetto? Anche appena sveglio? Era impossibile ma era cosi. I suoi occhi ancora assonnati erano comunque carichi di preoccupazione, i suoi capelli mossi erano scopigliati e dannatamente sexy, la sua bocca era così invitante che gli sarei saltata addosso se non avessi avuto la testa infilata in un gabinetto cosa che mi fece ricordare quanto fossi totalmente il contrario di perfetta soprattutto in questo momento. Finito di far uscire dal corpo anche l anima Danni mi aiutó a rivestitmi perché avevo ancora delle fitte alla pancia lamentandosi del ristorante che probabilmente mi aveva dato qualcosa che era andato a male.
" non ci andremo piu" disse deciso.
"Magari é stato solo il vino" risposi dolcemente.
"non mi importa, non eri ubriaca ieri sera...non lo eri vero?" Chiese con un accenno di panico.
"No non lo ero Daniel" dissi appoggiandogli la mano sul cuore che batteva forte. mi attiró a se e mi bació intensamente e poi uno piu giocoso.
" ora andiamo a fare colazione che io ho fame" disse dandomi una pacca sul sedere.
"Ma sono in mutande e in regiseno, aspetta che mi vesto!" Dissi mentre lui mi spingeva fuori dalla porta.
"Non c é nessuno la mattina abbiamo gli allenamenti" disse
"e poi vestita cosí mi sei d ispirazione mentre cucino" ridacchiava. Come era bello così spensierato.
Mi arresi e venni trascinata in cucina. Mentre lui cucinava uova e pancetto io ero seduta sul bancone con i piedi penzolanti che ogni tanto gli strusciavo sulla schiena provocandogli un brivido.
"Se non la smetti ti prendo su questo bancone" disse senza staccare gli occhi dalle uova. Rimasi impietrita sbarrando gli occhi ma poi mi venne voglia di giocare. toccai il suo braccio con il piede ma prima che potessi tirarlo indietro lui l' aveva gia afferrato. Guardandomi negli occhi e ghiacciandomi all istante passó la lingua sul collo del piede, cosa che mi provocò un brivido e uno strano calore al centro di me. Ma non si fermó, continuó a leccare e baciare tutta la lunghezza della mia gamba fino ad arrivare a baciare proprio sopra i miei slip. Il mio cervello si era svuotato completamente non capivo piu niente perció alzai i fianchi per andargli in cotro, una risatina roca e gutturale uscì dalla sua bocca.
" qualcuno é impaziente qui" disse ridacchiando e posando di nuovo le sue labbra su i miei slip, stavo gia andando in tilt.
" ma penso che qualcuno debba aspettare di mangiare qualcosa." Disse tornando alle uova.
Io rimasi ferma immobile sul bancone ansimante. Anche se era di spalle vedevo il ghigno trionfante che aveva in viso, lo maledissi per questo ma le uova ormai erano pronte non avrei dovuto aspettare tanto.
La colazione era ottima, era un bravo cuoco mi sorpresi a fantasticarlo ai fornelli con solo un cappello da cuoco e un grembiole addosso cosa che mi fece arrossire ma per fortuna non se ne accorse. Finita la colazione mi misi di nuovo seduta sul bancone per giardarlo fare i piatti ma ció non avvenne. Si posizionò tra le mie gambe con un sorriso malizioso.
"Dove eravamo?" Mi chiese con una voce carica di promesse. Mi avrebbe fatto impazzire lo sapevo chiusi gli occhi e rovesciai di nuovo la testa indietro mentre lui tornava tra le mie gambe, baciava sopra gli slip finché non li scostó con il dito prima di infilarlo dentro di me. Gemetti gttando la testa indietro e sussurrando il suo nome.
"Mi piace quando dici il mio nome così" disse infilando un altro dito dentro di me.
" in balia del piacere" disse tra i denti.
Non capivo piu niente ormai.
Inizió poi a baciarmi e a muovere la lingua in maniera circolare.
" di che sei mia" sussurò fra i denti prima di continuare la sua lenta e dolce tortura.
"sono tua" sussurai
"Nom ho sentito" disse tirandosi su e riempiendomi di nuovo velocemente.
" sono tua" gridai
"E lo sarai per sempre" sussurró
Chiusi gli occhi godendomi fino all ultimo movimento che lo fece sprofondare completamente.
Ero stesa sul bancone ansimante mentre lui con un casto bacio mi sistemava di nuovo gli slip.
"vuoi tornare a letto?" Chiese dolcemente
"Si" dissi senza fiato.
Stavo per tirarmi su quando mi prese in braccio e mi adagiò dolcemente sul letto.

Non farmi scivolare via da te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora