capitolo 13- la fine

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La sala d'attesa era uno spazio buio con le pareti tappezzate dei tatuaggi piu strani e più belli che io abbia mai visto. Alla scrivania c era una ragazza con un pearcing al labbro, i capelli tutti tinti di viola e un teucco molto scuro e nonostante ciò la trovavo simpatica a pelle. Chi chiamarono dopo cinque minuti e ci fecero accomodare in una stanza con una grande sedia e dei disegni appesi alle pareti. Un ragazzo ci attendeva la dentro e fece sedere Daniel che nel frattempo di era irrigidito parecchio. Mentre veniva tatuato Daniel mi teneva la mano e piano piano che il tatuaggio prendeva forma diventava sempre piu bello. Dopo qualche ora il lavoro fu finito e taccava a me... ero terrorizzata ed elettrizzata allo stesso momento. Mentre il tizio tatuava io avevo pensato a cosa farmi e mi era venuta un idea ma il mio amico l avrebbe visto solo finito. Ero terrorizzata ma nonostante questo lasciai solo Daniel nella sala d attesa il tatuatore mi fece stendere sul lettino e inizió a tatuare quello che io gli avevo detto. Il dolore era quasi insopportabile e sembró durate una vita. Non so quante ora sono stata la dentro ma non vedevo l'ora di uscire. Il ragazzo mi aiutò ad alzarmi e mi portó davanti ad un doppio specchio. Il lavoro che aveva fatto era magnifico, certo non avevo proprio le mezze misure eh, era enorme, ora peró ero entusiasta di farlo vedere a Daniel così lo mandai a chiamare e mi feci trovare girata con la schiena scoperta a mostrare il mio maestoso tatuaggio. La porta si aprì e io mi raggelai.
" wow é... é magnifico... sei magnifica... sei la creatura piu bella che avessi mai visto"
Balbettava e io non sapevo che dire, rimasi di schiena e lo sentivo avvicinare poi posó una mano sulla mia schiena nuda e dei leggeri brividi mi attraversarono la spina dorsale, lui continuava a muovere la mano lungo le grandi ali che erano comparse sulla mia schiena.
" sembrano vere, sembra che si stiano per aprire per portarti su in alto nel cielo, sembri un angelo."
"Voliamo insieme "
Sussurro io in risposta. Quelle parole accesero il fuoco, mi giró in modo da farmi trovare di fronte a lui, i nostri corpi aderivano alla perfezione, i nostri visi erano a pochi millimetri con le labbra che si sfioravano, avrei tanto voluto che mi baciasse, che posasse quelle morbide labbra sulle mie per aiutarmi a volare lontano ma non lo fece.
" sei ancora con Logan... quando lo lascerai potremmo fare quello che vuoi"
Sussurró prima di staccarsi da me e prendermi per mano per condurmi alla macchina. Lungo il tragitto rimasi in silenzio, non sapevo che dire , la questione si era fatta imbarazzate.
" non portarmi a casa vengo con te che devo parlare con Logan"
Dissi tutto d un fiato. Lui mi prese la mano e se la portó alle labbra per darmi un casto bacio. Mai nessuno aveva fatto una cosa del genere.
mi portò alla stanza di Logan e lui se ne filó nella sua. Ero agitata, non sapevo che dire, ma ero sicura che più di così non poteva durare e dovevo dirglielo.
Bussai ed entrai.
" ciao Ali"
Mi disse appena entrata, sul suo volto c era sorpresa ma non una brutta sorpresa, mi assalí il senso di colpa ma dovevo farlo. Lui era li seduto sul letto portava solo un paio di pantaloncini e il suo petto nudo era scolpito di addominali, ma non mi diceva niente tutto questo, volevo solo andarmeni via per rifugiarmi tra le braccia di Daniel.
" Logan... devo dirti una cosa"
Il suo volto divenne nero di rabbia ma non si mosse.
" noi non possiamo piu stare insieme... io non provo niente per te... si simpatico carino e tutto ma non mi sono innamorata mi dispiace."
Dopo un minuto che lui non diceva niente andau verso la porta per uscire ma una mano mi afferró il braccio e mi trascinó indietro.
" Sei una brutta troia!!!"
Lo sentivo urlare mentre il primo colpo mi infiammava il viso, era nero di rabbia, non lo avevo mai visto cosí neanche nei suoi momenti peggiori, mi ero pietrificata, era una situazione troppo familiare nella quale avevo imparato che era meglio non muoversi.
" é per Daniel vero? Si! É cosí! Vuoi scoparti lui a meno che tu non l abbia gia fatto! "
Mi prese per i capelli e mi buttô con il busto sopra una scrivania all angolo della stanza. Piangevo in silenzio quando sentí dei colpi alla porta... era la voce di Daniel.
" Logan apri qusta cazzo di porta!" Urlava sbattendo e prendendola a pugni.
" questa puttanella avrà quello che si metita"
Diceno questo mi strappó la maglietta scoprendo il nuovo tatuaggio.
" uh che nel tatuaggio!" Disse con disprezzo.
" volevi sembrare un angelo eh"
" oh piccolo angioletto"
Nella sua voce c era solo rabbia e disprezzo. Io mi sentivo morire le mie lacrime scorrevano lungo le guance silenzione mentre i colpi alla porta diventavano sempre piu forti. Logan era impazzito, con una mano mi teneva la testa sulla scrivania e con l altra mi tirava giu i pantaloni. Avevo paura. Non volevo piu rivivere l orrore di un tempo. E fu proprio in quel momento che sentí un tonfo enorme. La porta era andata in frantumi e Daniel era entrato come una furia aveva preso Logan per il collo e lo aveva riempito di pugni. Io guardavo la scena senza vederla guardavo Daniel sopra Logan che lo riempiva di pugni sul viso sul corpo io mi coprivo le orecchie e piangevo. Ad un certo punto Daniel mi ha guardata e si é fermato mi ha preso tra le braccia e mi ha portato nella sua stanza. Ero sconvolta era ritornato tutto a galla e ora non sapevo come fare. Mi appoggió sul letto e di mise davanti a me.
" metti le braccia in avanti"
Disse calmo e rassicurante, io ubbidí subito ma lentamente e piano mi sfiló la maglietta strappata. Non mi verognavo, non ne avevo la forza e lo lasciai fare.
" ora ti levo il reggiseno, tranquilla non voglio fare niente voglio solo darti dei vestiti puliti."
Si diresse verso l' armadio e prese una maglietta bianca poi titornó da me, slacció abilmente il reggiseno e lo sfiló dalle braccia, mi guardava negli occhi e io guardavo lui, non riuscivo a fare altro. Poi mi infiló la maglietta.
" alzati in piedi"
Lo feci ma le gambe mi reggevano a stento. Avevo mutade e pantaloni alle caviglie dopo che Logan me li aveva tirati giú me li levó e mi diede un paio dei suoi pantaloncini e mi fece rimettere seduta. Andó in bagno e tornó con un pezzo di carta bagnato e inizió a tamponarmi il labbro spaccato. Aveva un tocco delicato e quando ebbe finitò si sedè accanto a me e mi strinse tra le braccia, io piangevo in silenzio e lui non diceva niente, mi abbracciava e basta, ma era meglio così.
Quando iniziarono a picchiare all porta quasi non mi prese un infarto e mi strinsi ancora di più a lui che mi rassicurava accarezzandomi i capelli.
" stai tranquilla non potrà piu farti del male".
Dopo non so quanto mi addormentai tra le sue braccia cullata dalla sua dolce voce che mi rassicurava.

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