capitolo 36- imprevisto

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Mi svegliai presto, ero in preda all ansia e avevo dormito davvero poco, non avevo mai fatto un operazione in vita mia ed ero nel panico. Mi preparai con calma e un ora dopo mi misi in macchina. Maya si era rifiutata di accompagnarmi e Daniel aveva reagito davvero male alla mia decisione, così andai da sola. Misi la musica a palla in auto per non dover ascoltare i miei pensieri e la voce di Daniel che mi rimbombava nella testa. Arrivai all entrata dell ospedale che ormai ero in preda al pianto così mi fermai su una panchina per calmarmi. Dovetti restare li mezz ora ma tanto ero in anticipo, e mi avviai a chiedere informazioni.
" mi scusi" chiesi alla ragazza dietro al banco informazioni. Era davvero carine e aveva uno sguarda davvero cordiale che mi diede una certa fiducia.
" mi dica" rispose sorridendo.
"Beh... ecco... volevo sapere qual é il piano dove si fa l operazione per l aborto" a quelle parole la ragazza fece una strana faccia, anche lei disapprovava, e a me veniva di nuovo da piangere.
" si sente bene?" Mi chiese cordialmente
" si si non si preoccupi" ma il flusso di lacrime ormai era inarrestabile.
" piano 3" disse sottovoce.
Cosí mi allontanai di fretta e presi l ascensore fino a quel piano.

Corsi fuori dall ospedale in preda ai singhiozzi che erano passate ormai tre ore e non sapevo cosa fare. D istinto chiamai Daniel.
" Ali" disse lui dopo neanche uno squillo.
" vienimi a predere ti prego" sighiozzai
" dove sei?" Mi chiese preoccupato
" davanti all ospedale" risposi. Rimase un attimo in silenzio, troppo, ma io non riuscivo a parlare.
" oki aspettami che arrivo"
E chiuse la convetrsazione.
Rimasi sulla panchina dell entrata dell ospwdale per un tempo che mi parve infinito, ogni tanto qualcuno si avvicinava per chiedetrmi se stessi bene e io rispondevo
"Benissimo grazie" e quella persona se ne andava via delusa e titubante.
Vidi arrivare la sua macchina e lo vidi scendere preoccupatissimo e correre verso di me .
"Ali, ti senti bene? Ti ha fatto male?" Mi chiese, ma i suoi occhi erano lucidi e vedevo riflessa nei suoi occhi la delusione, era deluso da me.
Scossi la testa, come poteva farmi male.
"Allora cos hai?" Mi chiese preoccupato.
"Non l ho fatto " sussurrai.
" cosa?" Fece lui guardandomi negli occhi e poi guardando la pancia e poi di nuovo negli occhi, ora c era di nuovo quella scintilla, eccitazione, gioia, sembrava un bambino a natale.
"Davvero?" Mi chiese ancora.
"si, io sono arrivata qui e l infermiera mi ha detto che dovevo andare al terzo piano cosí io sono salita ma quello non era il piano giusto, era il piano maternità ed era pieno di donne felici con il pancione, di ragazzi in ansia e di parenti che giravano in preda al panico e poi c era una vetrata e dietro c erano tanti bambini, chi piangeva, chi dormiva, ma erano tutto una meraviglia e attaccati al vetro c erano alcuni papà che indicavano orgogliosi i propri bambini ed è stato allora che l ho sentito, l ho sentito davvero, era nella mia piancia e sarebbe cresciuto, mi avrebbe fatto male ma poi sarei stata felicissima una volta tenuto tra le braccia, così non ce l ho fatta e sono scesa e d istinto ho chiamato te e mi dispiace, so che non vorrai piu vedermi e..." non feci in tepo a finire la frase che mi bació intensamente stringendomi a se piu che mai, sulle guance sentivo le sue lacrime.stava piangendo...
"Grazie" sussurró scostandosi da me.
"Ora lo so che forse non é il momento, forse é poco opportuno e poco romantico ma..." inizió a dire e si mise in ginocchio... stavo per svenire.
"Noi abbiamo avuto una storia complicata e ora va tutto bene, non ti prometto che andrà tutto bene per il resto della nostra vita ma sarei davvero felice se tu, anzi, se voi ne faceste parte" si stavo decisamente per svenire.
"Alissia Line" scandì
"e tu piccolo puntino" disse volgedo lo sguardo verso la mia pancia.
"Volete rendere me l uomo piu felice del mondo, per tutta la vita?" Chiese tra le lacrime porgendomi un magnifico anello.
Non riuscivo a parlare, ero sconvolta. "Si" sussurrai
" e anche puntino é d accordo" mi mise l anello al dito e mi abbracció facendomi volteggiare in aria e quasi come uno spettacolo la giente tutta intorno a noi applaudì.

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