Love Impossibol Laliter

Capitolo 15

Narra Lali:

-Fin che morte non vi separi, può baciare la sposa- Disse il prete, e Nicolas si inclinò piano verso Euge, mentre lei, che era quella più decisa, prese l'iniziativa, lo prese dalla giacca e lo avvicinò a se, per baciarlo con foga e passione. Sorrisi, il primo matrimonio in chiesa della mia migliore amica era finito. Ed era stato quasi...commovente, a tratti anche esilarante, come quando Euge aveva letto la sua promessa. Anche il prete stava per ridere, però si era trattenuto. Peter era seduto in una delle prime file, io lo guardavo in continuazione. Due ragazze, cugine di Euge, continuavano a provarci spudoratamente con lui, ed io ero...gelosa? Si, ero gelosa. Estremamente, però decisi di mantenermi calma, non potevo rovinare il giorno "speciale" della mia migliore amica. Poi, speciale? Ne aveva avuti tanti. E quella volta lei si era inginocchiata, lei aveva fatto la proposta, io la consideravo una cosa "strana" non credevo nell'amore e nel matrimonio, però ero sicura, che se un uomo volesse sposarsi, doveva fare lui la proposta e non la donna. Anche se Euge non era una donna come tutte le altre. Era decisa ed intelligente, un uomo con la gonna e le gambe depilate. Io realmente la pensavo in quel modo. Euge aveva più fegato di tutti gli uomini con cui sia stata, o con cui lei sia stata, e c'è ne erano tanti, tutti molto forti e sicuri di se.  Ma mai quanto lei. Uscimmo dalla chiesa e come era usanza fare, tirammo il riso addosso ai novelli sposi.

Eravamo nella limusine insieme a Nicolas ed Euge, quando lui stappo lo spumante. Tutti applaudimmo. -Allora, voi quando vi sposate?- Chiese lui, servendo lo spumante nei bicchieri. Lo guardai stranita. Guardai Eugenia, aspettava una risposta con un sorriso gigante sulle labbra. -C...osa?- Balbettai. Avevo gli occhi che mi stavano per uscire nelle orbite, ne ero certa, ed ero anche estremamente certa che stavo per impazzire. -Quando vi sposerete?- Ripete Eugenia, senza preoccupazioni, calma e sicura di se stessa e curiosa. La guardai, scrutai Peter, all'apparenza era calmo e sereno, ma sicuramente non veramente. Sospirai e le dissi -è da poco che ci frequentiamo, non ci sentiamo ancora pronti- -Sciocchezze- Sbuffò Eugenia, interrompendomi. Incrociò le braccia al petto. Sembrava una vera e propria regina, con quel vestito, e sopratutto nel modo in cui si comportava. Avrei tanto voluto ridere, ma mi trattenni. -Sono tutte scuse, io vi ci vedo sposati, con una bella casa in riva ad un fiume, o all'ultimo piano di un palazzo. Siete molto compatibili- Io mi sto per strozzare con lo champagne, ed inizio a sputarlo, dalla bocca e dal naso. Loro mi guardano e ridono. Guardo Peter è strano, ha un espressione strana sul volto.

Narratore:
Lali si tolse i tacchi e si massaggiò i piedi. -Che fai?- Le chiese Peter uscendo dal bagno, con un'asciugamano alla vita, pieno di goccioline di acqua ed i capelli bagnati e spettinati. Lei lo guardò -Copriti- Gli ordinò coprendosi gli occhi. Lui rise e si sedette sul suo letto, con le gambe incrociate. Lei lo guardò e sbuffò -Idiota- Lui rise. -A che pensi?- Le chiese passandosi un'asciugamano sulla testa. Lei lo guardò, gli sembrò ancora più sexy, nudo e bagnato. Lei sospirò e gli rivelò -A quello che ha detto Euge- Lui la guardò sorpreso. -Al matrimonio?- Chiese -O al sesso?- Lei lo guardò male, e gli lanciò addosso una maglietta rossa, sua. Lui la prese, sorrise e la ringrazio, indossandola. -Al matrimonio- Ammise, e si alzò, e si girò, per non guardarlo, perché era l'unico modo per parlare. Sospiro -Peter, io penso che questa cosa non vada, che non voglio più avere questa relazione con te- Si girò verso di lui. Si era vestito, e guardava i suoi piedi. -Perché?- Chiese, sapeva che non avrebbe potuto cercare di farle cambiare idea, ma voleva sapere il perché, almeno quello. Lei sospirò e gli rispose -Perché siamo completamente diversi, e questo non funziona, non più. Scusa- Lui fece cenno di no con la testa. -Scusa di che? Di avermi ridato la mia libertà. Ma che. Quando torniamo, tu torni alla tua vita ed io alla mia-