novananta giorni

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Hannah si era appena svegliata dal decimo pisolino del giorno. Era sera e sua madre Zoe l'aveva chiamata per cenare. Lei semplicemente tolse un piede dal letto, poi un altro e incominciò a camminare svogliata.

Ogni giorno era peggio, ogni giorno si sentiva più rotta.

-Ho fatto la focaccia di carne - informò Zoe. -Va bene, grazie.

Quando Hannah stava per provare il primo morso, suonò il telefono fisso. La ragazza sobbalzò e corse fino a prenderlo. Sentì il suo petto chiuso ed enormi voglie di piangere. Dopo alzò la cornetta con molta paura. E se era la chiamata dove dicevano che Ashton Irwin era morto?

-Pronto? -disse con la voce spezzata. -Hannah... -disse Ashton con difficoltà.

La ragazza cadde in ginocchio sul pavimento di legno e le sue lacrime cominciarono a fuoriuscire. Si sentiva al di fuori del mondo, come se le stessero cadendo milioni di macerie addosso, come se stesse in una lavatrice.

-Papá... -susurro.

Zoe vide lo stato di sua figlia e corse al suo fianco. Si spaventò molto a guardarla piangere. Ma ad ascoltare quel "Papà", anche lei aveva pianto. Ashton era sveglio e vivo. Ashton continuava a vivere in questo mondo ed entrambe potevano assicurare che il sole era ritornato ad uscire in quel momento. Solo per vedere di nuovo il grande sorriso del ragazzo dai capelli castani.

-Amori miei...
-Dio, papà, come stai?
-Bene, Mi sono svegliato qualche ora fa... Mi dispiace avervi dato uno spavento.
-Papà, ritorna -proferì Hannah cercando di suonare seria, ma la sua voce suonava come quella di un cagnolino bagnato parlando.

Ashton stette in silenzio per qualche secondo.

-Papà, devi ritornare a casa-insisté Hannah. Zoe piangeva dietro di lei.
-Non posso, amore mio.

La piccola con i capelli castani corrugò la fronte.

-Come non puoi? È come se io dicessi: "Papà, non voglio continuare a vivere". E davvero non voglio farlo se non stai qui, sono stati i novanta giorni più orribili della mia vita. Tre mesi! Tre mesi da quando te ne sei andato a quell'inutile missione. Hai pensato alle conseguenze della tua morte? Hai pensato che se muori, ci uccideremo anche noi? Esigo che tu ritorni o verrò da te anche se dovessi dare la mia anima al diavolo.

Ad Ashton cadde una lacrima. Guardò intorno a sé, la maggior parte dei suoi compagni era lì. Vide Ryder ancora addormentato. Pensò nell'amico di Hannah, a Peter e i suoi fratelli (cosa che seppe dopo qualche lettera di sua figlia). Tornò a pensare ad Hannah e Zoe. Anche pensò al cane. Negò con la testa.

-Farò tutto il possibile, Han, ma...
-Ma niente! Solo ritorna!

Hannah lanciò il telefono sul pavimento e corse nella sua camera. Zoe prese l'aggeggio fra le sue piccole mani e ascoltò il respiro di suo marito.

-Torna, Ashton, per favore. Ucciderai nostra figlia se non lo farai.

-Zoe, amore mio... Farò tutto il possibile, ma...

-Non rimanere zitto, fai che io muoia di paura.

-Però non so se Douglas mi lascerà. Non sono fisicamente ferito ormai...

-Maledizione, mi interessa un fico secco!

Zoe pianse. Ashton pianse.

-Ti amo, Zoe. Di ad Hannah anche che la amo, ma devo chiudere. Ryder si è appena svegliato.
-Ti amo Ashton. E ricorda, ritorna per l'amore di Dio....

La chiamata finì e la casa degli Irwin tornò al silenzio tipico degli ultimi tre mesi. Hannah si era addormentata mentre piangeva e abbracciata a Fletcher. Zoe abbracciò il cuscino del suo sposo e tutti poterono essere felici al meno nei loro sogni profondi nelle notti di pioggia.


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