Questo capitolo è dedicato a coloro che non hanno un padre, lontano o assente che sia. Se vi hanno abbandonato o almeno se avete sperato di averne uno come Ashton, questo è per voi. Questo capitolo lo dedico a me che vado avanti anche se sono a pezzi.
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Mille giorni senza Hannah.
Hannah era mia figlia. Hannah era la mia piccola bambina. La ragazza con i capelli castani scompigliati e bellissimi occhi color nocciola che riuscivano sempre a farmi scappare un sorriso nei momenti peggiori della mia vita.
L'inizio della storia di Hannah si ubica nell'anno 1997. Quando conobbi Zoe, la sua bellissima madre. Mi innamorai di quella ragazza all'istante. Era così piccola. Così bella. Lei mi parlò. E la innamorai.
Il nostro fidanzamento è stato bellissimo. E quando compimmo due anni da fidanzati, per qualche ragione dimenticammo le protezioni e con 18 e 16 anni diventammo genitori. Molti direbbero che sia stato un errore avere un figlio così presto, ma Hannah non poteva mai essere un errore.
Quando Zoe me lo disse, mi emozionai molto. La convinsi che tutto sarebbe andato bene, lei solo piangeva, diceva che i suoi genitori l'avrebbero uccisa, che non gliel'avrebbero perdonato, ma l'unica cosa che non si perdonano sono gli errori. Hannah non poteva mai essere un errore.
Hannah nacque un nove di novembre dell'anno duemila. A guardarla, mi resi conto che non c'era cosa più bella in questo mondo. I suoi occhietti mi osservavano e la sua faccia era divertente.
Aveva delle fossette come le mie e la stessa forma della faccia di sua madre. Hannah non poteva mai essere un errore.Lei cresceva. Era perfetta. Camminava come se fosse sull'acqua, rideva come se nulla le importasse e mi abbracciava ogni volta come se fosse l'ultima. Mi riempiva di baci e si intrufolava nel nostro letto tutte le mattine. Hannah non poteva mai essere un errore.
Ammiravo mia figlia. Era così fresca, così piena si vita. Sempre ridendo, sempre con i suoi occhi illuminati. Sempre regalando amore
Sempre facendo sentire meglio gli altri. Sempre come un angelo per tutti. Hannah non poteva mai essere un errore.Quando arrivò il giorno in cui li dissi che sarei andato in guerra, Hannah mi guardò con odio. Era la prima volta che lei aveva sentito odio. Capii quanto fosse arrabbiata con me. E mi fece male. Quel pomeriggio si chiuse nella sua camera e non scese a mangiare. Hannah non poteva mai essere un errore.
Il giorno dopo, venne nel letto fra me e Zoe, mi guardò negli occhi e mi abbraccio. "Per favore non te ne andare." Sussurrò e sentii il mio cuore rompersi. Comunque, dovevo andarmene. Era un dovere che avevo come soldato. Hannah, mi dispiace.
Quando arrivò il giorno della partenza, lei aveva la sua faccia arrabbiata. La fronte corrugata e si vedeva così graziosa. Così piccola. Era così piccola.
Accarezzai i suoi capelli e lei fece un salto per abbracciarmi. Pianse nella mia uniforme e misi la mia faccia più dura per non piangere. Hannah, mi dispiace.I giorni oscuri arrivarono, tanto per me quanto come Hannah e Zoe. Hannah manifestava il suo dolore attraverso le lettere. Io cercavo di consolarla dicendo che presto sarei tornato a casa, e davvero lo speravo. Hannah, mi dispiace.
Nelle sue lettere mi propose di raccontarci delle felicità del giorno, che non durarono molto perché per il dolore non ce la faceva più. Anche io a causa del dolore di non poterla né vederla né abbracciarla non ce la facevo più, solo non volevo preoccuparla ancora di più. Hannah, mi dispiace.
Lei mi chiedeva di chiamarla, e solitamente lo facevo e le cantavo come quando era più piccola. Potevo ascoltarla rompersi attraverso il telefono. Piangeva fino a quando si addormentava con la mia voce e Zoe le toglieva il telefono. Hannah, mi dispiace.
I giorni diventarono peggio, stavamo diventando pazzi. Lei mi chiedeva a urli di tornare... Lei e sua madre vennero a prendermi. Furono i secondi più felici che avrei mai avuto nella mia vita. Le abbracciai e dopo non seppi più nulla. Hannah, mi dispiace.
Sono mille giorni senza Hannah. Li ho contati uno per uno sul calendario. La casa ancora profuma di lei. E solitamente credo di ascoltare la sua risata nel cortile mentre gioca con Fletcher. Abbiamo messo due foto sue nel soggiorno, non lo sopporto.
Hannah era mia figlia. Hannah è morta e io non l'ho potuto evitare. Zoe dice che dobbiamo imparare a vivere con questo perché Hannah ci starà odiando per essere così spenti. Solitamente le do ragione. Hannah odiava vederci spenti.
Non so se sono pronto per altri mille giorni senza Hannah, e altri e altri, ma lei ha bisogno che noi viviamo per lei. Quindi adesso sono qui, raccontando al mondo in questa rete sociale quanto sia stata meravigliosa nella sua vita.
Mi piacerebbe che ritornassi a casa, Hannah.
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home »ashton.{traduzione italiana}
Fanfiction«-Solo ti chiedo di tornare a casa, papá.» ©noah syko la mia è solo una traduzione permessa dall'autrice. Altre copie non sono accettate. Copertina by artisticzay