sessantanove giorni

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Hannah ritornò da casa di Peter alle dieci di sera. Lasciò il suo zaino sul divano e accese la luce. Sua madre dormiva ancora da quando lei se ne era andata. La ragazza sospirò e camminò verso la cucina per cercare qualcosa da mangiare, trovò una scatoletta di tonno e le andò bene. Dopo controllò la posta e sentiva come le bollivano le viscere. Non c'era nulla, neanche una maledetta lettera di suo padre. Pianse per questo. Dopo controllò i messaggi di segreteria telefonica.

"Lei ha un messaggio." Rivelò la voce robotica.

Hannah schiacciò un bottone e si ascoltò una tosse leggera nel vivavoce, subito capì che non si trattava di suo padre Ashton. Di nuovo si sentì nervosa e malata di ansia.

"Stimata famiglia Irwin, sono il Sergente Douglas. Mi comunico con voi per informarvi con la maniera meno dolorosa che il soldato Ashton Fletcher Irwin di trentadue anni, con il numero 091100, si trova ferito. Il nostro soldato è in stato di coma, gli infermieri hanno detto che la causa è stato il colpo alla testa che gli è stato causato dalla detonazione di una bomba a sorpresa. Non sappiamo quando si sveglierà. Speriamo che sia presto, e vi preghiamo di mantenere la calma. Vi terremo informati su tutto questo. Cordiali saluti."

Hannah cadde in ginocchio sul pavimento di legno mentre le lacrime bagnavano la sua faccia. Suo padre era in coma, ad un passo dalla morte e lei stava lì, senza riparo. Con sessantanove giorni sommessa da una depressione tremenda e l'incidente non faceva altro che aumentare la sua voglia di morire.

Rimase addormentata con le lacrime inondando lo spazio intorno a sè. Sua madre neanche quella notte si svegliò.



Ribadisco, non è finita, mancano diciannove capitoli ancora c: intanto che aspettate il prossimo aggiornamento, mi farebbe piacere se passaste da crystal trees (la mia traduzione) e mi dite cosa ne pensate!


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