centoventi giorni

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Hannah: Figlia, torna a casa per favore...

Ashton stava sul lettino da quattro giorni. Era il sedici novembre. La sua mente era in questo mondo, ma a sua volta non lo era. Era sconfitto, aveva perso la guerra della sua vita che era mantenere in salvo quello che più amava. Zoe gli parlò. Ashton non ascoltò.

-Ash... -ripetè la donna e passò la sua mano fra i capelli di suo marito.

-Zoe! Amore mio! Hannah é morta! È morta! -gridò come se Zoe non lo sapesse.

Zoe annuì con la testa.

-Lo so, Ash... lo è da una settimana, amore mio.
- E l'hai già superato, strega?

A Zoe si riempirono gli occhi di lacrime. Le fece male più di volare in aria per colpa di quella bomba che uccise anche sua figlia. Più di quanto Ashton disse "Andrò in guerra". Perchè no, lei non avrebbe mai superato che la sua amata Hannah ormai non apparteneva a questo mondo. E da un lato, si sentiva colpevole.

-Vattene, Zoe. Ho bisogno di stare da solo. Vattene, maledizione. Vattene.

Zoe se ne andò, non ritornò più dentro per altri tre giorni.



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