~> Seven. <~

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~Capitolo.7~

JORGE POV'S

-Ma guarda chi si vede in giro!- una mano si posò improvvisamente sulla mia spalla, facendomi sobbalzare dallo spavento.

Ero sul punto di voltarmi e urlare contro quella faccia di zucchina che aveva mandato il mio cuore in fibrillazione ma, quando girai il volto, i miei occhi trovarono i lineamenti asiatici di Calum, amico fin dalla terza elementare.

-Coglione..- gli diedi una leggera pacca sulla spalla e successivamente gli lanciai un debole sorriso prima che il ragazzo potesse gettarsi tra le mie braccia come una bambina che si culla nel calore di un abbraccio della propria mamma.

-Ehy amico, che si dice, ah?- gridò ad alta voce, ricambiando il mio gesto, poggiando entrambi le mani rispettivamente sulla spalla sinistra di Ashton e sulla spalla destra di Luke, Luke Hemmings.

Nella mano sinistra, teneva si e no una bottiglia di champagne. Conoscendo il ragazzo, non mi preoccupai: l'effetto dello champagne su di lui era identico a quello dell'acqua minerale che versava nel suo stomaco quotidianamente.

-E Michael?- domandai scorgendo lo sguardo tra la folla per cercare di associargli qualche volto, ma invano. Quel ragazzo sapeva sempre trovare il modo di divertirsi e io lo invidiavo perché raramente vi riuscivo.

-Quel deficiente ha sfasciato due vasi di coccio, mentre ballava la "Macarena".- iniziò a parlare Luke, con il quale non avevo mai avuto un ottimo rapporto, e puntò il suo indice davanti al mio occhio per farmi seguire la prospettiva del suo dito.

Finalmente, riconobbi il ragazzo in mezzo alla folla che si stava divertendo senza preoccuparsi di quello che gli accadeva attorno. Lo chiamai a voce alta, avvicinando entrambe le mani in prossimità delle labbra e lo invitai a raggiungermi.

-Amico, non sai cosa ti stai perdendo!- rideva mentre parlava, era sotto l'effetto dell'alcool e si capiva chiaramente: ma i suoi occhi brillavano e quel luccichio non lo vedevo da un bel po'.

Mi tirò la manica della maglietta e mi trascinò in pista per ballare a ritmo delle canzoni house della playlist del DJ. Non rimasi a ballare neanche cinque minuti che immediatamente afferrai per il gomito la prima ragazza che vidi, guadagnandomi i fischi e le occhiatine dei miei compagni.

Questa era di un biondo miele e i suoi capelli riflettevano alla luce della sala facendoli colorare di un biondo platino.
Indossava una minigonna aderente nera che arrivava si e no a coprire il sedere e un eccitante corpino bianco italiano.

Salimmo uno per uno i gradini della scala a chiocciola che metteva in comunicazione il piano di sotto e quello di sopra. Attraversammo il corridoio, mano nella mano, bussando fortemente alle varie stanze rispettivamente a destra e a sinistra. L'ultima era libera.

MARTINA POV'S

La sveglia al lato del letto segnava le 02:30 e io stavo ancora editando la prima parte del video che la sera stessa avevo registrato per pubblicarlo la mattina seguente.

In casa, regnava un silenzio tombale da circa un'ora, quando mia mamma ed Harry spensero la radio al piano di sotto per andare a dormire.

Tutto era tranquillo, fin quando, improvvisamente, non inizió a piovere e io avevo il terrore della pioggia.

Un tempo, amavo passeggiare sotto la limpida rugiada d'autunno mano nella mano con mio padre: era l'unico momento dove potevamo trascorrere del tempo insieme, senza la mamma.

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