Capitolo 4

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Quando mi svegliai sentì dei rumori provenire dal bagno. Kane ne uscì fuori con addosso un paio di Jeans soltanto, il suo fisico era snello ma molto muscoloso e aveva diversi tatuaggi sulla parte bassa del ventre.

Mi sentivo riposata, e a giudicare dalla luce che filtrava dalle vetrate in stile gotico avevo dormito circa tutta la giornata, perché fuori era buio.

- Dodici ore per essere precisi - disse lui, mentre s'infilava un maglia nera.

- Ti sei preso il disturbo di contarle? - chiesi allora.

Lui rispose con un sorrisetto, poi andò nel bagno a prendere qualcosa e lo sentì dire:

- Vestiti, ci stanno aspettando- in tono severo.

Non volevo creare problemi così mi tirai su, ed andai verso la cassettiera e l'armadio della stanza da letto. Kane aveva aperto i cassetti che contenevano roba per me, probabilmente in modo che non potessi sbagliare aprendo i suoi.

Presi dell'intimo, un po' troppo sexy per i miei gusti ma ne avevo comunque bisogno, ed un vestitino leggero aderente sopra il ginocchio di color crema, un paio di stivaletti di cuoio e portai tutto nel bagno. Kane nel frattempo stava sistemando le armi sulla parete dell'entrata.

Appesi l'accappatoio e mi vestii in fretta. Il pizzo bianco del reggiseno creava dei rilievi sul vestito ma non era troppo visibile così non me ne preoccupai. Raccolsi i capelli in una treccia laterale e mi lavai i denti. C'era un borsellino con dentro dei cosmetici ma per il momento decisi di non usarli.

Uscì dal bagno e raggiunsi il mio compagno di stanza. Lui mi aspettava sulla soglia della porta con le braccia conserte e quando mi vide fece una smorfia che non seppi decifrare.

- Seguimi -

- Si, padrone - risposi a tono. Lui sorrise ma non volle darlo a vedere e si mise davanti a me perché lo seguissi.

Mi fece salire di un piano ed arrivammo in una sala che doveva essere proprio sul tetto perché dalle vetrate in alto si osservava il cielo. Era piena di libri che ne circondavano le pareti, di armi, di un tavolo da biliardo e diversi divani e poltrone, oltre l'enorme tavolo ovale che occupava il centro di quella grande sala illuminata da diversi candelabri.

- Wow, chi l'avrebbe mai detto che sotto tutto quel sangue si nascondesse una tipa così sexy! - Anwar, il ragazzo di colore doveva essere un gran farfallone, il che un po' m'infastidiva.

Le ragazze risero, e mi accorsi che c'era anche gente che non avevo visto prima insieme a loro.

- Allora, perché siamo qui? - chiesi subito.

- Per rispondere alle tue domande. Ma per questo dobbiamo aspettare Shiera. Intanto, com'è stato dividere la stanza con Kane? - Kore lo guardò sghignazzando e lui la gelò con lo sguardo.

Sulle prime non risposi, e passai il mio sguardo su di lui impaurita che qualsiasi cosa avessi potuto dire lo avrebbe fatto infuriare.

- Bhè, ero da sola la maggior parte del tempo - dissi, cercando di sviare la risposta.

All'improvviso, mentre fissai a lungo quell'uomo misterioso delle immagini presero a circolarmi nella testa. Qualcuno mi aveva osservata dormire per tutto il tempo. Che fosse stato lui?

- I vestiti ti stanno a pennello! - disse Leyla in preda alla contentezza, anche Kore annuì esprimendo il suo punto di vista.

- Si, vi ringrazio - dissi riconoscente.

Poco dopo, i gemelli entrarono nella stanza. Shiera aveva un passo svelto e le sue mani tradivano un certo nervosismo. Sean, suo fratello le accarezzava le spalle cercando di calmarla.

- D'accordo, ci siamo tutti - disse allora Kane.

Kenzo, lo spadaccino stava seduto tutto zitto in fondo alla sala accanto una finestra. Ma i suoi occhi erano attenti, e non si perdette una parola.

- Siediti BabyBels - seppur quelle parole suonassero come uno scherzo, Anwar era incredibilmente serio. Così lo assecondai, ma iniziai a sentirmi nervosa.

Fissai a lungo Kane, cercando nella sua espressione un qualche indizio su cosa stesse per succedere.

"dovrei preoccuparmi?" pensai, sperando di ricevere una tacita risposta.

"non serve" fu tutto quello che mi disse, ma fu abbastanza.

- Dunque, tu hai delle domande, com'è giusto che sia. Ma risponderti non sarebbe abbastanza, e creerebbe solo ulteriori dubbi. Così abbiamo deciso di farti vedere, piuttosto che spiegarti - disse Kore, mentre Shiera si avvinava.

- Vedere? Cosa? - non capì.

- Tutto, il momento del tuo arrivo ed anche altro... ma solo dal mio punto di vista - spiegò Shiera, cercando di darmi un sorriso rassicurante.

- Ma come?- mi sentivo incredibilmente confusa.

- Fidati di me, non combattermi - disse, poi mi poggiò le mani sulle tempie e mi disse di chiudere gli occhi.


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