Capitolo 7

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- Bels! Perché non vieni a giocare? -

- Non ho idea di come si usi quel tavolo e quelle stecche - risi alla proposta di Kore.

- Avanti, ti insegno io!-

Anwar mi raggiunse e mi tirò via dal divano conducendomi verso il tavolo.

- È semplice, prendi la mira e cerca di colpire la palla bianca, insieme ad una colorata, senza sfiorare quella nera! -

Kore mi passò la stecca, Anwar sistemò le palle da gioco sul tavolo. Provai a fare come mi aveva detto ma fallì facendo ridere tutti.

- Oh avanti, non si ride dei principianti! - mi sentivo così in imbarazzo che avrei voluto sprofondare.

- Proviamo così - Anwar mi si piazzò dietro, e mi fece seguire i movimenti del suo corpo insegnandomi ad impugnare bene la stecca, e tirare con forza. Ma quella vicinanza mi sembrò strana e troppo repentina, così cercai di imparare in fretta per toglierlo di mezzo.

- Così! Visto? Era semplice! - lui rise e cercai di sembrare cordiale, ma gli sguardi accigliati dei presenti non aiutarono affatto. La cosa peggiore, fu l'uscita di scena di Kane che decise di andare via, proprio nell'istante in cui Anwar mi poggiava il braccio intorno al collo per complimentarsi con me. Chissà perchè mi mise a disagio.

Finita la partita andai dritta verso Leyla, la quale leggeva un libro in modo tranquillo.

- Che gli è preso, perché è andato via?- le chiesi, sedendomi al suo fianco.

- Difficile dirlo, ma qualcosa gli sta passando per la testa ultimamente... è sempre nervoso - mi spiegò lei.

- Deve essere a causa di quell'oggetto che sta cercando... non capisco perché lo consideri tanto importante e pericoloso... - dissi sovrappensiero.

- Oh Bella... non immagini quanto lo sia... ma non sta a me rivelarti cosa contiene... non parlarne con lui, potrebbe diventare difficile averci a che fare - disse lei, stringendosi nelle spalle.

- Capisco... - dissi allora.

Più tardi mi congedai dagli altri con la scusa di essere ancora molto stanca, in modo da non far sollevare loro alcuna obiezione.

In realtà ero semplicemente molto curiosa di sapere cosa passasse nella mente di Kane. Quell'uomo in parte m'intrigava ed in parte mi spaventava, eppure in sua presenza il mio corpo avvertiva sensazioni mai provate prima.

Entrai nella stanza e lo trovai intento a pulire delle armi da fuoco.

Lui alzò lo sguardo e mi fissò a lungo, sentì quasi il mio cuore tremare.

- Perché sei andato via? - cercai di sembrare noncurante, invece m'importava eccome della sua risposta... che stupida.

- Semplicemente perché non avevo nulla da fare lì con gli altri - rispose in tono freddo

- D'accordo, non ti piace avere compagnia, concetto afferrato... a questo proposito, non mi piace occupare la tua stanza se non è quello che vuoi, chiederò alle ragazze se c'è posto da loro - dissi, stavo per uscire dalla stanza, per fare come avevo appena detto, ma lui mi bloccò.

- Aspetta - disse - tu devi restare qui, se i Nephilim provassero ad arrivare a te saresti più al sicuro con me, e comunque la tua presenza non mi disturba... stranamente - cercò di non guardarmi mentre diceva quelle parole che forse dovevano costargli fatica.

- Va bene -

Andai in bagno e mi lavai il viso e i denti. Mi misi un pigiama di seta blu formato da dei pantaloncini col bordo in pizzo ed una leggera canotta.

Quando uscì vidi Kane andare verso il letto. Tornò poco dopo con due cuscini tra le mani che sistemò sul divano. Si distese di sopra, con la testa tra le braccia, rivelando il torso nudo e contratto dai muscoli, e le gambe coperte da un pantalone di tuta grigio.

- Bella - mi chiamò

- Kane non serve che tu stia lì... insomma non ci entri nemmeno nel divano! Posso dormirci io, vai a letto... -

Lui rise per la mia espressione e forse per il mio imbarazzo.

- Sono così divertente? - chiesi un po' innervosita.

- Già... Comunque sia, domani mattina metti qualcosa di comodo, se devi stare qui, devi imparare a difenderti - disse lui.

- M'insegnerai? - chiesi speranzosa.

- Non io - disse lui cinico.

- E chi allora?-

- Kenzo lo farà al posto mio -

Kenzo... dopo Kane l'uomo più silenzioso all'interno del palazzo e forse quello più scontroso.

- Non mi piace, fallo tu - dissi, senza nemmeno pensarci.

Lui rise ancora una volta, e prese a guardarmi con quegli occhi blu come l'oceano.

- Ti abituerai - mi disse in tono sarcastico, poi chiuse gli occhi.

Sospirai ed andai verso la camera da letto vera e propria.

"Buonanotte Kane" pensai.

"Buonanotte" fu la sua risposta.


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