Capitolo 14

3 0 0
                                    

Arrivati in camera iniziai a togliere la roba dalle confezioni e sistemarla nei cassetti, facendo attenzione a dividere i vestiti che mi avevano prestato le ragazze in modo che potessi restituirli.

Kane si sistemò sul letto creando un tonfo, e poggiando il suo viso sul gomito destro, stendendosi di lato. Mi osservava sistemare le mie cose, poi prese a togliere roba dai sacchetti compreso l'intimo ancora con il cartellino.

- Ehi! Io non sbircio mai nei tuoi cassetti mettilo giù! - il mio viso era paonazzo alla vista del reggiseno di pizzo viola sventolato in aria da un Kane dall'aria divertita.

- Mi dispiace piccola ero solo curioso di sapere i tuoi effettivi gusti... chi l'avrebbe mai detto! - iniziò a ridere scartando altra roba.

- Che cosa? Che amo il pizzo? - lo incalzai.

- Che ami le cose provocanti -

Un nodo si formò nella mia gola e feci fatica a digerirlo.

- A dire il vero è stato Anwar a consigliarmi quella roba... pensava che mi sarebbe stata d'incanto -

La sua espressione si rabbuiò subito, ed iniziai a ridere. Accidenti, tirare fuori quella carta mi dava un certo senso di potere.

- Divertente - disse lui torvo in viso.

Si alzò e mi venne incontro strappandomi dalle mani il vestito di lana che cercavo di sistemare accuratamente nel cassetto.

- Ehi! Ridammelo! -

Lui si spostò nell'altra stanza in modo incredibilmente veloce e io gli andai incontro.

Mi guardava con un aria di sfida e sventolava il vestito come se fosse stato un torero.

- Lo strapperai! - dissi cercando di trattenere le risate.

- Allora prendilo - cambiò ancora una volta posizione ed in modo veloce andò verso il bagno passandomi vicino.

Gli andai incontro ma quando fui abbastanza vicina lui si spostò ancora, raggiungendo il balcone che dava sulla nostra piccola terrazza.

Kane sventolò il vestito come se volesse farlo cadere e mi fiondai su di lui. Si spostò nuovamente andando verso il centro della stanza all'entrata.

M'infuriai terribilmente e gli saltai addosso. Lui non si spostò così caddi sul suo torace mentre la botta creava un tonfo con il pavimento.

Iniziai a ridere senza controllo del modo in cui mi avesse fregata. Era proprio quello che voleva fare...

Con un movimento piuttosto astuto, capovolse la situazione e fui io a finire sotto di lui, che con le mani mi bloccava i polsi sopra la testa.

- Kenzo non ti ha insegnato niente? - chiese provocandomi.

Accidenti a quegli occhi blu.

Cercai di divincolarmi ma era troppo pesante e mi stringeva in una presa senza via di fuga.

Piano piano, avvicinai il mio viso al suo nella speranza di distrarlo.

- Non funziona - mi ammonì lui, sinceramente divertito.

A causa di quella vicinanza pericolosa, i miei sensi iniziarono ad abbandonarmi. O meglio, sentì una confusione di sensazioni diverse invadermi, c'era qualcosa che desideravo...

"non pensare" mi dissi "non... pensare" cercai di essere forte, ma era già troppo tardi. Le immagini mi circolarono in testa senza alcun preavviso.

Mi abbandonai a quelle strane sensazioni e tirai la testa indietro per respirare meglio, temendo che avrei potuto affogare.

Quando Kane si avvicinò di più stentai a credere che volesse trovare quel tipo di contatto. Mi liberò le mani e gliele poggiai tra i capelli. La barba ruvida mi solleticava il viso, così non potei evitare di sorridere. Poi... le sue labbra incontrarono le mie. Prima, in modo completamente timido, come se quella fosse una presentazione, poi sempre più avide. La mia lingua era più curiosa della sua ed iniziò ad esplorarlo, assaporando tutto il suo sapore. Le mie gambe, come se fossero animate da una volontà tutta loro, gli si attorcigliarono intorno alla vita e le mani tiravano forte i suoi capelli in una disperata ricerca di qualcosa di più.

Era straordinario, mai in vita mia avevo provato qualcosa di simile.

Lentamente però Kane si staccò da me. Il suo respiro era ancora più corto del mio e il cuore gli batteva ad un ritmo incontrollato.

Si abbandonò al mio fianco sospirando, lasciandomi senza parole.

- Perché hai smesso... - quel pensiero detto ad alta voce era simile ad un lamento.

- Fin dove avresti voluto spingerti, Bella? - chiese lui, cingendomi con un braccio.

- Lo sai - dissi, rievocando i miei pensieri... chiedendomi quali fossero i suoi.

- Presto - mi promise, poi mi diede un altro bacio ma più leggero ed andò via.


Bleeding Out.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora