Capitolo 19-"Se ami qualuno..."

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Christian Pov:
Sono nel mio appartamento, sto fumando una sigaretta e mi perdo a osservare il fumo fuoriuscire dal filtro. Ho fatto l'errore più grande della mia vita, quanto sono stato stupido? Ho lasciato Anastasia da sola e adesso lei non risponde alle mie chiamate. "Ma cosa pretendi Grey? l'hai lasciata da sola, le hai dato l'impressione di non essere innamorato di lei, le hai chiaramente detto che non sei pronto a prenderti una responsabilità così grande e vuoi anche che ti risponda?.
Non riesco a smettere di pensarla, i suoi occhi blu, tristi, e gonfi dal pianto mi perseguitano ovunque specialmente la notte. Ho iniziato ad avere di nuovo gli incubi da quando lei non è più con me, vorrei tornare indietro nel tempo ed evitare questo sbaglio. "E se tornassi da lei in Georgia? No, rischierei di beccarmi una porta faccia e non avrebbe nemmeno tutti i torti". Decido di andare in bagno e guardarmi allo specchio, gli occhi sono tornati quelli di un tempo. Grigi, spenti e sofferti; il loro contorno si è arrossato i miei capelli sono spenti e non mi faccio la barba da giorni; decido di tuffarmi sotto il getto di acqua bollente e finalmente a darmi una sistemata, vado in camera e decido cosa indossare opto per una maglietta grigia dei jeans e le Adidas bianche.
Torno in cucina e vado sul balcone, ammiro il paesaggio e non posso fare a meno di perdermi nuovamente tra i miei pensieri. Sarò padre. In fondo ho solo 19 anni, 20 il mese prossimo, anche se la conosco da poco Anastasia so che sarà sempre l'unica donna della mia vita. Non posso abbandonarla ora, anche se siamo giovani ce la caveremo in un modo. In fondo io sono di famiglia benestante e dal lato economico non ci sarebbero problemi, spero che quando tornerà vorrà parlarmi ho l'intenzione di farmi perdonare al più presto.
Non ce la faccio più a stare in casa, ho bisogno di liberare la mente e quindi decido di andare a fare una passeggiata in centro. Magari potrei farle un regalo, che ne so, un ciuccio . Oppure una tutina, anche se non sappiamo il sesso potrei prenderla di un colore neutro, magari le strappo un sorriso dopo tutta l'agonia che le ho fatto passare.
Mi in cammino verso le diverse strade dei negozi ed uno in particolare attira la mia attenzione, il suo nome è "piccola mamma". Senza riuscire ad accorgermene in tempo sono già dentro a guardare i diversi articoli per neonati, sono due le cose che attirano maggiormente la mia attenzione. La prima è una tutina color panna con sopra disegnato un tenero anatroccolo, la seconda è un orsacchiotto gigante molto tenero. Mi affretto e vado subito a pagare gli acquisti e decido di farmi impacchettare il tutto.
Fatto questo mi in cammino di nuovo verso l'appartamento, torno e appoggio tutto sopra il mio letto quando faccio per prendere il cellulare per vedere se magari trovo un suo messaggio ecco che non lo trovo, devo averlo perduto sicuramente. Adesso dovrò correre a comprarne uno nuovo, bloccare la vecchia sim e farne una con lo stesso numero.
Dopo circa quaranta minuti sono di ritorno col mio nuovo giocattolo all'ultima tecnologia torno finalmente al residence.
Quello che mi si presenta davanti mi lascia senza parole, il cuore mi batte fortissimo ed io..io sono pietrificato.
Anastasia è davanti a me con la valigia mentre aspetta L'ascensore, è tornata! Il mio amore è qui!. La paura mi sta divorando ma cerco di chiamarla, anche se più che una parola la mia voce somiglia ad un sussurro.
<< Ana.. >> lei si gira, ha gli occhi spenti, ma comunque bellissimi, quanto mi erano mancati. Ma lei non mi risponde e appena le porte si spalancano si affretta ad entrarci e salire all'ultimo piano. Corro più che posso per raggiungerla ma appena le mie gambe toccano l'ultimo scalino sento la porta del suo appartamento sbattere. Non ci penso due volte vado a bussarle ma senza ottenere risultati, sono distrutto non so più cosa fare mi odia e non ha tutti torti, in fondo può avere di meglio, perché dovrebbero perdere tempo con me?.
Torno nel mio dormitorio e mi metto sul letto, e con gli occhi pensanti dalla disperazione mi addormento.

" Sono in un lungo corridoio, Ana mi sta baciando, con la lingua. Le mie mani vagano sul suo corpo, continuiamo ma qualcosa ci disturba, una nube nera si impossessa di noi facendoci staccare. Lei mi guarda con disgusto e se ne va, provo a raggiungerla ma più mi avvicino più si allontana da me. Il corridoio è infinito. Vedo Anastasia con una donna, guardo meglio ed è la mia madre biologica. No! Lasciala stare la mia piccola. Ma è come se loro non mi vedessero, mi dimeno per raggiungerla, urlo il suo nome ma lei scappa da me. Ormai io non sono più nulla, io non ho più parole."

Mi sveglio, sono le otto di mattina, madido di sudore. Gli incubi sono tornati, anche se devo ammettere che quelli con Anastasia sono molto peggio; vado in bagno, mi sciacquo la faccia con l'acqua fresca e cerco di reprimere questi brutti ricordi del sogno, oggi ho lezione ma non ho alcuna intenzione di andarci.
I miei pensieri sono interrotti dal ticchettio di qualcuno che sta bussando alla porta, "magari è lei!". Mi affretto ad andare ad aprire la porta con il sorriso stampato sulle labbra ma quando mi rendo conto di chi ho davanti divento come una lastra di ghiaccio.
<< Che cazzo vuoi Elena? >> ma come osa venire a disturbarmi, oggi davvero non è giornata rischia sul serio dei calci in culo dolorosi.
<< Christian tesoro che piacere, volevo vederti e allora sono venuta, come stai? >> "ma quando lo capirà che a me di lei non frega nulla? Che non voglio avere niente a che fare con persone così? Cazzo che nervoso ,cal diavolo le buone maniere sono incazzato nero! ". In modo poco carino la spintono e le chiudo la porta in faccia: << Stammi a sentire brutta stronza o esci dalla mia vita i davvero troverai pane per i tuoi denti. Te lo dico per l'ultima volta Elena basta >>.
Se questa era una giornata di merda adesso è peggiorata a dismisura, mi manca Ana più dell'aria che respiro, mi sento inferiore allo zero in questo momento.
È quasi un giorno che non tocco cibo, decido di prepararmi qualcosa, bacon e waffle.
Mentre sono impegnato a terminare la mia colazione, vengo interrotto dal suono della sirena di un'ambulanza mi affretto ad affacciarmi al balcone e quando mi rendo conto di chi è il corpo sulla barella in stato confusionale il mio cuore perde i battiti. Anastasia!. Ed ecco le tenebre che si impadroniscono di me.

Se lo vuoi.. Rimani (Christian&Ana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora