Louis la furia Tomlinson.

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Inutile dire che Louis era un fascio di nervi mentre camminava per le strade di un quartiere totalmente diverso da quelle a cui era abituato a percorrere.

Un conto era prendere in giro Harry, un conto era avere una piccola erezione per colpa sua ma tutt'altra cosa era incontrare i suoi cazzo di genitori.

Louis non avrebbe mai pensato di finire in quella situazione, neanche nei suoi incubi più terrificanti.

Per poco non gli era preso un colpo quando Diana, alcuni mesi prima, gli aveva chiesto di incontrare i suoi genitori.

Tomlinson, non ne aveva mai fatto segreto, era il tipo da una notte e via; questo Diana lo sapeva benissimo ma non si era arresa.

Per questo, erano in quella strana forma di relazione. Louis teneva a Diana, ma non nel modo in cui lei teneva a lui.

Sospirò cercando di rilassarsi mentre prese tra le mani la settima sigaretta della giornata.

"Sembri nervoso." Disse Harry, camminando affianco al tatuatore.

"Perchè dovrei esserlo?" Rispose spavaldo Louis, prendendo l'accendino e accendendo la sigaretta.

"Non so, dimmelo tu."

Louis si girò verso lui, guardandolo di traverso "Perché non ti fai gli affaracci tuoi?" Chiese semplicemente in risposta.

"Scusa.." Disse Harry, calciando un sassolino e tossendo imbarazzato.

Louis notando quel gesto, alzò gli occhi al cielo appuntandosi mentalmente di non parlare più tanto bruscamente al più piccolo.

"Come mai ti è venuto in mente quest'idea?" Chiese dopo un po' di silenzio mentre svoltavano a destra in una stradina più stretta rispetto le altre.

"Non so, per cambiare?" Alzò le spalle Harry, non sapendo davvero cosa rispondere.

Gli era arrivata quella strana idea all'improvviso e a lui era sembrata una buona proposta.

Louis gli lanciò uno sguardo accigliato per poi aprire bocca, ma fu interrotto dal "Arrivati!" di Harry che sorrise automaticamente alla vista della sua abitazione.

La casa era a due piani, un edificio color beige, abbastanza grande con una veranda e delle piccole scale all'entrata.

Per Louis era strano. La maggior parte del tempo era obbligato a fissare solo case distrutte e logore.

Aveva anche un giardino con alcuni cespugli qua e là e ovviamente notò un piccolo spazio dedicato interamente ai fiori.

Harry notò lo sguardo del castano e gli sorrise alzando le spalle.

"Sembra la casa di una fatina incantata." Commentò Louis, buttando per terra la sigaretta finita e calpestandola con la suola della scarpa destra.

Il minore si rifiutò di rispondere e aprendo il piccolo cancello di ferro battuto e allungando il braccio verso l'abitazione chiese silenziosamente al tatuatore di accomodarsi.

Louis guardò prima il braccio del riccio e poi la casa.

"Quindi..abiti con i tuoi?" chiese, cercando di non far apparire il suo tono di voce troppo stridulo.

"Ovviamente, ho sedici anni!" disse il riccio ovvio, facendosi sfuggire una risata.

"Ovvio..e in questo momento sono a casa?" chiese nuovamente, Louis.

"Robin no, ma mamma credo proprio di sì." rispose il più piccolo, avviandosi verso la porta d'ingresso. "Perché queste domande?"

"Eh? Oh, così." rispose il tatuatore, mettendo le mani dentro le tasche dei suoi skinny.

Bleecker Street. || Larry Stylinson [ IN REVISIONE ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora