'Quel qualcosa'.

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"Gli hai davvero chiesto un tatuaggio." chiese sbigottita la ragazza, facendo precipitare un vaso pieno di terra sul pavimento pulito del negozio. "cazzo!" continuò subito dopo, accorgendosi del disastro che aveva combinato.

"Sì." rispose evasivo, alzando gli occhi al soffitto raggiunse scopa e paletta.

Glieli passò dando modo alla ragazza di continuare con le sue domande, che non tardarono ad arrivare.

"E poi?" chiese curiosa.

"Mi ha sbattuto fuori." rispose semplicemente il riccio, alzando le spalle.

"Cambieresti la parola 'sbattuto' con un'altra? Riesco a pensare solo ad altro.." sorrise maliziosa Sophia.

"Mi ha, poco gentilmente, chiesto di andare fuori." disse Harry, dopo aver alzato gli occhi una seconda volta nel giro di pochi secondi.

"Lo ha fatto seriamente?"

Harry si appoggiò al bancone guardando la figura di Sophia concentrata a spazzare la terra sul pavimento e sospirando lasciò uscire un'altro "sì".

"Incredibile!" urlò lei, sbattendo pesantemente il tacco al pavimento.

"È tutta colpa mia." sussurrò il riccio, distogliendo lo sguardo dalla ragazza.

"Tua? Oh, tesoro mio, non hai fatto niente." Rispose Sophia, posando poi vicino al bancone gli atrezzi con cui aveva finito di spazzare.

"Non avrei dovuto fare quel che ho fatto." Disse abbassando la voce Harry mentre si passava una mano tra i ricci.

"Cosa? Baciare il tuo ragazzo? Se il presidente qui vicino ha una malattia chiamata gelosia, non è certo colpa tua piccolo stupido giardiniere."

***

"Stai zitto." Disse Louis fermando subito il discorso del suo amico. "La tua voce mi irrita particolarmente oggi." Continuò, massaggiandosi le tempie con gli indici.

"Sei stato all'Eighty ieri." Constatò Liam, sbuffando e disegnando il tatuaggio del cliente che aspettava in sala d'attesa.

"Si e non vedo come dovrebbe toccarti questa cosa." Rispose Louis aspirando dalla sua sigaretta, con la schiena appoggiata al banco, di fianco al collega.

"Mi tocca eccome."

"No, affatto." disse Louis a denti stretti.

Il collega lo ignorò e iniziando a fischiettare finì il disegno. Si alzò dallo sgabello e si avvicinò al cliente che sorrise entusiasta appena vide il tatuaggio.

Liam si riavvicinò al collega e afferrando la sigaretta la buttò dentro il bicchiere stracolmo di caffè.

"Ma che.." iniziò Louis, cercando di trattenere la rabbia. Se si fosse arrabbiato la testa gli sarebbe letteralmente scoppiata.

"Sai che qui dentro non si fuma. In più, hai del lavoro da fare." disse Liam sorridendo.

"Ma che cazzo?" Chiese confuso. "Bene, ora non posso bere neanche il mio caffè!" urlò, dirigendosi dentro lo studio, dove il cliente lo aspettava già.

"Ora te lo ricompro." disse Liam un secondo prima di iniziare a fischiettare nuovamente.

"Certo che me lo ricompri." Urlò spazientito Louis, aggiungendo qualche imprecazione a bassa voce.

Liam in risposta, sbuffò pesantemente, uscendo velocemente dal negozio lasciandosi dietro il suono della porta.

"Che cazzo hai da guardare tu?" Chiese burbero il tatuatore rivolgendosi al cliente, il quale strabuzzò gli occhi rimanendo a bocca asciutta.

Bleecker Street. || Larry Stylinson [ IN REVISIONE ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora