Il mal di testa era diventato talmente tanto forte da non essere più considerato tale.
Il martellio era troppo fastidioso, forse era per quello che Louis aveva trovato la forza di alzarsi dal letto quella mattina.
Ed era fin troppo impegnato nella ricerca di qualsiasi pasticca che lo aiutasse a diminuire il fastidio alla testa per accorgersi che l'amico Liam fosse appena entrato nella cucina."Una bella sbornia, eh?" chiese Liam, versandosi del caffè nella sua solita tazza.
Quando Liam capì che dalla bocca del maggiore non sarebbe uscito niente ci riprovò con "Come mai sveglio a quest'ora?" ma, come la prima volta, nessuna risposta arrivò alle orecchie del ragazzo.
"Perché le cerchi nel cassetto delle posate? Guarda sul frigo." tentò per l'ultima volta Liam, capendo cosa stesse cercando così attentamente l'amico.
Dal suo canto, Louis, continuò a non rispondere ma sbattendo il cassetto e pentendosene un istante dopo, si avvicinò al frigo. Tastò la superficie fredda e impolverata del frigorifero prima di mettere fine alla sua ricerca.
Trovò il piccolo contenitore di carta e lo aprì. Ingoiò l'unica aspirina che c'era nella scatola e, rubando la tazza rossa dalle mani di Liam, bevve un po' di caffè.
Restituì la tazza e, continuando a non dire niente, gli diede un leggero pizzicotto sulla guancia.Una volta rientrato in stanza la prima cosa che notò, o l'unica di cui gli importava, fu la figura nuda del ragazzino che veniva colpita da piccoli fasci di luce che entravano dalle tapparelle sgangherate.
Louis si sdraiò sul letto, accanto al riccio, e sospirò guardando il soffitto leggermente ingiallito. Spostò la testa alla sua destra e, sorridendo, coprì il corpo di Harry con un leggero lenzuolo bianco.
Poche ore più tardi, nello stesso appartamento, una voce alta e allegra riempi tutte le stanze. Ci pensò Liam a far diminuire il volume di quella voce. I minuti successivi furono formati da sussurri e da piccoli passi veloci.
Liam arrivò in camera del maggiore e sussurrando, con un tono di voce un po' troppo alto per essere definito 'sussurro', disse "C'è Diana" e poco dopo si volatilizzò.
Louis si sedette sul letto appoggiandosi con le spalle al muro, prese una sigaretta dal comodino che era dalla sua parte e l'accese aspettando l'arrivo della ragazza che non tardò ad arrivare.
Il magnifico e smagliante sorriso che Diana aveva in faccia venne sostituito da una smorfia, la borsetta le scivolò via dalle spalle minute e coperte da un leggero strato di stoffa, e la bocca le si trasformò presto in una grande 'o'.
"Lou.." riuscì a sussurrare la ragazza, mentre il maggiore buttava fuori dalle sue labbra il fumo.
"Diana." La chiamo alzando le sopracciglia, il tatuatore, non sapendo cos'altro dire. "Che vuoi?" chiese poi, non realmente interessato.
"Ti do tempo trenta secondi per spiegarmi cosa sta succedendo in questa camera!" urlò la ragazza, portandosi le mani sui fianchi e cercando di mantenere la calma.
Si sentiva così umiliata e tradita, come non lo era mai stata. Nel suo profondo sapeva che prima o poi Louis l'avrebbe tradita, ma porca miseria!
Non pensava certo ad un uomo!
"Peccato che non possa spiegare niente dato che quello che stai vedendo adesso è esattamente quello che tu pensi sia successo." e subito dopo aggrottò la fronte, pensando se quello che avesse detto potesse avere del senso.
"Quindi dovrei semplicemente stare zitta ed accettare il fatto che tu mi abbia tradito! Con un uomo! Con Harry!" continuò urlando, non concependo come quello che stesse accadendo fosse vero.

STAI LEGGENDO
Bleecker Street. || Larry Stylinson [ IN REVISIONE ]
FanficBleecker Street, dove un negozio di fiori in cui un giovane di nome Harry lavora e un negozio di tatuaggi in cui uno stronzo di nome Louis padroneggia, sono fin troppo vicini.