"..a mentire sono bravissimo."

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Gli occhi assonnati e rossi di Louis vennero stropicciati dalle sue mani chiuse a pugno. Con ancora lo sguardo puntato sui suoi biscotti preferiti sentì che qualcuno era entrato in cucina.

"Hanno inventato le sedie per un motivo." disse un allegro Liam mentre si versava del caffè nella sua tazza.

Louis scese dal tavolo avvicinandosi all'amico e appoggiandosi alla cucina disse "Sai, sapevo che alla fine saresti venuto."

"Mica sarei stato tutto il giorno a letto." rispose Liam divertito, iniziando a bere.

"No no, intendo ieri. Sapevo che mi avresti riportato a casa."

"Louis, sai che ieri sono usci-"

"Si, certo che lo so, ma mi hai portato a casa lo stesso." rispose il maggiore interrompendo l'amico.

"No Louis, io non ti ho portato proprio da nessuna parte." riprese Liam sedendosi sul divano.

"Ma che stai dicendo? E io come ci sono arrivato a casa?" chiese esasperato.

"E io come faccio a saperlo?" chiese di rimando il collega del maggiore.

Aggrottò le sopracciglia e si prese un attimo per pensare. Si mosse verso il tavolino al centro del salotto e con un gesto raccolse il proprio telefono.

Guardò velocemente le ultime chiamate effettuate e un "Fiorellino" lo prese decisamente alla sprovvista.

Guardò Liam sorridendo in modo strano e facendo alzare un sopracciglio all'amico.

"Che hai?" chiese quello curioso, mentre sorseggiava dalla tazza rossa.

"Penso di aver fatto una cazzata." continuò sorridendo, principalmente per non gettarsi a terra disperatamente, ma cercando di auto convincersi che magari era stato proprio lui stesso a tornare a casa da solo.

"Naaah." si ritrovò a dire subito dopo, ad alta voce, rispondendo al suo pensiero e facendo allibire Liam ancora di più.

                        ***

Harry non era il classico tipo di ragazzo che detestava a morte la scuola, ma non era neanche quello che ci andava molto volentieri. Sapeva che era importante se voleva un futuro ed Harry, lo voleva. Non voleva ritrovarsi a trent'anni disoccupato e senza una casa. Lui voleva essere autonomo ed era per questo che in quel momento era concentrato a capire tutte, ma soprattutto bene, le parole della sua insegnante di storia.

                       ***
Ogni martedì e giovedì, dopo il lavoro al negozio dei fiori, Harry si riuniva insieme ad altri cinque ragazzi nel vecchio e piccolo teatro della città.
I fiori non erano la sua unica passione. Amava il teatro e doveva ringraziare la nonna materna per questo. Una sera, di molti anni prima, la nonna di Harry lo aveva praticamente obbligato ad andare ad uno spettacolo di musical e, da quel giorno, Harry impazzì

Quando vide per le strade un volantino di quel teatro che diceva che avrebbero dato lezioni di recitazione gratis lui non ci pensò neanche una volta, si iscrisse alla velocità della luce. Ed ora studiava regolarmente due volte alla settimana recitazione.
Harry adorava le persone che partecipavano a quei corsi. L'atmosfera che si respirava in quei pochi giorni in cui si riunivano, lo faceva felice. Sentiva di far parte di qualcosa, specialmente qualcosa che amava fare. Per questo quando la Signorina Curtis gli aveva riferito di essere stato scelto come protagonista della nuova opera che ogni anno veniva messa in scena, per poco non urlò come una ragazzina al concerto dei suoi idoli.
Rise al pensiero mentre con una mano puliva il bancone del negozio, e con l'altra teneva il copione.

Bleecker Street. || Larry Stylinson [ IN REVISIONE ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora