La lettera.

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Leggete le note infondo per venire a conoscenza di qualcosa che potrebbe interessarvi.




Buttò il pesante libro sul tavolino che aveva davanti e, sbuffando, appoggiò gli avambracci sulle sue cosce.

Sbuffò una seconda volta, pensando a quanto fossero stati pesanti quei ultimi giorni.

Alzarsi la mattina con la consapevolezza di una percentuale, anche se davvero minima, di poter incontrare Louis lo destabilizzava.

Studiare era diventato impossibile, per non parlare del lavoro. Non sapeva neanche lui il perché, ma ogni volta che le campanelle messe sopra la porta suonavano, il suo battito cardiaco accelerava.

Forse proprio perché lavorava nel suo negozio che, anni prima, aveva preso a carico Liam; continuando così l'attività del maggiore.

Liam aveva frequentato dei corsi, aveva studiato per di diventare a tutti gli effetti un tatuatore e inutile dire che ce l'aveva fatta.

Adesso, attaccato ad una parete del negozio alloggiava un bellissimo certificato che confermava la professionalità del ragazzo.

Attaccato a quelle pareti che avevano visto e sentito fin troppo, che avevano subito trasformazioni perché sì, il negozio non consisteva più in una stanza d'aspetto e un piccolo studio.

Il negozio era stato allargato e adesso, dove una volta c'erano due divanetti, c'è un'enorme divano con un bellissimo tavolino in vetro davanti.

Le pareti rosse erano state sostituite da un bianco che trasmetteva troppo e troppo poco allo stesso tempo e Liam si era superato dipingendo una delle sue opere astratte su una parete.

'Non ha un significato bene preciso', diceva, ma Harry non ci credeva.

Erano stati aggiunti altri due studi. Molto professionali e forniti di tutti gli strumenti, ma quello di Louis non era stato toccato. Era stato lasciato come l'ultima volta.

Liam speravo in un futuro ritorno di Louis. Non aveva mai perso quella speranza.

Lui lo sapeva, ma sapeva anche che le cose del maggiore non si toccavano.

Louis era estremamente geloso delle sue cose.

Per questo motivo non aveva toccato il suo studio, il suo rifugio.
Secondo la teoria dell'artista tutti, prima o poi, tornano a casa e la casa di Louis non era di certo Londra.

'Lui tornerà. Tutti tornano a casa e noi siamo la sua casa.', Gli aveva detto tempo prima ma, anche in questo caso, il riccio non ci aveva mai creduto.

L'unica cosa rimasta tale, oltre allo studio, erano i vari disegni di tatuaggi e di visi fatti da Liam.

Sorrise il riccio, ripensando a quei meravigliosi schizzi d'arte che venivano in testa all'amico.

Come quello che aveva disegnato di Louis, due giorni dopo che quello se ne era andato.

Ed Harry non avrebbe mai detto a nessuno che quel disegno si trovava nel secondo cassetto del mobile della sua camera.

Ed era proprio quel cassetto che Harry stava fissando, da quasi tre quarti d'ora. Sbuffando e sospirando, attorcigliandosi le dita tra loro e mangiucchiandosi le unghie che erano corte giá di loro.

Il ragazzo aveva una dannata paura di alzarsi e dirigersi verso quella scatola di legno contenente i suoi boxer, sotto i quali si trovava quella spaventosa lettera.

Dopo il matrimonio era cambiato tutto, ci aveva impiegato ben tre anni per ricrearsi una routine nuova di zecca senza la presenza del tatuatore ed era bastato un ballo per tramortire la sua vita. 

Bleecker Street. || Larry Stylinson [ IN REVISIONE ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora