capitolo 16

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Arrivo a casa e cerco di fare il meno rumore possibile, sono le 3.30. Mi butto nel letto con ancora i vestiti addosso, non ho le forze per mettermi il pigiama.
Vibra il cellulare, un messaggio di Aaron.

<<semplicemente grazie. Buonanotte, piccola.>> Non posso fare a meno di sorridere leggendolo, soprattutto per quella dolce parolina alla fine. 'Piccola'. Nessuna mi aveva mai chiamata così, si certo, Erik usa spesso soprannomi per me,come bambola, principessa, ma piccola.. mai. Ed è bellissimo devo dire.

<<non devi ringraziarmi, sono felice di aiutarti. Buonanotte Aaron.>> Poso il cellulare sul comò e chiudo gli occhi.

sento la sirena della polizia, mi affaccio e scruto due poliziotti. Sento delle urla accompagnate da dei pianti, corro giù e vedo mia madre, cosparsa di sangue e piange, dolorante.

<<mamma! mamma!>> all'improvviso scompare. Mi affaccio di nuovo alla finestra, noto i poliziotti arrestare un uomo, d'un tratto si gira a fissarmi. È mio padre.

Mi sveglio improvvisamente, era solo un incubo. Il solo pensiero che mio padre possa fare ancora del male a me o a Ryan mi fa rabbrividire. Ci ha rimesso già la mamma per questo, per il suo essere un violento ubriacone di merda. Riprovo a dormire.

Oggi è domenica, adoro tutto della domenica, tranne il mal di testa per il giorno prima. Sento l'odore dei pancakes appena sfornati e mi fiondo in cucina prima che Ryan possa divorarli tutti.

<<Buongiorno!>> dico sfoggiando un bel sorriso.

<<Buongiorno Carly>> risponde mia nonna con il sui bel sorriso mattutino come sempre. <<siamo di buon umore oggi?>> mi chiede.

Si nota così tanto? Non riesco a non pensare a ieri sera, non riesco a togliere dalla mia mente il sapore dei baci di Aaron e il calore che emanavano le sue braccia incrociate alle mie.

<<si direi di si.>> rispondo e lei mi accenna un sorriso.

Finisco di fare colazione e corro a farmi una doccia, voglio andare a fare un giro al centro commerciale.
Appena esco dalla doccia mi piastro i capelli e mi trucco. Metto una camicetta bianca, dei jeans chiari e le mie converse nere. Le ho praticamente di ogni colore, le adoro.

<<Nonna io esco!>>

<<va bene tesoro non fare tardi, ho cucinato le mie speciali lasagne che ti piacciono tanto>> le sorrido e vado in macchina.

Arrivata al centro commerciale fatico a trovare un posto per l'auto, la domenica è affollatissimo.
Dopo dieci minuti riesco finalmente a trovarne uno, parcheggio e mi avvio verso l'entrata. Accidenti, ho parcheggiato proprio lontano. Ripenso ancora ad Aaron, chissà cosa starà facendo, se starà bene. Talmente delle volte che lo penso ultimamente, mi sembra quasi di vederlo ovunque.

Aspetta.. ma quello è proprio lui. Cosa ci fa qua? E.. con una ragazza. Sorridono insieme e sembra che lui si diverta. Non ci posso credere, fino a ieri stava male, aveva bisogno di me e adesso è tutto felice e pimpante con un'altra. Ma vaffanculo, avevo sempre intuito che non era uno a posto, è solo un farfallone.

Non mi va di passargli davanti, quindi decido di tornare indietro e andare da qualche altra parte, direi che il centro commerciale è stata una pessima idea.

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