17 - Dicembre

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Era ormai Dicembre. Le temperature erano scese, Firenze era coperta da una leggera coltre di neve e le luci colorate davano un aspetto ancora più magico alla città.

Amavo il Natale e amavo l'aria che si respirava in quel periodo. Si respirava allegria, spensieratezza e amore, oltre a una marea di cibo.

Amavo riunirmi con tutti i miei parenti, mangiando fino allo sfinimento e giocando a tombola fino alle tre.

Amavo fare l'albero di Natale e il presepe con la mia famiglia.

Amavo vedere i piccoli della famiglia emozionarsi davanti a Babbo Natale ed esplodere di gioia alla vista dei regali che avevano desiderato.

Amavo tutto di quel periodo, anche se quell'anno era tutto diverso.

Era la vigilia di Natale, e invece di aiutare mia madre a preparare la gallina ripiena, ero su una scrivania a studiare per un esame.

-Avanti, di nuovo-disse Gianluca

Sbuffai e appoggiai la testa sopra la scrivania-Non ce la faccio più amore-

-L'ultima volta-

-Amore, ho ripetuto l'argomento per ben cinque volte, ho la testa in ebollizione!-

Si mise a ridere e disse-Va bene, per oggi basta allora-chiuse il libro e lo posò sulla scrivania.

-Cioccolata calda?-chiesi con un sorriso a trentadue denti

-Solo se ci metti la panna montata sopra-

-Ma quanto ti amo?!-gli stampai un bacio sulle labbra e andammo in cucina.

-Hai deciso cosa fare domani?-chiese

-Molto probabilmente starò qui a studiare, non credo che uscirò-

-Amore, ma domani è Natale, prenditi una pausa-

-Gian, non posso permettermelo. Il sette Gennaio ho l'esame e ho ancora cento pagine da studiare, non posso prendermi una pausa-

-Amore, ma è solo un giorno-

-Gian, no-

-Come vuoi-

-Tu cosa fai domani?-

-Penso che studierò anch'io oppure andrò a fare un giro con Piero, visto che Ale è dai suoi-

-Perché non venite qui? Così mi fate compagnia-

-Hai appena detto che devi studiare!-

Mi misi a ridere e dissi-Lo so, ma non mi va di stare sola-

-Ma hai Ignazio-

-Ma lo sai com'è, se ne sta chiuso nella sua stanza a suonare e si fa vivo solo per cena-

Ignazio era cambiato molto da quando chiarimmo. Se ne stava sempre chiuso nella sua stanza a suonare e cantare canzoni d'amore.

Si era isolato un po' da tutti e quando provavo a chiedergli spiegazioni, mi rispondeva sempre con la solita frase: "Sono stressato". Ma io non ci credevo, anche perché all'università andava sempre meno e non apriva libro da non so quanto.

Non era più lo stesso. Non era più l'Ignazio divertente e sempre col sorriso, che metteva sempre di buon umore, quello chiacchierone, ma era diventato quello triste e cupo che s'isolava dal resto del mondo.

Non era il mio Ignazio, non era il mio migliore amico. Era un'altra persona. Una che non volevo.

-Magari cambia a Natale-disse ridendo

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