Era la mattina di Natale e un piacevole profumo di caffè invase le mie narici svegliandomi.
Mi alzai dal letto e mezza assonnata andai in cucina, dove trovai Ignazio fare colazione.
-Buongiorno-dissi stropicciandomi gli occhi e mettendomi a sedere
-Buongiorno-disse sorridendomi-Caffè?-
Annuii e Ignazio, gentilmente, mi riempì la tazza.
-Dormito poco?-mi chiese
-Ho studiato fino alle tre-
-Ti sentivo ripetere-
-Scusami, devo averti svegliato-
-No, tranquilla, ero sveglio-
-Meglio così-
-Comunque, buon Natale-
-Buon Natale-dissi sorridendo
Forse aveva ragione Gianluca, l'aria natalizia aveva cambiato Ignazio.
Era diventato quasi una rarità parlare con lui e ricevere un suo sorriso.
-Ha detto mio padre che per le undici saranno qui, così hanno tempo di fare la spesa-disse
-Solo le nostre madri, dopo un viaggio di tredici ore, riescono a preparare un pranzo di Natale-
-Abbiamo delle super-mamme-
Ci mettemmo a ridere e notai che erano già le dieci.
Avevo deciso di fare una sorpresa a Gianluca quella mattina e di portargli il regalo di Natale. Volevo farmi perdonare per la discussione della sera prima, ero stata un po' troppo dura con lui; lui voleva solo che passassi il capodanno con la mia famiglia, niente più.
Appena finii di fare colazione, andai a prepararmi per uscire e, dopo aver avvertito Ignazio e aver preso l'ombrello sotto sua ordinazione, uscii.
Fuori faceva molto freddo ed aveva iniziato anche a piovere.
Entrai velocemente in macchina e partii.
Firenze era invasa dal traffico e da innumerevoli suoni di clacson che non aiutavano minimamente lo scorrimento delle macchine.
Con molta calma e molta pazienza, riuscii ad arrivare a casa di Gianluca.
Non vedevo l'ora di vedere la sua reazione all'apertura del mio regalo. Sapevo che desiderava molto andare al concerto di Tiziano Ferro, così gli regali i biglietti per andarci insieme.
Arrivai difronte la porta di casa, suonai il campanello e non mi venne ad aprire lui, né Piero, ma una ragazza con una vestaglia addosso.
-Ciao!-mi salutò lei con un sorriso
-C-ciao-balbettai-Ehm...cercavo Gianluca-
-Sì, un attimo che te lo chiamo-disse sorridendomi-Amore!!! Ti vogliono!!!-urlò
A quelle parole sentii una crepa nel cuore allungarsi tagliandolo di netto.
Rimasi immobile, davanti a quella ragazza, frenando quelle dannate lacrime che volevano uscire a tutti i costi.
Iniziai a sudare. Un sudore freddo che mi gelò la pelle provocandomi dei brividi. Volevo urlare, scappare, piangere, ma non avevo la forza di fare tutto ciò. Mi sentivo morire.
Lo vidi spuntare, da dietro di lei, con un sorriso stampato in faccia che, alla mia vista, si spense in un attimo.
-Anna!-disse spalancando gli occhi-Che ci fai qua?-