Capitolo 10

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Cammino accanto ad Alex, adeguando la mia andatura spedita al suo passo, più molleggiato e tranquillo.
Ancora mi chiedo come faccia ad essere sempre così rilassato. O almeno ad apparirlo... Perché se anche il suo corpo non rivela alcuna traccia di tensione, dentro ai suoi occhi è sempre in corso una tempesta.
A volte vorrei trovarmi nella sua testa, semplicemente per sapere cosa desidera e come faccia ogni volta a controllare le sue emozioni.
Rimango a guardarlo, ipnotizzata, e penso che sarebbe il soggetto perfetto per ispirare canti di poeti o da raffigurare sulla tela.
La mia mente vaga libera, come una nuvola sospinta dal vento, fino a quando non si ferma su ciò che è successo prima che uscissi.
"Non mi hai ancora detto una cosa!" dico, ricordandomi improvvisamente di ciò che mi ha chiesto al telefono.
"Che cosa?" dice lui, guardandomi con aria interrogativa.
"Il diario. Come mai hai voluto che lo portassi?" chiedo, arrossendo. Pensavo se ne sarebbe ricordato, in fondo, è proprio un suo regalo...
"Ah, il diario" dice, sorridendo.
"Si, proprio quello" e dopo aver pronunciato queste parole il rossore sparisce dalle guancie, come se qualcuno lo avesse cancellato.
"Non c'è un motivo particolare - dice, portandosi una mano dietro la testa e colorandosi di rosso. Stavolta è lui ad essere in imbarazzo - solo che anche io ne ho uno e... beh, portarlo con me mi aiuta"
Lo guardo, stupita: anche Alex ha un diario?

Parole attraversateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora