Capitolo 37

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Piccola nota:
'Sera wattpadiani, come va?
Io... beh, sto, ma non voglio dilungarmi in preamboli!
Per questo capitolo vi consiglio di ascoltare la canzone "Pain" dei Three Days Grace. È fantastica e in questi giorni mi ha letteralmente ipnotizzata!
Spero che l'aggiornamento vi piaccia.
Buona lettura!

Il mostro continua a muoversi verso di noi, scattando con dei movimenti innaturali e troppo veloci, troppo rapidi per permetterci di seminarlo o di riprendere fiato.
Sento Alex trascinarmi in avanti lungo un viale alberato: la sua mano ha una presa d'acciaio sulla mia, fredda e tremante.
Accelero, nonostante il bruciore alle gambe e il respiro corto. A volte la paura è veramente l'unica cosa che ti consente di andare avanti.
Sento i respiri forti e rumorosi della creatura, ormai quasi accanto a noi. Ma come fa? È l'unica cosa che riesco a pensare. Come fa ad essere così veloce? Ad essere già qui?
Stringo i denti e chiudo gli occhi, cercando di sopprimere le lacrime, lasciandomi guidare da Alex che ormai accelera sempre di più, senza rendersene conto.
Ho così tanta paura.
Sbatto le palpebre ripetutamente, quindi torno a guardare la strada di fronte a me.
La luna chiara campeggia sulle nostre teste, ignara di tutto mentre crea splendidi giochi di luce con le foglie e i rami delle piante a lato della strada. La ghiaia sul pavimento ha acquisito strani riflessi azzurri ed argentati.
"Alex - dico, annaspando tra una lettera e l'altra, cercando di respirare nonostante la corsa disperata - Dove stiamo andando?"
Lui svolta a destra, in un vicolo buio dove non arrivano nemmeno i raggi chiari della luce lunare.
Subito sento il cuore sprofondare. Perché è scappato in questa direzione?
"Da un amico" risponde conciso, lo sguardo fisso di fronte a lui, come se riuscisse a vedere ogni dettaglio anche in questa terribile oscurità.
Un amico?
Cavolo, quanto è strano sentire queste parole pronunciate da lui!
Insomma, lui è Alex, il lupo solitario del gruppo che da sempre preferisce la compagnia dei libri a quella delle persone, non può essere che non mi abbia parlato di un suo amico!
Tendo le orecchie, cercando di sentire la presenza della creatura, ma la strada è completamente deserta e priva di rumori.
Deglutisco mentre decelero leggermemte, con la speranza di non essermi sbagliata e di averlo seminato definitivamente.
Chissà, magari svoltare in questa strada deserta è veramemte servito a qualcosa.
Sorrido leggermente, quindi lascio andare la mano di Alex, che sta continuando la sua corsa sfrenata.
Passo qualche secondo ferma, a riprendere fiato nel silenzio più totale prima di sentire la pressione di una mano, calda e affusolata, sulla mia spalla.
Un grido sale forte dalla pancia sino a raggiungere la bocca.
Non può avermi presa.
Il cuore accelera sempre di più forte mentre trattengo il respiro.
"Alex -singhiozzo, le lacrime che bruciano in fondo agli occhi -Alex, dove sei?"
La mano allenta la presa sulla mia spalla e inizia ad accarezzarmi la schiena.
"Ehi - bisbiglia qualcuno vicino al mio orecchio, la voce bassa, calda e avvolgente mentre mi alza il mento nella sua direzione, come se potessi vederlo - Che succede? Tutto okay?"
Alex? Improvvisamente il bruciore in fondo agli occhi si fa più leggero.
"Cavoli, non sai quanta paura mi sono presa!" esclamo, stringendolo tra le braccia.
Le sue mani scorrono leggere sulla mia schiena mentre strofina il suo naso tra i miei capelli.
"Mi avevi mollato la mano - dice piano lui, le labbra premute contro la mia testa - Così sono tornato indietro a vedere se stavi bene"
Sorrido, appoggiando la testa sotto il suo mento, appena sopra all'orlo della maglia nera, che mi sfiora la guancia facendomi il sollettico.
"Si, tutto bene, almeno credo. Quel coso è andato via?" domando mordendomi l'interno della guancia. Improvvisamente sapere che cos'è la creatura che ci inseguiva ha perso la sua importanza, l'unica cosa che voglio sapere è il luogo in cui si trova adesso.
"Si, ma dobbiamo sbrigarci. Non ci metterà tanto a capire dove siamo andati"

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