il mio primo giorno

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Aprii gli occhi. Era tutto normale, ma tutto era cambiato. Quello sarebbe stato il mio primo giorno di scuola. Sarei stata quella nuova. Avrei fatto le prime imbarazzanti esperienze, ma quest'idea non mi emozionava affatto. Ripensavo solo alla lista di cose negative che mi ero stilata durante la notte:
- sguardi fissi su di te perchè sei nuova;
- devo fare una buona impressione ai professori, anche se mai ci riuscirò, sono un danno :)
- devo fare amicizia, e io odio conoscere gente nuova;
- dovrò recuperare in fretta i mesi persi;
- sarò circondata da ragazzi che mai mi calcolerebbero;

Ero penosa.

Scesi dal letto e mi stropicciai gli occhi verdi. Erano solo le quattro e mezza di mattina, ma io non sarei comunque riuscita a dormire, così mi alzai e scesi a fare colazione. 

**************

"Sam, non mi va di essere ancora quella nuova..." dissi io parecchio scoraggiata. Non mi era mai successo di essere così vulnerabile e questa nuova sensazione mi faceva tremare le vene.

"Hurricane, andrai benissimo, tu siediti vicino a me e vedrai che ti ambienterai benissimo" disse lei sorridendo.

Non ne ero molto convinta, ma non mi sarei trasformata in una di quelle ridicole ragazze pon pon dai codini alti. Non avrei cambiato il mio carattere per meglio inserirmi. Non sarei mai cambiata. 

Il viaggio in pullman non fu come me lo aspettavo. A quanto pare, avere una persona nuova              sull' autobus, era un novità. Tutti mi fissavano, in particolar modo un ragazzo, dagli occhi magnetici e dai capelli nero corvino. Mi faceva venire i brividi lungo la spina dorsale e in qualche modo, mi faceva stare bene. Il suo sguardo sembrava liberarmi da tutte le pressioni.

"chi è quel ragazzo?" chiesi con un filo di voce a Sam.

"oh, lui? no, non è nessuno... si chiama Tyler... è un ragazzo strano... è  l' ex di Veronica, non farci caso..." rispose lei noncurante.

"chi è Veronica?"

"oh è solo la persona più favolosa della scuola, che dico, dell' intera città!" mi rispose una voce alle spalle.

"piacere, Veronica Johnson, tu sei?"

Venne verso di me questa ragazza, tutta vestita in rosa fosforescente. I capelli biondi ondeggiavano sulle spalle e le punte erano fuxia.

"sono Hurricane..." dissi io fissandola negli occhi.

"mmm... ma che nome hai? Ahahah! Sei la biondina che è appena arrivata in città giusto? E pensi già di potermi anche solo nominare? Oppure guardare il mio fidanzato? Ragazza, lui è of-limits per te..."

"senti, io non stavo facendo proprio niente, quindi vedi di evaporare Barbie. E poi, da quello che ho sentito dire non state più insieme, quando vi sareste messi insieme scusa?" ribattei io a testa alta. Non sapevo che con quella frase avevo firmato la mia condanna a morte.

"mm, chi ti credi di essere per dirmi di evaporare sottospecie di EMO? E comunque ci siamo appena rimessi insieme..." fece due passi verso di lui, lo prese per la nuca e gli infilò la lingua in bocca. Lui era fermo, come se capisse cosa stava succedendo, ma non volesse reagire.

"e ora vedi di stare zitta."

Il pullman inchiodò violentemente davanti alla scuola e l' autista ci fece scendere tutti.

Faceva piuttosto freddo e il cielo era bianco.

"ok allora... ti accompagno dal preside, così ti da l' orario delle lezioni. Penso che poi ti affideranno a qualcuno per farti fare il giro della scuola..."

*********

"allora Hurricane... ecco l'orario. La scuola inizia alle otto e mezza e finisce alle due e mezza, tranne per alcuni corsi che richiederanno orari in più. Il pranzo è dalle dodici all' una. Ecco, ora devi compilare questo foglio con i tuoi dati personali... ah, in fondo devi scegliere a quale laboratorio aggiuntivo vuoi partecipare, tra corso di scrittura, di pittura, di fotografia, di moda, falegnameria, di matematica e di poesia."

"posso sceglierne anche due?"

"Certo"

Scelsi il corso di scrittura e pittura.

"ok, grazie. Ora chiamerò il ragazzo che nei prossimi giorni ti farà esplorare la scuola e ti spiegherà come funziona il tutto, Puoi aspettarlo pure fuori dal mio ufficio"

"grazie preside Duval"

Uscii silenziosa dalla porta. Non sapevo chi avrebbero mandato, così, mi specchiai sulla vetrina per vedere se era tutto a posto. indossavo una canottiera bianca fino all'ombelico, sormontata da una camicia di flanella a quadri, rossa e nera, dei jeans chiari strappati e le Converse.

"stai tranquilla, sei bellissima comunque"

"ah grazie, però volevo fare una bella figura"

"ahahah tranquilla, l' hai già fatta sfidando Veronica..."

Mi volai di scatto. Era lui. Era Tyler quello che mi doveva accompagnare a fare il giro. Ti pareva...

"ah, quindi parli?" gli chiesi io sfacciata.

"ahahah a quanto pare sì! Non ci siamo presentati ufficialmente. Io sono Tyler, piacere di conoscerti Hurricane"

"come fai a sapere il mio nome?"


"un nome come il tuo è difficile da scordare, anche se sentito di sfuggita... forza incamminiamoci. Oggi ho solo un' ora da passare con te."

*****

"allora, raccontami di te... come mai questo nome?" mi chiese, conducendomi sul prato. Si sedette all'ombra di un grande albero. Non gli interessava dell' erba bagnata dalla brina, oppure della terra umidiccia che gli avrebbe sporcato i pantaloni.

"be... in realtà non lo so con precisione... penso che ai miei piacesse come concetto"

"ah, capisco... e come mai ti sei trasferita in questa città di merda?"

"si erano create molte situazioni pesanti a Green Coste... con mia madre, suo marito, il mio ex-ragazzo ora mai... cioè, ero sprecata per quel paese."

"ci credo... come mai è finita con il tuo ex?"

"be, lui non era molto contento del fatto che mi sarei trasferita con mio padre. Io e lui ne abbiamo passate veramente tante, però io sentivo di dovermene andare. Così a malincuore mi lasciò partire senza fare troppe storie. quando sono arrivata nella mia nuova casa ho deciso di chiamarlo in videochat e lui non era a casa sua... in sostanza mi ha tradito... e nulla..."



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