il mio anniversario

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Sabato. Finalmente.
Dopo la litigata di ieri il mio cuore era a pezzi. Che poi non mi aveva fatto gran che, ma solo il fatto che mi avesse mentito riguardo a quella storia, mi faceva male.
Quella mattina di dicembre era particolarmente fredda, e natale si avvicinava. Era il 15 dicembre, il giorno del nostro primo anniversario.

Presi pigramente in mano il mio cellulare, per controllare le notifiche.

Amy
-Ueeee! Buon anniversariooo! Siete così carini insiemee! Dimmi, sai già qualcosa per sta sera?! Dato che sono la tua migliore amica/sorella, devo sapere tutti i più piccoli dettagli! Scrivimi quando ti svegli!

Ben
-ciao bellissima!
Buon anniversario!

Lucy
-oiii buon anniversariooo! Allora... Jake ti regalerà una serata speciale ne'? Ahahah poi raccontami i dettagli!

Tutti messaggi da amici e neanche uno da lui. Dovevo chiamarlo?
Non lo feci.
Buttai il cellulare sul letto e decisi di scendere a fare colazione. Solitamente non mangiavo mai di mattina, ma volevo rimpinzarmi di cibo per non pensare a lui.
Non era la prima litigata che facevamo, e neanche la più violenta, ma mi aveva lasciato un segno. Una cicatrice nel cuore.
A proposito di cicatrici...
Mi osservai la mano sinistra.
La cicatrice a forma di stella che avevo sulla mano mi bruciava. Ogni volta che faceva così si scuriva, per poi diventare nuovamente bianca.
Più che cicatrice sembrava un tatuaggio strano, che avevo fin dalla nascita. Quando si scuriva solitamente veniva un temporale, ma si scuriva raramente, e quando succedeva, dovevo mettere una "cera" blu e lasciarla riposare.
Era grigia, quindi potevo aspettare ancora un po'.
Mentre scendevo rischiai di rotolare giù dalle scale.
Il salotto era vuoto, così decisi di andare i cucina, amche quella vuota, prendere una ciotola di cereali e latte, del succo e uova con pancetta (preparato da mia madre prima di andare al lavoro) e stravaccarmi sul divano.
In tv non c'era niente, così decisi di guardarmi un film.
Diciamo solo che mettere l' esorcista non era stara una genialata, infatti, per lo spavento, rovesciai tutto il latte sul divano nuovo di mia madre.
Cazzo, quella mi avrebbe ucciso.

Oggi c'era tempo da neve, così decisi di farmi un giro a piedi, per chiarirmi le idee.

Quando aprii la porta un vento gelido mi colpì il viso, facendomi rabbrividire.
Presi le cuffie bianche, il cellulare e le chiavi di casa.

Mi sedetti sulla panchina umida.

Ed ero lì, seduta a pensare a lui.
Le lacrime si rifiutavano di cadere, congelandosi nei miei occhi.
Il mio respiro creava nell'aria una nuvoletta bianca, che rimaneva sospesa, per poi sparire.
Chiusi gli occhi e tirai un sospiro.
E pensavo a lui. Pensavo al nostro anno insieme. Pieno di risate, coccole e dolci baci. Un anno pieno di avventure, ma anche di lacrime, dispiaceri e dolore. Però nonostante tutto eravamo ancora insieme. Nonostante tutti i litigi lui era ancora lì. Valeva veramente la pena lasciare tutto così?
Volevo veramente rendere inutile quell'anno?
No che non volevo... ma lui non semprava voler parlare.

Iniziarono a piovere candidi cristalli bianchi, che andavano a posarsi suli miei capelli biondi.

Tornai a casa. Sempre se quella poteva chiamarsi casa.

Jake' s p.o.v.

Avevo passato la notte a rigirarmi nel letto, con le cuffie nelle orecchie, a pensare a quelli che era successo. Non era stata la nostra litigata più pesante, ma mi aveva colpito profondamente. Insomma, quello era il nostro primo anniversario ed io non mi degnavo di chiamarla o di mandarle un messaggio.

All'inizio era tutto estremamente imbarazzante, ma non so cosa cambiò. Lei iniziò a diventare più solare e l'imbarazzo sparì.
Poi lei ebbe una ricaduta di depressione e in quel periodo il nostro legame era diventato più stretto.

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