il mio trasferimento

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Ho sempre avuto una bassa sopportazione del dolore. Ogni volta che dovevo andare agli allenamenti di pallavolo, mi lamentavo.
Non volevo essere affaticata. Volevo solo sedermi sul divano e guardare film tutto il giorno.
Poi, due anni fa, all'età di quattordici anni, capii tutto. Capii come potevo alleggerire il dolore e la fatica.
Mi bastava pensare che prima o poi qualsiasi cosa finisce, e questo non possiamo negarlo.
Gli esseri umani non sono fatti per soffrire.

Prima o poi tutto finisce.

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Strizza gli occhi. Mi trovavo nella mia camera, ma non sapevo com'ero riuscita a raggiungerla. Il mio ultimo ricordo era che andavo al parco, poi vuoto totale.

Mi alzai dal letto e scesi le scale, aspettandomi di non trovare nessuno in casa, ma a quanto pare mi sbagliavo di grosso.

In cucina erano sedute le famiglie dei miei genitori.

"Ei... che succede?" Chiesi io leggermente confusa.

"Vieni siediti, dobbiamo discutere della tua decisione" disse mia madre in tono alquanto nervoso.

Mi sedetti nell'unica sedia libera, tra il marito di mia madre e mio padre.

"Sei sicura di voler venire con noi in Texas?" Mi chiese mio padre.

"Certo che sono sicura... insomma, questa è la mia vita e posso gestirla come meglio credo..."

"Certo, questo non lo mettiamo in dubbio, ma sei sicura di essere pronta ad essere la ragazza nuova?" Chiese Monique.

"Sì, sono pronta..."

"Allora fai le valige e saluta i tuoi amici che fra un paio d'ore si parte!" Gridò euforico mio padre.

"Scusa, ma che ore sono?!"

"Sono le 15.00... perché?"

"Devo salutare ancora Amy e Jake"

Schizzai in camera mia per prendere la giacca e subito dopo mi precipitai a casa della mia migliore amica.

La sua casa era molto modesta, leggermente più piccola della mia, ma questo non voleva dire che era più povera di me, anzi, aveva il guardaroba più grande che avessi mai visto.

La visita da lei fu breve. Non volevo lasciarla andare, ma lei era totalmente d'accordo con la mia decisione è mi avrebbe appoggiato sempre e comunque in qualsiasi decisione.

Ritorna a casa un'ora più tardi.

L'unica cosa che volevo portare in valigia erano i vestiti e i libri.
Il resto lo avrei lasciato a Green Coste, perché gli oggetti della mia camera mi avrebbero ricordato eccessivamente i miei amici. Io dovevo ricominciare da capo, e scordarmi di questa vita.

**********
"Forza Hurricane, stiamo partendo!" Mi urlò mio padre dalla macchina.

Presi la mia ultima borsa e saluti per sempre la mia stanza. Il luogo in cui mi ero rifugiata troppe volte. Quelle pareti nascondevano tutte le mie lacrime e i miei più piccoli segreti.

Mi richiusi la porta alle spalle e feci un profondo respiro.

Saluti mia madre e mi infilai in auto.

Feci partire Mad World e mi isola totalmente dal mondo.

MONOCROMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora