Capitolo 7

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A conclusione della quotidiana ronda notturna, Yuki va in cerca di Zero. Non si è presentato quest'oggi al turno di pattuglia, e in fondo lo si può pure capire. Solo fino a poche ore fa aveva pensato di lasciarsi morire per mano di Yagari. Adesso, è vero che ha deciso di reagire, ma indubbiamente tutto quello che è successo l'ha messo a dura prova, portandolo come al solito ad isolarsi.

Yuki arriva fino alla sala sotterranea adibita alle esercitazioni di tiro, dove trova l'amico intento a sparare contro delle sagome di cartone. E' molto concentrato e lei lo osserva, coprendosi le orecchie con le mani per attutire il fastidioso rumore che rimbomba nella piccola stanza.

Ad un certo punto, Zero si volta a guardarla e brusco le domanda:

"Vuoi restare lì ancora per molto?".

"E' che sono preoccupata per te." confessa lei "Volevo assicurarmi che stessi un po' meglio.".

"Certo. Fare la tutrice non è facile..."

La sarcastica battuta infastidisce molto Yuki, che comunque non se ne va ed insiste tenace chiedendo all'amico come si senta. Lui di risposta riprende a sparare, inanellando una fila perfetta di colpi, uno di fianco all'altro.

"Non c'è dubbio... sei in ottima forma." commenta la ragazza.

"Per favore, togliti quella ridicola benda." la rimprovera l'altro, riferendosi alla vistosa fasciatura sul collo di lei "Serve solo a farti notare.".

"Ma che dici? Non posso farne a meno! Se tenessi solo un cerotto qualcuno come Aidoh potrebbe togliermelo facilmente. E se qualcuno vedesse il segno dei tuoi denti..."

"Ti riferisci a Kaname Kuran, vero? Avresti preferito che fosse un altro a succhiare il tuo sangue. Saresti stata molto più contenta se ci fosse stato Kuran al mio posto... Questo l'ho capito subito, sai? Dal tuo sangue. L'ho capito dal suo sapore."

"Sei davvero odioso. E non fai che spiarmi. E la trovo una cosa bruttissima..."

Yuki corre via. Le parole di Zero l'hanno ferita, dando forza ad emozioni che in lei sono sempre vive, palpitanti... incancellabili. Profondamente scossa, si rifugia nel salottino del Direttore e distesa sul divano si abbandona all'irrefrenabile flusso dei pensieri.

"Non c'è bisogno che lui me lo ricordi. Solo io so davvero cosa Kaname rappresenti per me. Eppure, in un certo senso... Kaname... mi sembra quasi di averlo..."

Ed ecco che nella mente della giovane si riaffaccia di nuovo quella voce, quella voce che altre volte le ha parlato, una voce che nasce da dentro di lei e della quale ancora non ha compreso l'origine:

"Vuoi forse tradirlo? Hai intenzione di chiudere gli occhi e magari di annegare tutto nell'oblio?... La tua innocenza nasconde il male. Tu distogli lo sguardo dalla verità e non ti accorgi di fare una cosa vergognosa...".

"Yuki, tutto bene?"

La rassicurante voce di Reika raggiunge Yuki come la carezza amorevole di una sorella. Lei in qualche modo riesce sempre a capirla, a leggerle dentro, come se ci fosse un legame speciale tra loro, un legame sconosciuto ma che entrambe percepiscono. Quasi un... legame di sangue.

"Ti va di mangiare qualcosa?" domanda Reika, sedendosi accanto all'amica.

"A quest'ora?"

"Se non hai fame, allora fammi solo compagnia. Che dici? Se non metto qualcosa sotto i denti non riuscirò a chiudere occhio."

"Ma sì dai! Anch'io ho un po' di fame."

Reika si alza in piedi e porge una mano alla compagna.

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