Capitolo 14

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Reika raggiunge il Collegio mentre il ballo è ancora nel pieno del suo svolgimento. Nessuno la vede. E lei astutamente, sfruttando la notte e la fitta vegetazione per nascondersi, si muove sicura verso la propria meta. Sa perfettamente dove deve andare. Sa dove trovarla. Il suo istinto la guiderà nel luogo esatto in cui si trova ora Maria Kurenai.

La giovane cacciatrice arriva fino all'edificio che in passato aveva ospitato la Night Class. Silenziosa e guardinga entra e sale le scale che conducono al primo piano. A passi lesti percorre il corridoio, fino a fermarsi davanti ad una porta. La apre. Maria è seduta su un'antica ottomana rivestita di rosso velluto ed indossa un elegante abito nero, quasi si fosse preparata per ricevere un importante ospite. Tra le sue mani, un'affilata katana.

"Sapevo che saresti venuta." afferma con voce lieve e falsamente cordiale.

Reika sosta sulla soglia, stretto nel suo pugno il Black Steel. Maria la invita ad avvicinarsi.

"Ti ucciderò." dichiara la cacciatrice, con la fierezza di una guerriera.

"Ti ucciderò." ripete, avanzando di qualche passo "E poi farò in modo che Zero beva il tuo sangue. E' il solo modo per aiutarlo, per impedire che diventi un Livello E.".

"Tu mi ucciderai?" domanda l'altra, in tono canzonatorio.

"Non credo proprio, mia cara Reika." continua poi, alzandosi in piedi "Non sei abbastanza forte per avere la meglio su un Sangue Puro. No... tu non mi ucciderai. Tu stringerai un patto con me per salvare il tuo Zero... e anche Yuki.".

"Cosa c'entra Yuki?!"

"Le ho proposto di diventare mia schiava e di fare una cosa per me, in cambio della salvezza di Zero. Credo che accetterà... a meno che tu non prenda il suo posto..."

Reika non indugia oltre e si avventa contro Maria, ma qualcosa improvvisamente la frena. Un pensiero che balena fulmineo nella sua testa. Davanti a lei c'è sì Shizuka Hiou, ma il corpo che sta usando appartiene ad una ragazza che in fin dei conti non ha alcuna responsabilità in tutto ciò che sta accadendo... L'incertezza della giovane inevitabilmente la rende vulnerabile all'attacco della nemica, che con un gesto rapido la ferisce ad una gamba, costringendola ad inginocchiarsi sul pavimento.

"Fa male, vero?" domanda Maria, con occhi cupidi e minacciosi "Il tuo sangue ha un tale profumo... E' molto invitante...".

Ed ecco che nella stanza fa il suo ingresso il servitore mascherato della Sangue Puro, reggendo tra le braccia il vero corpo della donna. Quando Maria accosta il suo volto a quello di Shizuka, quest'ultimo prende vita, gli occhi si spalancano, ed un macabro coro a due voci si rivolge a Reika:

"Piegati al mio volere e Zero sarà salvo.".

Shizuka riprende possesso delle sue vere sembianze, mentre Maria Kurenai cade a terra priva di sensi.

"Mai." ribadisce Reika, rialzandosi in piedi, nonostante la sua ferita sanguini copiosamente.

La ragazza di nuovo tenta un attacco, ma il servitore senza volto della Sangue Puro le sbarra la strada, incrociando il ferro della sua katana con quello del Black Steel.

"Si può sapere chi sei?!" urla la cacciatrice.

"Davvero non sai chi sono?" risponde il giovane, e Reika indietreggia con un balzo, spalancando gli occhi incredula, come se avesse davanti un fantasma.

"Non è... possibile... Tu sei... Ichiru..."



E' assurdo. Io credevo... che fosse morto. Che fossi morto. Sei davvero tu? Sì, non posso sbagliare. Muovo alcuni passi verso di te. La maschera che indossi copre in parte il tuo viso, lasciando scoperta solo la bocca. Sorridi, e non capisco se questo sorriso, che ha il sapore di una sfida, racchiuda in sé almeno il ricordo dell'affetto che ci legava da bambini. Di quell'amicizia, cos'è rimasto? Ti tolgo la maschera ed i miei occhi incontrano il tuo volto. Dopo tanto tempo... I tuoi lineamenti sono identici a quelli di Zero, siete così uguali, eppure così diversi. Non ti riconosco. Chi sei? Chi è la persona che è ora di fronte a me? Non l'amico di un tempo. Non il fratello che Zero amava tanto. Chi sei? Cosa sei diventato?... Non voglio credere che già quella notte, tu sapessi... che tu già allora avessi scelto lei... non vorrei crederci, ma il tuo sguardo mi dice il contrario. Indietreggio, continuando a fissarti senza riuscir a parlare, ma tu mi afferri per un braccio e mi trattieni.

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