capitolo 38.

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Elena's pov
Venerdì partiamo dalla stazione. In treno ridiamo, scherziamo e ci facciamo moltissimi selfie. A volte veniamo interrotti da delle fan di Giulio. Arrivati in stazione a Padova Giù dice:
Giù.:"finalmente, mi stavo scocciando in treno" dice stiracchiandosi.
Io:"ahah, Giulio. Dobbiamo prendere un altro treno" dico ridendo.
Giù.:"ma non abiti a Padova?" chiede più perplesso che mai.
Io:"io si, ma la mia famiglia abita in provincia. Ora andiamo o perderemo il treno" dico trascinandolo verso il binario.
Arrivati nella stazione del mio paese appena scesi dal treno Giulio mi tira una manica del giubbotto dicendo:
Giù.:"dobbiamo prendere un altro treno"
Io:"nono, hahahaha"
X:"Elena" dice una voce bassa alle mie spalle mi volto saltando in braccio a costui.
Io:"papàaa"
Quando scendo mio padre dice:
P.:"chi seo sto qua?"
Io:"Papà eo se Giulio, noneo sa el diaeto"
Giù.:"piacere signore" dice tendendo la mano.
P.:"piacere, quindi sei tu lo sfortunato che la deve sopportare"
Io:"no, non stiamo insieme"
P.:"ah, andiamo a casa su" dice andando verso la macchina.
Il tragitto verso casa è stato molto silenzioso, per fortuna non dura molto.
Nel salotto di casa trovo mia zia con mia cugina e mia nipote, quanto è cresciuta dio.
Mi salutano tutti e Giulio si presenta. Mentre mangiamo iniziamo a parlare del più e del meno. Poi ce ne andiamo nel soggiorno a guardare la televisione. Viola, la mia nipotina si addormenta in braccio a me.
Giù.:"sei proprio una brava zia" mi sussurra all'orecchio. Rabbrividisco nel sentire il suo fiato caldo sul collo.
Io:"grazie zietto" dico dandogli un bacio sulla guancia. Arroscisce diventando come un peperone. *sembra anche dolce*pff, lui è dolce.*certo, come no*
Il pomeriggio passa in fretta e si fa sera. Andiamo a dormire io nella mia vecchia camera e Giulio in quella degli ospiti. Verso mezzanotte mi sveglio di soprassalto. Giulio mi stava scuotendo.
Io:"cazzo vuoi a quest'ora?" chiedo con occhi socchiusi.
Giù.:"posso dormire con te?"
Visto che non ero mentalmente attiva accetto pur di ritornare a dormire.
Giulio si sdraia accanto a me. Io rivolta verso un lato e lui rivolto l'opposto.
Ad un tratto delle mani mi prendono per i fianchi. Mi ritrovo appoggiato con il petto sulla mia schiena e mi sussurra:
Giù.:"ora si che riesco a dormire"
Mi lascio cullare dal battito del suo cuore addormentandomi.
Il giorno seguente...
Giulio's pov
Mi sveglio abbracciato ad Elena. In questo periodo riesco a dormire davvero bene. Per quale strana proprietà mi sento al riparo, al sicuro. Invece quando non c'è mi faccio prendere dalle riflessioni e dalle crisi.
Mi alzo senza far rumore diretto in cucina ma fallisco nell'intento. Si sveglia appena tocco il pavimento.
Ele.:"vedi di non far scricchiolare il parquet" dice con la voce impastata dal sonno.
Io:"non è colpa mia se hai sviluppato un udito sopra la media"
Ele.:"vabbe ormai so sveglia" dice alzandosi e andando a fare colazione.
(...)
Al pomeriggio andiamo verso una meta a me sconosciuta. Arrivati ad una casa bianca con un enorme giardino scendiamo. Suoniamo il campanello e una vecchietta sulla sessantina con i capelli biondi-bianchi e gli occhi scuri come quelli di Elena ci viene ad aprire.
N.:"tesoro mio come steto!" dice abbracciando molto calorosamente la ragazza.
N.:"e chi seo sto bel fioo" chiede abbracciando pure me.
Ele.:"eo se Giulio. Cheo de cui te parlavo sempre i anni scorsi. E no parla diaetto"
N.:"oh, sei il famoso LowLow, Elena mi ha parlato moltissimo di te" dice dolce.
Io:"piacere signora. Sono lieto di fare la sua conoscenza" dico cortesemente.
N.:"non darmi del lei. Mi fa sentire vecchia. Avete mangiato?"
Ele.:"si"
N.:"peccato avevo appena infornato un pasticcio. Rimanete a cena" dice risolvendo la situazione. Nessuno dei due la contraddice.
Ci sediamo su delle poltrone ed inizia a raccontare alcuni aneddoti sull'infanzia di Elena. Era davvero una bambina molto buffa. Intanto inizia ad arrossire come un pomodoro forse messa in imbarazzo dalla nonna.
Ele.:"porcodio nonna, smettila ti prego" pensavo ad una reazione violenta da parte della vecchia alla bestemmia ma niente.
N.:"tesoro, è tuo moroso, ha il diritto di sapere" dice calma e sorridendo.
Io:"non stiamo insieme"
Dopo queste parole se ne torna in cucina a controllare che il pasticcio non sia bruciato e ci chiama in cucina.
Dopo aver mangiato salutiamo la nonna di Elena e ce ne torniamo a casa per l'ultima notte lì. Disteso sul letto incomincio ad interrogarmi sul perché non ci sia la madre di Elena. Forse i suoi hanno divorziato. Mi addormento con questo dubbio.

Siamo maledetti. |LowLow| (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora