Capitolo 18 L'impossibile è possibile

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Erano giorni che Offenderman non si faceva vivo e Jessie iniziò a sentirsi totalmente sola in quella stanza che era diventata una prigione. Non poteva nemmeno più accedere al resto della casa.
Passava il tempo seduta sul letto a gambe incrociate, ascoltando il lieve fruscio del ruscello. A volte piangeva, non riusciva a tenersi tutta quella tensione dentro. Voleva riabbracciare la sua famiglia. Sua madre, suo padre, Celine, le mancavano terribilmente. Non faceva che domandarsi il perché di tutto quello che le stava succedendo, il suo mondo era stato completamente stravolto, e l'impossibile era diventato possibile.
Offender invece passò quelle giornate sfogando la sua ira nello squartare persone a caso in vicoli bui di diverse città. Non era nel suo stile, ma aveva un forte e urgente bisogno di sangue per calmare i nervi e fin quando la sua ira funesta non si sarebbe calmata, non poteva avere a che fare con Jessie, altrimenti le avrebbe fatto del male. La notte si teletrasportava nella sua stanza e la guardava dormire. Ammirava il sorriso inconsapevole di lei che le spuntava quando lui le accarezzava teneramente i capelli. Quella ragazza senza neanche accorgersene lo stava cambiando. Doveva essere una vittima come tutte le altre, ma era diventata qualcosa di più. Provava dei sentimenti nuovi che ormai aveva dimenticato. Grazie a quel piccolo cucciolo testardo e indifeso, l'impossibile era diventato possibile.

My lovely OffendermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora