Capitolo 11 Hai i suoi occhi...

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Jessie si risvegliò di colpo. Nel momento in cui aprì gli occhi un forte dolore alle testa la colpì. Tutto era sfocato, ma pian piano gli oggetti iniziarono ad essere ben definiti. Non riusciva a capire dove fosse e i ricordi la investirono. Era stesa su un letto, ma quel letto non era il suo. La stanza era interamente di legno, c'era solo quel letto nella stanza, un vecchio armadio mal ridotto e una sedia. La luce entrava flebile da una finestra sprangata da grossi pezzi di legno. Il mostro era riuscito a prenderla.
Mentre continuava a esaminare l'ambiente che la circondava sentì dei rumori provenire fuori dalla porta. Si alzò preoccupata dal letto, andò verso la finestra, provò a tirare una delle assi di legno che la bloccavano ma era inutile, non si muoveva minimamente. I rumori si avvicinavano sempre di più, poi senti una chiave muoversi nella serratura, quindi tornò sul letto e finse di essere ancora svenuta. Lui aprì la porta, trascinò la sedia vicino al letto e si sedette ad osservarla. Passarono una decina di minuti così e lui non le toglieva gli occhi di dosso.
A quel punto si alzò e disse sorridendo: ~ Lo so che sei sveglia, puoi smettere di fingere!~
Lei si tirò su a sedere e lo guardò accigliata.
~ Potevi dirlo prima, non ce la facevo più a stare così immobile! ~ poi continuò ~Dove siamo? Perché diavolo mi hai portato qui?~
~ Calma Bambina, lo saprai molto presto...ora goditi il soggiorno qui!~
E lei si alzò di botto e iniziò a urlargli contro:
~Credi di essere spiritoso? Ah ah ah che ridere...Sono giorni che mi perseguiti, mi segui, fai strane apparizioni, pensavo di essere diventata pazza....e poi questo...mi rapisci e intendi tenermi qui per quanto? Che cazzo vuoi da me? Perché non mi lasci in pace e te ne torni all'inferno da dove sei venuto? Brutto mostro schifoso!~
L'espressione di Offenderman a quelle parole divenne seria.
~Non ti conviene sfidarmi ragazzina, ho fatto cose che neanche immagini, cose che potrebbero far accapponare la pelle anche al peggiore degli uomini. Un'altra al tuo posto l'avrei già uccisa. Mi sto trattenendo solo per un motivo, quindi bada a te che posso sempre ripensarci.~ e andò dritto verso la porta, si girò a guardala, incrociò il suo sguardo basso e sussurrò tra se e se ~Hai i suoi occhi...~ poi uscì sbattendo la porta e la chiuse a chiave.
Lei rimase colpita da quelle parole. Aveva sottovalutato la situazione. Lui poteva ucciderla da un momento all'altro. Si rannicchiò in un angolino del letto stringendo le ginocchia al petto, e iniziò a piangere. Era sola, lontana da casa, alla merce di un mostro e aveva paura. Forse se avesse detto a qualcuno delle strane cose che le erano successe adesso non si sarebbe trovata in questa situazione...o forse sarebbe finita da uno psicologo perché nessuno le avrebbe creduto.
Doveva trovare il modo di andarsene da lì al più presto.

N.B.  Scusate per il ritardo ma sono da poco tornata a casa. Ero in vacanza e non avevo molto tempo e quando l'avevo provavo a scrivere ma alla fine cancellavo perché nn mi piaceva...comunque spero il capitolo vi piaccia e giuro che aggiornerò più spesso. Ciaooo❤️

My lovely OffendermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora