12. Beatris.

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La canzone che ho lasciato sopra è adatta per questo capitolo. Se volete ascoltatela.

Guardo Thomas torva.
«Devi rovinare sempre tutto?» gli chiedo, quasi urlando.
Ignora la mia domanda e dice: «Guarisci in fretta, eh?»
Si riferisce al fatto che sono in piedi nonostante fino a poco fa non riuscivo ad alzare nemmeno la testa.
«Sai com'è, sono una lupa mannara. E come tale mi riprendo velocemente. Dovresti saperlo meglio di me.»
Annunciato ciò corro velocemente di sotto ed esco in giardino, inseguendo Stiles.
Quando sono fuori, lui si trova già dall'altra parte della staccionata che divide la mia proprietà dalla sua.
«Stiles.» grido.
Ma lui è già quasi entrato dentro casa.
Si gira verso di me, poco prima di varcare la soglia, e dice: «Attenta alle persone di cui ti circondi, Beatris.»
Poi sparisce all'interno della sua abitazione.
Io rimango lì, a fissare il vuoto. I miei capelli sparsi al vento e l'aria gelida che mi ghiaccia le mani. Ad ogni mia espirazione una nuvoletta di vapore si genera dalla mia bocca.
«Stiles.» sussurro.
Ad un tratto sento una mano calda appoggiarsi sulla mia spalla. Mi volto di scatto, è Thomas.
«Entra, se non vuoi morire per ipotermia.»
Che parole gentili.
Mi guida dentro casa.
Mi siedo sul divano in salotto e riprendo a fissare un punto indefinito sulla parete di fronte.
Non sono sicura di quanto tempo passi, potrebbe essere solo un minuto come potrebbe essere una vita, fatto sta che ho bisogno di un momento per pensare. Per rendermi conto di cosa sta accadendo. Sto perdendo Stiles, una delle poche persone a cui tengo che mi rimangono in questa città. Una delle poche persone che mi rimangono in generale.
Lo sto perdendo lentamente. A partire da quando mi sono dovuta trasferire a Boston fino all'ultima novità, la licantropia.
Credo che non ce la faccia più. Che non riesca più a sopportare me e tutte le variabili che comporta la mia presenza. Penso che non ce la faccia a vedermi con Thomas accanto, che non gradisca il fatto che io odi il suo migliore amico e la sua ragazza. Che io non stia per niente simpatica a Malia.
Che io ci sia e basta. Sospetto che stia iniziando ad essere insofferente nei miei confronti, mentre io sono ancora legata a lui. Io vado ancora pazza per i suoi occhi, per le sue labbra, per le sue espressioni buffe e il suo gesticolare, per il suo sarcasmo. Non posso permettermi di lasciarlo andare, non lui.
Sento qualcosa fare pressione sul cuscino del divano accanto a me.
«Beatris, come stai?» chiede Thomas.
«Guarisco in fretta, come dici tu.» rispondo a tono.
Sospira. Cerca un contatto visivo con me.
«So che le cose da quando sono arrivato io non vanno affatto bene per te. So che è colpa mia e che sono tremendo. Incapace in qualunque cosa e senza attitudine al comando. So che meriti di più, che per te il morso non è stato un dono e che dovrei iniziare a prendermi le mie responsabilità. So che non dovrei intromettermi nella tua vita, tantomeno fra te e Stiles. Ma ti scongiuro di darmi un'ultima possibilità. Perché sono qualunque cosa, ma ti giuro che non sono una cattiva persona.»
Quando finisce il suo soliloquio il mio viso è già cosparso di lacrime.
Il mio ritorno a Beacon Hills non avrebbe dovuto essere così. È iniziato tutto davvero male.
Vedendomi in quelle condizioni, Thomas mi abbraccia. La mia fronte va ad appoggiarsi sul suo petto. Sento che il suo cuore batte velocemente, ma sono sicura che il mio si sia completamente spento.

Dopo che mi sono calmata e dopo aver consumato la cena, ci stendiamo sul divano uno accanto all'altra e guardiamo la televisione, che fino a quel momento non avevamo ancora acceso.
C'è un programma chiamato American Horror Story, ho visto qualche puntata quando mi trovavo a Boston.
Credo che questo sia uno degli ultimi episodi della prima stagione. In questa scena c'è un uomo con metà faccia sfregiata. E dall'altra parte di un vetro di quella che penso sia la zona delle visite della prigione. Sta parlando ad una donna anziana dai capelli biondi ed un'aria autorevole.
Le loro mani si toccherebbero, se non ci fosse una lastra di vetro a separarle.
Lui pronuncia la seguente frase: «Una volta mi amavi, Constance. Dimmelo e saprò affrontare qualunque cosa.»
In questo momento Thomas si gira a guardarmi compiaciuto, non so per quale motivo.
Poco dopo il programma finisce e io decido di andare a dormire. So che non è tardi, ma ho veramente tanto sonno.
Il mio coinquilino mi accompagna in stanza. Si ferma davanti alla porta per augurarmi la buonanotte. Io lo saluto con un gesto della mano, ma lui – prima di andare – mi abbraccia calorosamente.
«Dormi bene. E non pensare a Stiles, lui non ti merita.» mi sussurra all'orecchio. Poi se ne va.

Beatris Constance Hills 2 »A Teen Wolf fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora