22. Thomas

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Scendo a fare colazione, Beatris è già in cucina.
Stuzzica con una forchettina dei frutti di bosco. Ha delle profonde occhiaie, ma ha un'aria felice.
«Perché sorridi?» le chiedo. Prendo uno yogurt dal frigorifero e mi siedo davanti a lei. Questa roba non mi piace, ha un odore troppo acre, ma non abbiamo nient'altro in frigorifero. Dovremmo fare la spesa, ma ci penserò dopo.
Rimane un attimo titubante, poi mi guarda e dice, con un sorriso furbesco: «Sono stata tutta la notte a dannarmi per trovare un piano, ma adesso ci sono. Ho trovato il modo di sbarazzarci di Derek e del suo branco una volta per tutte» sento il cuore batterle forte. Credo che sia per l'euforia, o almeno spero.
«Sentiamo, allora. Quale sarebbe?»
«Questa sera nell'appartamento di Derek ci sarà una festa. Musica ad alto volume, drink, persone ubriache che non sospetteranno la scomparsa di un paio di ragazzi.» annuncia.
«Sì, ma come facciamo? Li uccidiamo lì, in mezzo alla gente?»
«Li attiriamo sul tetto e li facciamo fuori.» dice.
Sono poco convinto.
Poi allunga le mani sul tavolo e prende le mie. Mi guarda negli occhi e sorride. Ho un tuffo al cuore.
«Fidati di me.» mi intima.
Io credo in lei, so che non mi tradirebbe mai.

Guardo l'orologio, sono le 22:43.
«Sono pronta.» afferma Beatris, scendendo le scale di corsa. È vestita quasi completamente di nero, come uno scassinatore.
Decidiamo di andare a piedi. Portare la macchina potrebbe essere troppo sospetto e pericoloso.
Durante il tragitto, a volte, mi tiene la mano. Racconta di quanto sarà bello, quando ci saremo solo noi due. Niente Hale, niente Scott, Liam, Malia, Stiles.
Rimane una nota dolente, per lei. Credo che sarà il primo che ucciderò, per mettere fine alle sue sofferenze.
A quel punto Beatris potrà essere solo e soltanto mia.

Arriviamo.
È chiaramente distinguibile il baccano proveniente dall'interno dell'appartamento, le pareti sembrano vibrare.
Saliamo le scale di servizio. Alcuni minuti dopo giungiamo sul tetto.
È completamente spoglio.
«Adesso cosa facciamo?» chiedo a bassa voce, sfregandomi le mani a causa del freddo.
«Adesso sono finiti i giochi...» sussurra. Non capisco cosa intenda. «Forza ragazzi, uscite!» grida.
Da angoli completamente bui e desolati dell'ampio terrazzo, spuntano delle persone.
Si tratta del branco di Scott, di Derek e di  Peter. C'è anche Stiles.
Si dispongono a cerchio intorno a me.
Beatris va da Stilinski e lo abbraccia.
Sgrano gli occhi, stupito.
«Co-cosa sta succedendo? Beatris...»
È sul punto di piangere. «Le cose che hai fatto, Thomas, sono troppo terribili per essere perdonate. Non te ne rendi conto? Hai soppresso delle vite innocenti! Non puoi pretendere che io accetti di vivere con una persona del genere» mi guarda, disgustata. «Sempre se ti si può definire una persona.»
«Non puoi farmi questo, Constance. Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme.» cado in ginocchio.
«Posso, eccome se posso» mantiene il tono rigido, nonostante le lacrime le righino le guance. «Derek, a te.»
Improvvisamente, il più giovane Hale rimasto si trasforma.
Mi ringhia contro e sfodera gli artigli. Mi carica, ma io sono più veloce e mi sposto.
Inciampa e sta per cadere dal palazzo, ma si regge al cornicione con entrambe le mani.
Tutti attorno a me hanno il fiato corto.
«Non avvicinatevi, o lo faccio andare giù!»
Hills singhiozza. «Thom, ti prego. Non farlo.»
«Brava, ti rivolgi a me solo nel momento del bisogno. Solo quando ti accorgi di non star prendendo il coltello dalla parte del manico.» la rimprovero.
«Ti prego. Farò qualunque cosa, ma non uccidere nessun altro.» mi implora.
Qualunque cosa, eh?
«Scappa con me.»
«Cosa?»
«Scappa con me. Andiamocene da qui, insieme. Iniziamo una nuova vita, lontano da tutti.»
Mi osserva in silenzio, valutando l'offerta.
«Ci sto.» sentenzia infine.
Si allontana da sotto l'ala protettiva di Stilinski, che ha gli occhi sgranati, e mi si avvicina.
Io mi giro, per tirare su Derek.
Quando è al sicuro su una superficie stabile, sento qualcuno spingermi di sotto.
Tutto accade velocemente.
Mi giro, poco prima di sprofondare nel baratro e afferro il polso di Beatris.
Se devo morire, almeno la porto con me.
Ho sentito parlare di gente che – quando stava per morire in situazioni del genere, ad esempio buttandosi da un ponte – sostiene di vedere la propria intera vita passargli davanti.
A me sta accadendo questo, anche se non lo stesso identico fatto.
Io ricordo solo i momenti più belli della mia vita.

Iniziò tutto circa tre anni fa. Ero nei corridoi della Beacon Hills Hight School, assieme ai miei cugini in quell'epoca vivi, quando la vidi.
Era lì, con i suoi splendenti capelli ramati e gli occhi grigio tempesta. Parlava con una ragazza dai capelli neri. Stava ridendo, era bellissima. Fu amore a prima vista.
Così cercai di incontrarla ogni mattina. Sperai di riuscire a parlarle, almeno una volta.
Ma mi sentivo sprofondare ogni volta che la vedevo con Stilinski, il ragazzo più brillante del secondo anno.
Erano così belli assieme, lei era così felice. Provavo un'invidia indescrivibile.
Ma non persi mai la speranza.
Ho sempre avuto molte ragazze ai miei piedi, ma nessuna era Beatris.
Quando se n'è andata, poi, ho attraversato un periodo buio pesto.
Quando è tornata, mi si è accesa la luce.
Ricordo la nostra prima cena insieme, da Gino's. La sera in cui abbiamo guardato American Horror Story sul divano, "So che un tempo mi amavi, Constance. Dimmelo e saprò affrontare qualunque cosa.". "Eri attratto dall'oscurità. Ma Tate, tu sei l'oscurità.". La sua prima trasformazione per la luna piena.
Mi ero ripromesso che per lei sarei cambiato. L'avrei conquistata. L'avrei convinta del fatto che il suo posto era con me.
Ma io non sono Stiles. Lei desidera lui.
E se non potrò mai averla, non l'avrà neanche lui.
Apro gli occhi. I suoi sono chiusi, ma è sveglia. Sento il suo respiro affannato, è terrorizzata.
«Avrai anche la mia morte sulle spalle, ricordatelo quando sarai all'Inferno.»
«Ti amo, Constance.» ho appena il tempo di dirle, prima di schiantarci al suolo.

Beatris Constance Hills 2 »A Teen Wolf fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora